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Cristiana Di Pietrantonio, sei un mito: 150a maratona nonostante la chemio

Davide Bighiani

Aggiornato 23/11/2021 alle 10:58 GMT+1

MARATONA - Cristiana Di Pietrantonio domenica a Ravenna ha portato a termine la sua 150esima maratona in carriera: una vera e propria impresa se si considera che la 56enne riminese deve convivere con 3 tumori ai polmoni e la cataratta agli occhi come conseguenza delle terapie. Ecco le sue parole al Corriere della Sera.

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"Nelle mie condizioni ho corso 6 maratone in 6 mesi, una fatica che atleti normali non riuscirebbero a reggere. Sono da Guinness dei primati?": la domanda se la pone Cristiana Di Pietrantonio, 56enne abruzzese di origini, riminese d'adozione che ha portato a termine la sua 150esima maratona in carriera. Una vera e propria impresa se si considera che la donna deve convivere con 3 tumori ai polmoni e la cataratta agli occhi come conseguenza delle terapie.
Il brutto della malattia è che ci allontana da tutti. Ci allontana delle persone sane, ci allontana dalle altre persone malate". (Cristiana Di Pietrantonio al Corriere della Sera )
Cristiana non si lascia deprimere dal male: accompagnata dagli "angeli custodi", Marco Mannucci e Liliana Farronato, ha corso i 42km e 195m della Maratona di Ravenna in 6h20' circa. Niente male per una signora che a pochi giorni dal primo lockdown ha ricevuto una diagnosi di adenocarcinoma polmonare.
"L’ho fatto per dare un esempio positivo per le persone malate come me. Sembriamo normali ma non lo siamo. Il mio messaggio di positività vorrei che fosse recepito da tutti. Mi rendo conto però che per alcuni malati possa essere recepito in maniera negativa. Il brutto della malattia è che ci allontana da tutti: ci allontana dai sani ma anche dagli altri malati. Negli ultimi tempi ho perso un’amica che ha condiviso il mio percorso. Per lei la realtà è stata più brutta della mia. Era l’unica amica che condivideva il mio percorso parlavamo della nostra malattia come se fossimo sane. È morta tre settimane fa. Io nel frattempo voglio continuare a essere normale: la maratona è un po’ troppo ma non è nient’altro che quello che io posso e so fare. Quanto alla gara di Ravenna è stata la mia centocinquantesima maratona: la mia categoria è supermarathon, per noi il traguardo arriva dopo 150 fatiche"
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