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Le strade di Gianmarco Tamberi e del papà-coach Marco si separano a 12 giorni dal Mondiale: "Diversità di vedute"

Paolo Pegoraro

Pubblicato 03/07/2022 alle 16:24 GMT+2

ATLETICA - A soli 12 giorni dall'inizio dei Mondiali di Eugene le strade professionali di Gianmarco Tamberi e del papà-coach Marco si separano: "Diversità di vedute", spiega il campione olimpico.

L'oro di Gianmarco Tamberi, le lacrime di papà Marco

A soli 12 giorni dall'inaugurazione dei Mondiali di atletica in programma a Eugene, Oregon, Gianmarco Tamberi a sorpresa decide di separarsi professionalmente dall'allenatore nonché papà Marco Tamberi. Per insanabili divergenze tecniche. L'intervista del campione olimpico in carica al Corriere della Sera chiarisce le ragioni di una scelta che giunge inaspettata, o quasi. La lite plateale con Fassinotti, i guai fisici,ora il divorzio tecnico col padre: momento turbolento per Gimbo, nell'imminenza ormai del mondiale outdoor, unico trofeo che manca nella sfolgorante bacheca del fenomeno marchigiano. Ecco i passaggi più significativi del suo intervento
"Questa scelta , presa con doverose cautele e un pizzico di coraggio, nasce dall’analisi della stagione fin qui disputata. Siamo ben al di sotto delle aspettative tecniche e c’è stato uno scambio di opinioni su cosa non stesse funzionando fin qui nella preparazione, ed è emersa una diversità di vedute. Non voglio in alcun modo compromettere la gara più importante dell’anno, insistendo su una strada che non ritengo giusta, e mangiarmi le mani a posteriori per non avere avuto il coraggio di prendere in mano la situazione. Questo c’è alla base della mia decisione"
"Non mi spaventa il fatto di essere affiancato in pedana da un altro allenatore, è già successo molte volte in questi anni, per diversi motivi, e questa evenienza non mi ha mai precluso la possibilità di fare prestazioni di alto livello, altrimenti non avrei mai fatto questa scelta. La mia priorità attuale è sistemare il problema fisico che ho alla gamba di stacco, unico eventuale impedimento alla possibilità che io superi misure competitive nella sfida mondiale di Eugene"
"Ora concentrerò tutte le mie energie sull’obiettivo iridato senza distrarmi su quale potrà essere la figura tecnica che mi affiancherà post 2022 nella preparazione della stagione successiva. Gareggiare supervisionato da un altro allenatore non è un azzardo, nella nostra disciplina il coach è essenziale in tutte le fasi di allenamento e programmazione, in gara sono gli automatismi e le sensazioni dell’atleta a essere i veri fattori determinanti ai fini della performance. Sono un agonista e calcolo ogni rischio"
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