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Apre il Court MLN: il campo dove i Da Move provano a cambiare il basket italiano

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Pubblicato 22/09/2020 alle 12:52 GMT+2

Da anni leader europei dell'intrattenimento freestyle, i Da Move hanno aperto un campo a Rho, attaccati all'area ex Expo dove la città si sta allargando e loro anche, dove vogliono sviluppare l'allenamento individuale, la preparazione "all'americana" e promuovere il 3 vs 3. Ne abbiamo parlato col "frontman" Lorenzo Pinciroli.

Court MLN - Credit Matteo Otella @ottyteo

Credit Foto From Official Website

Già da qualche anno ci siamo abituati a vedere sui social network i video delle stelle NBA come LeBron James, James Harden e Ben Simmons che durante l’estate si allenano con dei preparatori e giocano tra di loro col principale obiettivo di migliorare. Questi spazi in America sono sempre più numerosi mentre da noi questo concetto è ancora lontanissimo: fino alla nascita del Court MLN, un campo allestito a Rho Fiera, area che dopo Expo è a tutti gli effetti Milano, dove i Da Move hanno l’ambizione di provare a cambiare qualcosa a livello culturale nell’approccio alla pallacanestro a casa nostra.
Questa struttura è stata frequentata nei mesi estivi da professionisti di Serie A del calibro di Awudu Abass, Paul Biligha, Ike Udanoh e Andrea Pecchia, e così siamo andati a vederla, ospiti di Lorenzo Pinciroli, il frontman e leader dei Da Move, primi in Italia e tra i più conosciuti in Europa nell’ambito dell'intrattenimento freestyle.
Questo posto non è una palestra, è un’estensione di quello che è Da Move ma vuole aprirsi alla community milanese (ma anche l’asse con Varese e con Cantù) e italiana
"Il primo capannone, la Crew House, l’abbiamo avuto 5 anni riuscendo in uno step che sognavamo da sempre coi Da Move, che esistono da oltre 20 anni. Tutte le crew di freestyle hanno l’obiettivo di una avere la loro “BatCaverna”. Ci siamo però subito resi conto che per allargare la community ci serviva un posto più grosso. Addirittura siamo consapevoli che anche questo posto nuovo sia piccolo, ma poi bisogna fare i conti con tanti ostacoli, in primis i costi, di un gruppo indipendente che mette assieme dei pezzi. Il sogno resta quello di aprire altri posti e più grandi, qui vogliamo testare lo schema, capire quanto si possa agire su questa cultura e pian piano modificarla, dove l’economia può venirti incontro, e da lì capire dove replicare questo modello".
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Court MLN - Credit Matteo Otella @ottyteo & Davide Di Ninno @davidedininno

Credit Foto From Official Website

  • Cosa ha spinto i Da Move a fare questo passo?
"Il nostro approccio è lo stesso di quando devi attaccare una difesa a zona, ovvero inserirsi nei buchi che vengono lasciati. Crediamo che la pallacanestro italiana abbia dei limiti strutturali ma anche di cultura e mentalità. Lo abbiamo capito girando per tanti anni all’estero coi Da Move".
  • Un campo per chi non può rispondere alle esigenze di una squadra.
"Vediamo che se fai come noi il performer o hai un lavoro coi ritmi che ti impone una città come Milano, fai fatica a garantire una presenza costante ad una squadra delle cosiddette “minors”, agli allenamenti e alla partita. Quindi non c’è un’alternativa a quel sistema. Stiamo aprendo inizialmente alla nostra cerchia più vicina, dunker, influencer, persone dei media, degli eventi, che lavorano nei locali. Crediamo che qui possa essere un inizio di qualcosa di nuovo. Ma anche il ragazzo, lo studente, che viene a Milano da fuori, dal sud, lascia la squadra del paese e comunque vuole continuare a giocare. Secondo me si perde un sacco di gente che vuole giocare ma poi c’è disaffezione proprio per queste problematiche, e quindi smettono. La speranza è che si possa replicare, da noi o da altre realtà".
  • L’allenamento individuale.
"Noi in Italia non abbiamo degli spazi dove far allenare un ragazzo talentuoso al di fuori del contesto della società, anche volendo. Questo, o rientra nei reclutamenti delle grandi società, tipo Stella Azzurra Roma, oppure resta dov’è, in C Gold e in Legadue, e non può potenziarsi pur avendone talento e motivazione. Il basket ci insegna che uno come LeBron James, a 35 anni, continua a migliorare, e che i miglioramenti dei vari Doncic, Antetokounmpo, Murray e gli altri, avvengono grazie al lavoro in offseason. Perché un ragazzo 18enne italiano non può provare a sviluppare il suo talento? Io vorrei che una volta a settimana i migliori ragazzi della zona si trovino e lavorino assieme per migliorare, che sia sul tiro, sui fondamentali, nella partita".
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Allenamento con Davide Lamma di Basic To - Credit Davide Di Ninno @davidedininno

