Grenot ultima in finale, vince Shaunae Miller in tuffo sulla Felix

Libania Grenot ci ha provato. La "Panterita" ha azzardato l'impossibile impostando una gara votata all'attacco con poderoso sprint iniziale, ma ha inevitabilmente pagato lo scotto nella seconda parte crollando nel finale e chiudendo all'ultimo posto con il modesto crono di 51.25, un centesimo di secondo superiore all'ucraina Zemlyak penultima classificata e anni luce lontano dai suoi migliori standard. Non aveva nulla da perdere la campionessa europea, giusto rischiare senza speculare sul piazzamento: avvicinare le più forti interpreti al mondo del "giro della morte" era una missione oggettivamente impossibile. Ora la nostra "Panterita" dovrà trascinare la staffetta 4x400 femminile più in là possibile, dopotutto già piazzarsi nella finalissima è stata un'impresa titanica: non bisogna dimenticarlo.

Nel contesto di una delle gare più incerte e divertenti dell'Atletica ai Giochi di Rio l'ha spuntata al fotofinish la bahamense Shaunae Miller (49.44) sulla favorita Allyson Felix (49.51); alla statunitense campionessa olimpica sui 200 metri non è riuscita la rimonta, anche perchè l'avversaria ha pensato bene di tuffarsi sulla linea di traguardo per proteggersi dal rientro della Felix.

Si può fare a termini di regolamento (entro l'1.20 metri dalla linea) e dunque la medaglia d'oro finisce sul collo della classe 1994 di Bahamas già argento agli ultimi mondiali di Pechino. Medaglia di bronzo per la giamaicana Shericka Jackson (49.85), mentre Nastasha Hastings finisce giù dal podio. Peccato per la nostra Libania, ma i 400 sono feudo di atlete statunitensi e caraibiche allo stato dell'arte.

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