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Morte George Floyd, parla Tommie Smith: "Ho le stesse sensazioni del '68, è terribile"

Marco Castro

Aggiornato 14/06/2020 alle 15:28 GMT+2

Uno dei protagonisti del celebre pugno di Città del Messico ha detto la sua sulla morte di George Floyd in un'intervista al New York Times.

Tommie Smith

Credit Foto Eurosport

Sono passate tre settimane dalla morte di George Floyd a Minneapolis. E dopo i seguenti scontri nelle strade di tutti gli Stati Uniti e non solo, continuano ad arrivare reazioni e commenti sull'accaduto. Ultimo in ordine di tempo, non certo per importanza, è Tommie Smith, che nel 1968 fu protagonista del pugno nel cielo a Città del Messico, il più celebre segno di protesta contro il razzismo. L'ex velocista ha detto la sua in un'intervista al New York Times.
Provo ancora quei sentimenti, ed è terribile che questi sentimenti che ho provato adesso si stiano manifestando. Ci sono stati atleti che si sono messi in ginocchio, poi dei calciatori che si sono messi in ginocchio, e poi ci sono stati omicidi e poi dei morti. Mi riporta tutto al podio di Città del Messico perché quelle erano le stesse sensazioni che avevo allora.
Smith oggi ha 76 anni ma non può certo dimenticare quei momenti. E si è rivisto nei gesti di protesta di un atleta del presente. "Quando vidi Colin Kaepernick inginocchiarsi per la prima volta ho pensato, 'oh mio Dio, avrà tutti addosso. Ma stava solo dicendo quello che ho già detto anni fa'. Ho detto, 'vai avanti, dobbiamo ancora combattere. Non possiamo fermarci'. Ho parlato una volta con Kaepernick, ci siamo messaggiati diverse volte. Sono stato molto felice di vedere il Commissario della Nfl Goodell dichiarare che avrebbero dovuto intervenire anni fa. Kaepernick ci ha rimesso la carriera".
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#BlackLivesMatter: quando il pugno chiuso di Tommie Smith e John Carlos segnò le Olimpiadi del 1968

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