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Schwazer, fine della corsa: il tribunale federale svizzero conferma la squalifica fino al 2024

Simone Eterno

Aggiornato 05/05/2020 alle 21:58 GMT+2

Dopo il TAS di Losanna, anche il tribunale federale svizzero conferma la squalifica di Schwazer fino al 2024. E' la fine della carriera sportiva di Alex Schwazer, ma nonostante questo a Bolzano resta aperto un processo che si esprimerà nuovamente il prossimo 22 luglio. E lì, al momento, Schwazer sembra essere tutt'altro che colpevole. Anzi...

Alex Schwazer - 2015

Credit Foto LaPresse

Dal punto di vista sportivo, per Alex Schwazer, questa è la fine della corsa. Dopo la respinta della richiesta di annullamento della sentenza emessa dal TAS di Losanna lo scorso dicembre, oggi arriva anche la conferma del tribunale federale svizzero, ultimo appiglio a cui Schwazer aveva provato ad aggrapparsi per avere ancora qualche speranza a livello sportivo: come ha anticipato il quotidiano ticinese ‘La Regione’, i giudici non hanno accolto la tesi difensiva secondo la quale, dopo la squalifica, sarebbero emerse evidenze tali (e qui poi ci torneremo, visto il processo ancora in corso a Bolzano) da metterla in discussione. Gli otto anni di squalifica dunque sono confermati e scadranno nel 2024, quando Alex Schwazer avrà 39 anni. Dal punto di vista sportivo, dunque, lo ribadiamo, questa è la fine del marciatore azzurro.

Una mossa che Schwazer aveva provato a fare per un sogno chiamato Tokyo 2020

Una mossa, questa, che Schwazer aveva provato a fare perché conscio delle nuove rivelazioni emerse al processo di Bolzano, dove la vicenda, lo scorso settembre, si era completamente ribaltata. Schwazer infatti era riuscito a riaprire la partita dopo le analisi dei RIS di Parma sui propri campioni, che portavano sul tavolo del GIP Pelino enormi sospetti di manipolazione. Quello di Schwazer infatti aveva – e ha tutt’ora – assunto gli aspetti di un complotto dalla trama degna di un film di James Bond. In una email venuta alla luce grazie ad alcuni hacker russi che l’avvocato Gerhard Brandstätter ha consegnato ufficialmente al giudice Walter Pelino, si leggeva che un avvocato della IAAF faceva presente ad un altro legale (rappresentante del laboratorio di Colonia di cui si serve la Wada per i controlli antidoping) che era necessario agire in una certa direzione facendo esplicito riferimento al "complotto ai danni di A.S.".
La vicenda insomma sembrava potersi riaprire anche a fronte degli effettivi enormi dubbi emersi sui campioni veri e propri che condannavano Schwazer; e anche per questa ragione l'ex marciatore aveva scelto, nonostante il processo di Bolzano fosse ancora in corso, a fronte di queste nuove indicazioni, di rivolgersi direttamente al TAS di Losanna per far sospendere la squalifica di 8 anni che gli era stato inflitta; sognando così un’ultima clamorosa chance per rimettersi in corsa come atleta e volare a Tokyo.

Le sentenze svizzere: TAS e tribunale federale dicono no

In Svizzera però i giudici non hanno evidentemente ritenuto sufficienti questi nuovi sviluppi emersi dal processo di Bolzano, confermando appunto la squalifica e mettendo fine alla carriera sportiva di Schwazer. A cui, a questo punto, non resta che lottare per trovare la verità come uomo.

Schwazer colpevole dunque? A Bolzano il processo è ancora aperto

Una vicenda su cui si cercherà di fare luce il prossimo 22 luglio, quando è stata fissata la nuova udienza penale nel processo di Bolzano. Lì si potrà capire qualcosa in più. E vedremo se si andrà verso una conferma di quanto in qualche modo emerso a settembre, ovvero i forti dubbi riguardo alla bontà di quella provetta e la possibilità che ci sia stata una manipolazione. In un’intervista a Tuttosport Schwazer aveva così dichiarato: “...La cosa più importante è un’altra: il 2020 deve essere l’anno in cui, finalmente, otterrò giustizia. Ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada il dottor Pelino, un giudice che non si fa intimorire, sebbene egli sappia che io sono un singolo atleta opposto a istituzioni molto forti e molto potenti”.
Vedremo se, almeno a Bolzano, effettivamente, si riuscirà a confermare quanto Alex Schwazer ha sempre dichiarato: la sua innocenza.

Le parole di Schwazer: "Per me la priorità resta Bolzano"

E a tal proposito, in serata, Alex Schwazer, ha immediatamente commentato all'AGI la sentenza svizzera ribadendo di fatto il concetto sostenuto nelle righe che avete potuto leggere sopra:
"Per me la priorità resta il processo di Bolzano dove mi gioco tutto e poi vedremo il processo sportivo che comunque passa in secondo piano. Per me l'importante è essere pianamente assolto a Bolzano".
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