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Basket, Mondiali - Luca Severini: "La chiamata in Nazionale è stata inaspettata. Ci sono tanti italiani di buon livello"

Daniele Fantini

Aggiornato 17/11/2022 alle 14:57 GMT+1

BASKET, MONDIALI 2023 - Luca Severini, ala della Bertram Tortona, racconta l'esperienza vissuta al suo debutto in gare ufficiali con la canotta della Nazionale azzurra nella finestra FIBA di novembre. I match contro Spagna e Georgia sono stati un banco di prova superato in maniera convincente, a dimostrazione del fatto che il talento degli italiani sia molto più alto di quanto si creda.

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25 giugno 2022. Il giorno dell'esordio in azzurro per Luca Severini. E sulla panchina dell'Italbasket per Gianmarco Pozzecco. Cinque giorni dopo il 26esimo compleanno dell'ala della Bertram Tortona, un regalo meraviglioso. A cinque mesi di distanza da quella partita, ecco la seconda chiamata. Questa volta per la finestra FIBA di novembre per le qualificazioni ai Mondiali. Altre due partite, decisive per staccare il pass, contro Spagna e Georgia. È il vero debutto in gare ufficiali, bagnato da due prestazioni solide: 8 punti in quasi 28 minuti contro la Roja nel ko in overtime di Pesaro, 5 nella vittoria a Tbilisi.
Severini ha superato l'esame a pieni voti, proseguendo il percorso di maturazione e crescita vissuto a Tortona. In poco più di un anno è passato dalla promozione dalla LegaDue a una finale di Coppa Italia, una semifinale scudetto e un inizio di nuova stagione in testa alla classifica per le prime cinque giornate. I numeri raccolti in queste gare di inizio campionato sono i migliori della carriera: 6.3 punti e 3.7 rimbalzi in oltre 20 minuti di media a partita. Lo abbiamo raggiunto al ritorno dall'esperienza in azzurro, raccogliendo i suoi ricordi e le sue emozioni. Quelle di un giocatore in rampa di lancio per un futuro brillante.
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Luca Severini al tiro nella partita tra Italia e Spagna per le qualificazioni ai Mondiali 2023

Credit Foto Getty Images

  • In Nazionale a 26 anni. Come lo definiresti? Strano, normale situazione nel basket moderno o una sorpresa?
"L'anno scorso è stato il mio primo vero anno in Serie A, avevo fatto altre esperienze, ma non erano andate benissimo ed ero sceso in A2. Ma la chiamata in Nazionale è stato un traguardo inaspettato, una cosa a cui non pensavo minimamente. Poi è arrivata la seconda convocazione nella finestra di novembre, cosa che mi ha reso molto contento. La sorpresa più grossa, comunque, è stata per l'amichevole di giugno. Era la prima volta e non me l'aspettavo minimamente".
  • Cosa ti lascia a livello emotivo una convocazione in Nazionale? Torni a Tortona con più fiducia sapendo di essere uno dei migliori italiani del campionato?
"La chiamata in azzurro è una sorta di gratificazione per il lavoro fatto durante l'anno con la squadra. Ti lascia un po' di fiducia e consapevolezza in più su quello che puoi fare, ma è anche uno stimolo per continuare a lavorare e a migliorarti. Come vivrò la prossima partita? Avrò sicuramente più fiducia grazie alle buone prestazioni fatte in Nazionale, ma la preparerò e la vivrò allo stesso modo delle altre".
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Luca Severini lotta a rimbalzo con Mike Tobey nell'amichevole di giugno 2022 tra Italia e Slovenia

Credit Foto Imago

  • I momenti che porterai con te per sempre da questa finestra FIBA: quello emozionale che racconterai ai nipoti e quello tecnico che ti potrà aiutare nella carriera.
"Il momento più emozionante è stato l'ingresso in campo nella partita contro la Spagna, la prima ufficiale, ma anche la vittoria con la Georgia che ci ha dato la qualificazione. Il momento tecnico? Giocare due partite consecutive a questo livello contro due ottime squadre ti aiuta a crescere, a capire le tue potenzialità, i tuoi limiti, e cosa puoi imparare per continuare a migliorare".
  • Hai lavorato a contatto con coach Pozzecco. Che cosa ha visto in te e che cosa hai visto tu in lui a livello di gestione del gruppo?
"Pozzecco dimostra sempre tanta stima verso di me, è una cosa che mi ha colpito e mi ha fatto enormemente piacere. Mi ha sempre fatto tanti complimenti, anche dopo le partite, ma non mi ha mai parlato di un vero motivo tecnico che lo ha spinto a chiamarmi. Come allenatore? Non è la classica figura del coach. È uno che ti stimola a far bene, che cerca di toglierti molte pressioni, è uno che farebbe di tutto per i propri giocatori e sa tirar fuori il meglio da ognuno di noi".
  • Dalla LegaDue alla Nazionale in pochi mesi, lo stesso percorso seguito anche da Tessitori e Woldetensae. Credi che il parco azzurro sia stato un po' sottovalutato prima delle finestre FIBA?
"In queste finestre FIBA, senza giocatori di NBA ed Eurolega, è più facile avere un po' più di spazio. Sicuramente ci sono molti giocatori italiani di buon livello, stiamo vivendo un periodo storico di miglioramento. In campionato vedo tanti italiani che giocano tanto e bene, anche da protagonisti, ma è difficile chiamare e coinvolgere tutti. Purtroppo in partita si può andare soltanto in 12".
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Luca Severini al tiro nella partita tra Tortona e Sassari, Supercoppa 2022

Credit Foto Getty Images

  • La tua ascesa ha una traiettoria sovrapponibile con quella di Tortona. Che cosa lo rende oggi un posto speciale? Se volessi dare un consiglio, diresti: 'Vieni a giocare a Tortona perché...'?
"A Tortona c'è un buon progetto, una società solida, un nuovo palazzetto in costruzione, l'idea di affermarsi in questo campionato e di arrivare in Europa. È una società in rampa di lancio che ha tutte le caratteristiche per far bene nei prossimi anni. L'Eurocup nella prossima stagione? Non l'ho mai fatta, ma mi piacerebbe tantissimo giocare una Coppa e provare questa nuova esperienza".
  • Come ti vedi tra cinque anni? Ne avrai 31 e sarai al top della tua carriera.
"Non mi sono mai dato obiettivi a lungo termine. Ho sempre cercato di viverli passo per passo. Il mio obiettivo, dall'inizio, era poter giocare in Serie A. Ci sono riuscito. Ora sto cercando di affermarmi in questa categoria. Il prossimo sarà quello di giocare una Coppa europea".
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