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Coronavirus, lo sport italiano piange Donato Sabia: partecipò ai Giochi di Los Angeles e Seul

Stefano Dolci

Aggiornato 08/04/2020 alle 10:42 GMT+2

L’atletica leggera italiana è in lutto per la scomparsa dell’ex mezzofondista Donato Sabia, morto quest’oggi all’età di 56 anni a Potenza a causa del contagio al virus Covid-19. Era ricoverato in terapia intensiva da 15 giorni. Per anni corse al fianco di Pietro Mennea raggiungendo importanti traguardi come i titoli italiani nei 400 e negli 800 metri e le partecipazioni ai Giochi (1984-1988).

Donato Sabia, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Per anni ha battagliato col cronometro sulle piste di tutto il mondo, purtroppo però l’ultima subdola battaglia contro il demone che sta mettendo in ginocchio ogni paese nei cinque continenti, il Coronavirus, non ha potuto nulla. Donato Sabia non ce l’ha fatta a sconfiggere il Covid-19. Questa mattina si è spento all’Ospedale “San Carlo” di Potenza dove era ricoverato dalla serata di giovedì 26 marzo nel reparto di terapia intensiva, dopo che nei giorni prima aveva avuto per diversi giorni la febbre alta ed era risultato positivo al tampone.

Fu finalista olimpico negli anni 800 a Los Angeles e Seul

Nato a Potenza l’11 settembre 1963, l’azzurro corse per un anno al fianco del mito Pietro Mennea raggiungendo importanti traguardi come i titoli italiani nei 400 e negli 800 metri e la partecipazione alle Olimpiadi di Los Angeles e Seul: dove si qualificò entrambe le volte per le finali degli 800 piani.
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Donato Sabia insieme a Pietro Mennea ai Giochi di Los Angeles 1984, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Medaglia d’oro agli Europei di Goteborg del 1984, Sabia con 1’43” 88 vanta la terza miglior posizione italiana di tutti i tempi sugli 800 metri piani (dietro il primatista italiano Marcello Fiasconaro e Andrea Longo) e la quarta prestazione nella lista italiana di tutti i tempi della stessa specialità. Il 26 maggio 1984 a Busto Arsizio stabilì anche il record del mondo nei 500 metri (1’00”08), un crono rimasto imbattuto per quasi 29 anni: solo il 5 febbraio 2013 Orestes Rodriguez riuscì a migliorare questo tempo, detronizzando Sabia che dopo aver smesso i panni dell’atleta non aveva mollato il suo sport e negli ultimi anni aveva assunto l’incarico di presidente del Comitato regionale della Basilicata della Fidal.

Il cordoglio di Giomi (Fidal): "Donato persona a cui non potevi non voler bene"

Una notizia drammatica scuote l’Atletica Italiana in un periodo già difficile per il Paese. È morto questa mattina a Potenza, Donato Sabia. Atleta di talento straordinario, ma soprattutto persona d’animo gentile, Sabia è scomparso a distanza di pochi giorni dal padre, vite recise entrambe dal male che sta flagellando il mondo intero. Messosi in luce dapprima come quattrocentista, le sue doti di resistenza (fu anche primatista del mondo della distanza dei 500 metri, con 1:00.08) lo traghettarono presto al doppio giro di pista, in una carriera comunque flagellata da tanti, troppi infortuni. Il suo anno di grazia fu il 1984, quando dapprima colse l’oro agli Europei indoor di Goteborg, poi stabilì la miglior prestazione mondiale dei 500 metri, fece segnare il suo primato personale sugli 800 metri (1:43.88, ancora oggi la terza prestazione italiana di sempre), e infine, ai Giochi californiani, finì al quinto posto assoluto (1:44.53). Senza dimenticare il primato personale nei 400 metri, un 45.73 a lungo inserito nella top ten nazionale di tutti i tempi. Riuscì a ripetersi quattro anni dopo, in Corea, terminando al settimo posto nei suoi 800 metri, dopo tante stagioni contraddistinte da innumerevoli problemi. Il presidente della FIDAL Alfio Giomi, il presidente onorario Gianni Gola, il Consiglio federale, a nome di tutta l’Atletica Italiana, esprimono profondo cordoglio e si istringono idealmente ai familiari in un abbraccio. Una tragedia nella tragedia – le parole del presidente Giomi – Donato era una persona a cui non potevi non voler bene.

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12 settembre 1979: il giorno in cui Mennea diventò leggenda

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