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Alpinismo, Studio tedesco attacca Reinhold Messner: non ha fatto il record degli 8.000

Daniele Fantini

Pubblicato 07/08/2022 alle 15:18 GMT+2

ALPINISMO - Secondo il giornalista tedesco Eberhard Jurgalski, Reinhold Messner non potrebbe fregiarsi del record di aver scalato tutte le montagne più alte di 8.000 metri. Avrebbe mancato la vetta dell'Annapurna per cinque metri. Dura la reazione dell'altoatesino: "Studio ridicolo. In 50 anni le montagne cambiano".

Reinhold Messner sulle montagne di Bolzano in una foto del 2022

Credit Foto Getty Images

Reinhold Messner è stato il primo uomo a scalare tutte le vette più alte di 8.000 metri senza l'ausilio dell'ossigeno. Ma, secondo uno studio tedesco, il record dello scalatore altoatesino sarebbe dubbio. Stando alla ricostruzione effettuata dal giornalista Eberhard Jurgalski per mezzo di droni e misurazioni GPS, Messner avrebbe mancato la vetta dell'Annapurna, massiccio montuoso himalayano del Nepal centrale, per cinque metri. Un'inezia, ma sufficiente per togliergli il record delle scalate complete dei 14 monti più alti della Terra.
Lo studio di Jurgalski si basa su una serie di misurazioni della cima dell'Annapurna effettuate dal centro aerospaziale tedesco nel 2016. Il confronto con le angolazioni delle fotografie scattate all'epoca da Messner dimostrerebbe come l'altoatesino si trovasse in realtà cinque metri sotto la vetta. Jurgalski sostiene che soltanto tre persone nella storia sono riuscite nell'impresa di raggiungere la vetta di tutti gli 8.000. Sarebbero lo statunitense Ed Viestrus, il finlandese Veikka Gustafsson e il nepalese Nirmal Purja.
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Reinhold Messner traccia la via per la vetta dell'Everest per la scalata senza ossigeno del 1980

Credit Foto Getty Images

Messner non è l'unico "detronizzato" da Jurgalski. Anche l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner, la prima donna a scalare tutti gli 8.000 senza l'ausilio delle bombole di ossigeno, avrebbe in realtà mancato due delle 14 vette complessive.
Durissima la replica di Messner, come riportato anche dal Corriere della Sera. "Quel giorno ho scalato una parete di 4.000 metri e sono uscito sulla cresta della vetta, perché è lì che si giunge in cima. Che qualcuno ora affermi che la cima è cinque o dieci metri accanto è assurdo. Non mi voglio soffermare su queste cose. C'è poi da aggiungere un'altra cosa. In 50 anni le montagne cambiano. Le vette sono costituite perlopiù da neve e ghiaccio, e hanno subìto delle modifiche. In cima non ci sono croci o segnali del punto esatto. Dire che la vetta è cinque o dieci metri più a lato è ridicolo".
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