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Basket - Melli leader, Fontecchio stella, Mannion in crescita: l'Italia di Pozzecco ha le sue certezze

Davide Fumagalli

Pubblicato 23/08/2022 alle 10:04 GMT+2

BASKET, NAZIONALE - Quattro amichevoli in 8 giorni hanno detto che l'Italia di Gianmarco Pozzecco può competere con le migliori, a patto che giochi sempre al massimo della concentrazione. Individuate le certezze: Melli leader nelle due metà campo, Fontecchio è una stella e Mannion in crescita costante, senza scordare ovviamente Gallinari. Ora si fa sul serio tra qualificazioni Mondiali e Europei.

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Ora si fa sul serio, il tempo degli esperimenti e delle prove è finito per l'Italia del basket. La Nazionale di Gianmarco Pozzecco, dopo il ritiro di Pinzolo, ha concluso anche il ciclo di quattro amichevoli, ha messo in mostra pregi e difetti senza chissà quali sorprese, e anche un'identità piuttosto chiara. Vero, gli azzurri hanno vinto solo con la Repubblica Ceca nella finale per il terzo posto alla Supercup di Amburgo, però hanno lottato alla pari fino alla fine con la Serbia e con la Francia a Bologna, per cui il bilancio può essere tutto sommato positivo, pur considerando il cocente -32 di Montpellier.
Ora arrivano le due partite di qualificazione alla World Cup con l'Ucraina a Riga e a Brescia con la Georgia, e bisognerà fare bene per mettere un'ipoteca sul pass per il Mondiale e arrivare con entusiasmo e buone sensazioni al via di Eurobasket, previsto per venerdì 2 settembre al Forum con l'Estonia. Iniziare il torneo in casa con polemiche e mugugni non sarebbe per nulla una buona cosa. Come dettop erò il ct Pozzecco si appresta a queste sfide "vere" con certezze importanti, su tutte le prestazioni di Nik Melli, di Simone Fontecchio e di Nico Mannion, in attesa che anche Danilo Gallinari e Gigi Datome tornino al 100%.
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Melli al tiro contro Gobert in Italia-Francia

Credit Foto Getty Images

Identità chiara e aggressività per 40'

Il talento non manca di certo a questa Italia, le sfide contro Francia e Serbia lo hanno dimostrato, pur se non abbiamo la fisicità, l'atletismo e i centimetri dei Bleus, o la profondità del roster, i muscoli e le punte di classe che hanno i balcanici, forti di due MVP come Nikola Jokic e Vasa Micic. Detto questo, gli azzurri hanno fatto vedere che se riescono a giocare con aggressività, con lucidità e soprattutto tenendo alto il ritmo e muovendo la palla, possono essere pericolosi: l'atletismo di Tonut, la velocità di Mannion, la capacità di giocare senza palla di Polonara, senza scordarsi Fontecchio, Gallinari e Melli, sono elementi che possono impensierire chiunque in situazioni di isolamento.
Viceversa l'Italia ha fatto vedere, anche nella gara vinta con la Repubblica Ceca, che appena abbassa l'intensità e l'aggressività difensiva, permette agli avversari di produrre parziali e tornare in gara. Poi dipende dall'avversario, ma contro una Francia o una Serbia diventano letali autogol. Questo perchè gli azzurri ad esempio non hanno i centimetri e la fisicità per poter abbassare il ritmo e chiudersi dentro l'area in difesa, e in attacco cercare un gioco interno e statico: un aspetto che coach Pozzecco ha ribadito più e più volte, sottolineandolo nei vari timeout.
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Achille Polonara schiaccia nell'amichevole Italia-Repubblica Ceca

Credit Foto Imago

Nik Melli è già leader

Non che ci fosse bisogno di conferme, ma in queste amichevoli Nicolò Melli si è dimostrato il giocatore forse più importante di questa Italia per come sa essere determinante nelle due metà campo. Il capitano dell'Olimpia Milano è un autentico cervello in difesa, sa sempre mettersi nella posizione giusta, sa quando aiutare, raddoppiare, ruotare, e ha fatto vedere di poter contenere giocatori più grossi di lui come Milutinov, Jokic e Poirier, semplicemente per la sua grande intelligenza. Anche in attacco è un giocatore barometro, perchè può aprire il campo col tiro da tre ma anche trovare i tagli e i movimenti dei compagni in virtù della già citata visione di gioco.
Aldilà dei 13 punti con la Francia a Montpellier e dei 17 con la Serbia, è un giocatore che non va valutato per i punti che fa ma per l'impatto sulla partita, cose che non vanno sul referto ma che sono decisive. E' ovvio che, per qualche limite di atletismo e di centimetri, è spesso a rischio di commettere qualche fallo di troppo, per cui Pozzecco dovrà essere bravo a gestire il suo minutaggio, anche per averlo lucido nei momenti chiave delle partite.

