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Salvino Tortu: "Un papà può allenare il figlio, Filippo tornerà ai 200; l'infortunio? affaticamento"

DaOAsport

Aggiornato 18/08/2018 alle 11:54 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Filippo Tortu - 2018

Credit Foto Getty Images

Salvino Tortu è il papà e allenatore di Filippo, l’uomo simbolo dell’atletica italiana dopo aver corso i 9.99 sui 100 metri. Il primo italiano capace di abbattere il muro dei 10 secondi doveva essere grande protagonista agli Europei di Berlino e invece non è andato oltre il quinto posto, palesando uno stato di forma non ottimale. Il coach ha ricevuto diverse critiche nelle ultime settimane, in particolar modo da Laurent Ottoz e Stefano Tilli che non ritengono possibile che un campione possa essere allenato da un genitore. Salvino ha rispedito tutto al mittente tramite un’intervista concessa al Corriere dello Sport:
Ricordo a Tilli che il 17enne svedese Duiplantis salito a 6.05 nell’asta a Berlino è allenato da papà e mamma. Dietro ai fratelli norvegesi Ingebrigtsen dominatori nei 1500 e 5000 c’è il papà, idem per i fratelli belgi dei 400 Borlée e che è stata la nonna Anne Botha a portare il sudafricano Van Niekerk sul trono del giro. Non sono eccezioni, la lista è molto lunga e cito anche Seb Coe, attuale Presidente IAAF, seguito passo passo da papà Peter
L’allenatore affonda ulteriormente nei confronti di Tilli: “Mi sorprende che abbia detto che difficilmente un padre può essere il migliore allenatore per un figlio. Non so proprio cosa lo abbia spinto a fare certe affermazioni. Gli ricordo che dopo il 9.99 ha ipotizzato per Filippo grandi tempi su 100 e 200 ma l’anno scorso mi rise in faccia quando gli dissi che sarebbe passato da 10.15 a meno di 10 secondi“.
Salvino parla del futuro del figlio Filippo:
Torneremo a fare anche i 200 in vista dei Mondiali di fine stagione a Doha. Sui 100 lavoreremo per migliorare ancora il record italiano con un progresso importante, ma anche di incrementare la media del rendimento
Svelato anche un retroscena degli Europei quando, dopo aver concluso la propria frazione in staffetta, l’azzurro si era messo una mano sulla coscia:
Si è trattato di una leggera contrattura. Il giorno prima aveva accusato qualche fastidio, così abbiamo fatto un’ecografia. Ripetuta poche ore prima di scendere in pista per la 4×100: si è trattato di affaticamento che ha interessato il bicipite femorale destro. Correre la finale sarebbe poi stato rischiosissimo, ora qualche giorno di riposo in Sardegna e il programma prevede la partecipazione ai tricolori di staffette di metà settembre
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