Credit Foto From Official Website

Non lavoriamo contro ma con le società. La nostra visione, forse utopica, è quella di creare una specie di academy
"Quello che ci teniamo a sottolineare è che non abbiamo alcun interesse o intenzione di “rubare” il ragazzo alla rispettiva società. Qui non c’è un club che fa campionati, non lo siamo e non vogliamo, ma ci mettiamo a disposizione per far migliorare il ragazzo, i ragazzi, selezionati magari con delle audizioni per scegliere i migliori 20, ad esempio, grazie agli investimenti di vari partner che pagano allenatori, spazi, tutor, workshop, borse sportive. Non lavoriamo contro ma con le società. La nostra visione, forse utopica, è quella di creare una specie di academy".
  • La preparazione “all’americana” in offseason.
"Stiamo parlando con Davide Lamma che ha lanciato “Basic To” per far migliorare i giocatori dal punto di vista individuale e vorremmo averlo come referente. Lui lavora sulle carenze dei giocatori con un trainer durante l’estate. E vorremmo farlo qua. Nelle scorse settimane abbiamo avuto Biligha, Abass, Udanoh, Pecchia, Tommaso Marino, perché loro non possono allenarsi al campetto, per il cemento e perchè ci sarà sempre qualcuno che vuole “farti la pelle”. Qui hanno potuto lavorare come in una “bolla” con giocatori del loro calibro. Il feedback è stato positivo, del tipo “era ora!”. Vorremmo che dalla prossima offseason qui vengano i professionisti e gli aspiranti tali e si allenino per migliorare. Poi vorremmo colpire quei ragazzi delle “minors” che d’estate vogliono lavorare, quei talentuosi che hanno bisogno di tanto altro lavoro per arrivare dove sono i coetanei sloveni, croati, fino ad arrivare agli americani".
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I professionisti al Court MLN Allenamento con Davide Lamma di Basic To - Credit Davide Di Ninno @davidedininno

Credit Foto From Official Website

  • Lo sviluppo del 3 vs 3, sport olimpico da Tokyo
"Ci siamo resi conto che sul 3 contro 3 siamo molto indietro. In altre nazioni ci sono dei movimenti e dei professionisti di questa disciplina che sarà alle Olimpiadi da Tokyo. La mia percezione è che in Italia si arrivi sempre un po’ a rilento, c’è ancora la percezione che sia un intrattenimento estivo dove poi si beve la birra assieme. A livello globale iniziano a muoversi dei soldi, alcune nazioni stanno investendo, in primis quelle che non hanno un movimento forte nel 5 vs 5 come l’Olanda. Bisogna rendersi conto che è uno sport diverso, con regole diverse e veloci e una palla diversa, servono dei team che facciano esclusivamente 3 vs 3. Speriamo di dare spazio invernale al 3 vs 3, stiamo lavorando con FISB per farlo crescere, e vorrei che ci fossero ragazzi che scelgono di fare questa disciplina in modo esclusivo".
  • La chiosa di Pinciroli
"Partiamo molto indietro ma c’è un terreno fertile, già iniziare è un bene, bisogna seminare, spezzare i primi tabù. C’è grande energia per la pallacanestro in Italia, i ragazzini sono innamorati della NBA, anche l’Eurolega sta facendo cose egregie dal punto di vista del gioco ma pure della comunicazione. Bisogna capitalizzare questa risorsa perché viceversa non riusciamo a produrre dei giocatori di alto livello. La mia è una lettera aperta a chiunque voglia darci una mano a cambiare le cose".
A cura di Davide Fumagalli e Daniele Fantini
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