Filippo Tortu: "Il mio futuro sono i 200m. Record Mennea? E' lontano ma voglio scendere presto sotto i 20 secondi"

DaFrancesco Friggi

Pubblicato 03/05/2022 alle 14:48 GMT+2

ATLETICA - Attraverso un'intervista all'AGI, Filippo Tortu ha spiegato i suoi obiettivi futuri soffermandosi sul record di Mennea nei 200m: "Il suo record è lontano ma voglio correre i 200 metri al più presto sotto i 20 secondi. Amo sempre i 100 ma il mio futuro saranno i 200 perché credo sia la distanza dove potrò rendere di più".

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Inizia a scaldare i motori Filippo Tortu che sabato allo stadio ‘Kasarani’ di Nairobi sarà sui blocchi di partenza dei 100 del ‘Kip Keino Classic’, tappa del Gold Continental Tour, il secondo circuito per importanza dopo la prestigiosa Diamond League. Il ragazzo correrà sotto lo sguardo amorevole e tecnico del papà Salvino che è stato confermato come suo allenatore.

Il campione olimpico in carica della staffetta 4x100, intervistato all'AGI, si è soffermato sui prossimi obiettivi e ha ricordato il record di Pietro Mennea nei 200m: "Il record di Mennea è lontano ma voglio correre i 200 metri al più presto sotto i 20 secondi. Amo sempre i 100 ma il mio futuro saranno i 200 perché credo sia la distanza dove potrò rendere di più. Ai Mondiali punto alla finale, agli Europei ad una medaglia per un lavoro in funzione delle Olimpiadi di Parigi 2024". A Nairobi, ci saranno anche Fred Kerley, argento olimpico in Giappone con 9”84, e Ferdinand Omanyala primatista africano con 9”77.

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I 200M E L'ARRIVO DI MARCELL JACOBS

"Mi sento meglio sui 100, lo scorso anno ho gareggiato solo due volte sui 200. Sicuramente prediligo la parte rettilinea, diciamo dall’uscita di curva. La parte più bella della gara restano i 50 finali. Io guardo alla mia strada, quando nel 2016 avevo iniziato il percorso rivolto alle Olimpiadi l’intenzione era di preparare i 100 come gara principale e poi proiettarmi sui 200, non guardo cosa fanno gli altri tipo Marcell o Desalu".

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TOKYO 2020

"Cinque medaglie d’oro e tanti finalisti sicuramente hanno portato ad un cambiamento, le Olimpiadi sono una vetrina mediatica nettamente superiore rispetto alle altre gare. Sicuramente mi fa piacere se mi riconoscono quando vado al ristorante, mi chiedono una foto assieme, ma sono sempre me stesso, non penso alla popolarità, penso a gareggiare".