Atletica, Tortu: "Jacobs? Abbiamo parlato dell’ultima frazione della staffetta e..."
DaEurosport
Aggiornato 27/12/2021 alle 11:44 GMT+1
GIOCHI OLIMPICI - Come ti cambia un oro olimpico? Tantissimo, come può confermare il campione olimpico Filippo Tortu, intervistato dal Corriere della Sera: "Mi riconoscono però ancora oggi faccio fatica a dire che sono campione olimpico"
Il campione azzurro Filippo Tortu torna a parlare al "Corriere della Sera" di come è cambiata la sua vita dopo l'oro olimpico nella finale dei 4x100 ai Giochi in Giappone.
Sì, la vita cambia. C’è un cambiamento importantissimo che faccio fatica a riconoscere a me stesso: sono campione olimpico. Ancora oggi, mi fa strano dirlo
Medaglia nascosta
"Ho disegnato una specie di mappa del tesoro, tipo: 40 passi a Est, venti a Ovest, gira intorno alla credenza, vai dritto fino al bagno... Mamma, papà e mio fratello Giacomo conoscono il nascondiglio, naturalmente, ma hanno l’obbligo di non rivelarlo nemmeno sotto tortura".
Staffetta e amicizia
"Con ciascuno ho un rapporto diverso, e come i campioni del Mundial ‘82 condividiamo una chat. Al villaggio olimpico di Tokyo ho diviso la camera 1104 con Fausto Desalu, il compagno che mi ha passato il testimone. È una delle poche persone con cui sto bene sia parlando molto che non rivolgendoci la parola: significa che il livello di confidenza è alto, cosa che non mi capita spesso. Entrambi eravamo delusi dopo le gare individuali. Ci siamo riscattati insieme".
Ultimo frazionista
"È un discorso venuto fuori da certe sue interviste, con Marcell ne abbiamo parlato a settembre, al Gran premio di Monza. Entrambi vogliamo vincere tanto con la staffetta, ci schiereremo nel modo migliore per riuscirci. Al prof Di Mulo ho sempre dato la mia totale disponibilità: dove mi vuole, mi mette. Ma io so che la frazione dove rendo di più, per come sono fatto, è l’ultima".
100 e 200
"A parte che i 200 non escludono i 100, faccio gli scongiuri. È dalla categoria allievi che provo a preparare il mezzo giro di pista, tra infortuni e imprevisti è successo di tutto. Sogno di essere competitivo in entrambe le distanze: l’esperienza di Tokyo mi dice che devo puntare anche a tempi che prima reputavo impossibili. L’oro olimpico non è un caso, è un inizio".
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