Fontecchio da NBA, Mannion cresce

Per volume di punti e capacità segnare quasi in ogni situazione, Simone Fontecchio è stato impressionante. Il futuro giocatore degli Utah Jazz non solo ha messo in mostra l'ottimo tiro da tre punti ma anche una fisicità e una facilità di segnare in isolamento anche tiri difficili che solo un paio d'anni fa non si potevano immaginare. In quattro amichevoli ha aggiornato due volte il career high in azzurro: 24 punti alla Francia a Bologna, poi 25 alla Serbia, gara chiusa anzitempo per cinque falli. Contro i cechi ha comunque fatto 18 mentre ha steccato la gara di Montpellier, 7 punti con appena due tiri tentati, ma quella è stata una serataccia per tutti. Il dato più impressionante? No, non sono i 18 punti di media, ma il 70% di percentuale reale al tiro (quella che considera tutti i tiri, liberi compresi).
Se Fontecchio è stato comunque costante, chi è in crescita è Nico Mannion. Reduce da una stagione travagliata con la Virtus Bologna, l'ex giocatore dei Golden State Warriors si è dimostrato un giocatore in grado di spaccare le partite con la sua velocità e l'incredibile facilità con cui arriva al ferro: i suoi errori contro la Francia a Bologna sono stati decisivi, però Nico si è riscattato alla grande ad Amburgo, mostrando più consapevolezza, controllo e lucidità nelle scelte. Mannion ha registrato 10 punti totali contro la Francia (due gare), mentre con la Serbia ha fatto 16 punti e con la Rep. Ceca addirittura 20, il top scorer dell'Italia. Pozzecco, se accetta di lasciarlo libero pur con qualche errore, può di sicuro essere felice.

Gallinari verso il recupero, Pajola in ritardo

Per quanto riguarda il resto del roster a disposizione di Pozzecco, è chiaro che Gallinari, Datome, Polonara e Tonut non sono in discussione, hanno ruoli e spazi ben precisi. Chi ha mostrato buone cose, lui pure ad Amburgo, è Pippo Ricci, duttile in difesa e in attacco: ovvio che i suoi minuti dipendono dall'efficacia nel tiro da tre punti ma rimane di sicuro nelle rotazioni. Più in ombra due guardie come Marco Spissu e Alessandro Pajola, sottotono nelle amichevoli: il primo resta un pupillo del Poz senza dubbio, però ha dei limiti fisici importanti e anche lui è legato alle percentuali al tiro da tre; il secondo invece viene da una stagione alla Virtus Bologna in cui non ha fatto vedere i miglioramenti offensivi sperati, sembra un po' stanco (ha giocato anche la Summer League NBA con Dallas) e in generale pare che venga visto quasi solo come uno "specialista difensivo" da usare in determinate situazioni e contro certi avversari.
Pajola il suo posto nei 12 ce l'ha, però forse non con lo spazio e le responsabilità che si aspettava dopo le ottime cose del 2021 tra finali Scudetto con la Virtus, Preolimpico e Tokyo. L'ultimo posto per gli Europei sarà tra Amedeo Tessitori e Tommaso Baldasso, visto che Biligha qualche minuto l'ha comunque avuto. "Tex" è l'unico centro vero, per stazza e per tecnica nei pressi del ferro, però Pozzecco di fatto non l'ha quasi mai utilizzato nelle amichevoli, per cui potrebbe anche decidere a monte di voler fare a meno del suo corpaccione. Baldasso invece qualche minuto l'ha avuto e in quei pochi spazi ha risposto presente, non tanto per i canestri segnati, che sono comunque di valore, ma soprattutto per la capacità di essere pronto, connesso e con la faccia tosta anche ad un livello dove è di fatto un esordiente.
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Fontecchio in esclusiva: "Vogliamo goderci gli Europei in casa"

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