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Fiona May: "Da 15 anni diciamo sempre le stesse cose: gli atleti sorridono, io mi vergognerei"

DaOAsport

Aggiornato 17/08/2017 alle 09:53 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Patrizia Panico e Fiona May - 2016

Credit Foto LaPresse

E’ durissima la presa di posizione di Fiona May nei confronti dell’atletica azzurra. La bi-campionessa del mondo del salto in lungo, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha attaccato un sistema che, da anni, produce fallimenti a ripetizione: “L’atletica italiana ha toccato davvero il fondo. Una volta facevamo la corsa su Francia e Polonia, oggi non le vediamo più e siamo sistematicamente superati dall’Olanda e ora perfino dal Belgio. Mi piange il cuore, ma da quanto tempo ci diciamo sempre le stesse, identiche cose? Dieci anni? No, forse addirittura 15…Il sistema è sbagliato, profondamente sbagliato. Non bastano correttivi, serve ripartire da zero. Se non cogliamo l’occasione nemmeno a questo giro, staremo sempre qui a sperare nell’exploit del Tamberi o della Palmisano di turno. Ho letto quello che ha detto Gibilisco, concordo soprattutto su un punto: la Federazione si riappropri dei centri di preparazione olimpica, che una volta rappresentavano l’eccellenza italiana“.
La fuoriclasse azzurra ha poi rincarato la dose, rivolgendosi direttamente ad alcuni atleti:
Ma perché dobbiamo consentire ad atleti che puntualmente si rivelano mediocri di allenarsi dove vogliono? E’ ora di finirla con questo atteggiamento, per diventare campioni bisogna essere disposti a fare i sacrifici che ho fatto io o che oggi vedo fare a mia figlia Larissa, altrimenti si sta a casa a fare altro e si lascia il posto a chi ha voglia di arrivare. Ci vuole più grinta, in pista bisogna mettere anche un po’ di palle. quelle che ha avuto Tamberi di presentarsi nonostante l’infortunio, ma è stato l’unico. Me la prendo con gli atleti che vanno ai Mondiali e sono soddisfatti di aver superato un turno, arrivano alle interviste tutti sorridenti. E’ incredibile, io al loro posto mi vergognerei! Ma l’errore è di chi li fa andare ai Mondiali…
La ricetta di Fiona May è piuttosto semplice: “Hai talento per emergere? Ti seguo e ti sostengo, investo su di te. Non ce l’hai e nel passaggio da giovane a senior non migliori? Arrivederci e grazie. Se concentriamo le risorse sui migliori giovani che abbiamo, forse li aiuteremo a diventare dei campioni. E’ così difficile da capire? O forse vogliamo continuare ad investire sui quarantenni che al massimo con un miracolo ottengono una finale? Siamo usciti dagli Europei Under23 con tre ori ed otto medaglie complessive: ora, per favore, ripartiamo da questi ragazzi e facciamone degli atleti completi in grado di competere a Tokyo 2020“.
Insomma, un vero e proprio grido di dolore da parte di un totem dell’atletica tricolore. Uno sfogo condivisibile in ogni suo punto. Resta il timore che sia destinato a cadere nel vuoto…
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