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Basket, Supercoppa: la forza della Virtus Bologna è negli italiani

Daniele Fantini

Pubblicato 20/09/2020 alle 09:54 GMT+2

La batteria azzurra ha coperto un ruolo fondamentale e decisivo nel successo della Segafredo Virtus Bologna nella semifinale della Eurosport Supercoppa 2020. La società ha svolto un ottimo lavoro nel mercato estivo per puntellare gli slot più deboli della scorsa stagione e coach Sasha Djordjevic ha saputo motivare i ragazzi per farli emergere a un livello superiore.

Alessandro Pajola, Virtus Segafredo Bologna 2020-21

Credit Foto Getty Images

Il ritornello si ripete ormai da tempo, ma diventa sempre più vero a ogni anno che passa: una squadra di successo non può prescindere da una forte ossatura italiana. La Virtus Bologna si è mossa sul mercato estivo con obiettivi ben chiari: aggiungere una sola punta offensiva di grande livello che possa fungere da contraltare a Milos Teodosic (Josh Adams al posto di un Frank Gaines che ha deluso per certi aspetti nella scorsa stagione) e rinforzare la batteria azzurra, andando a puntellare quegli slot apparsi più deboli all'interno comunque di un'annata di grande livello conclusa con il primo posto in campionato.
Confermati Alessandro Pajola e Pippo Ricci, Bologna ha scelto di puntare su giocatori con fame e desiderio di emergere, anche se con vissuti differenti. Awudu Abass veniva da un ottimo momento a Brescia dove ha saputo ritrovare quelle sicurezze un po' smarrite a Milano, Amedeo Tessitori era pronto al grande salto dopo l'esperienza con la nazionale assaporata già ai tempi della LegaDue e l'impatto molto promettente con il nostro campionato a Treviso, mentre Amar Alibegovic è il classico talento in rampa di lancio, con una carica energetica e fisica strabordante ma da "educare" e indirizzare all'interno di un contesto-squadra organizzato.
Al netto di qualche delizia di Milos Teodosic e qualche giocata spacca-caviglie di Josh Adams, finalmente calato nel personaggio dopo un inizio di stagione un po' oscuro, è stata proprio la pattuglia azzurra la grande protagonista nell'ottimo secondo tempo che ha permesso alla Virtus di riprendere in mano l'inerzia della semifinale di Supercoppa contro Sassari e spaccarla poi definitivamente in un quarto periodo concluso quasi in accademia. E ogni giocatore ha svolto alla perfezione il compito per cui è stato scelto, in una sinergia perfetta e totale.
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Come spesso accade, Pajola ha contribuito ad alzare l'asticella di energia e intensità difensiva (bassina in un primo tempo ad alto ritmo e con grande libertà per gli attacchi) portandola al livello degno della Virtus, già ottima in questo aspetto del gioco nella scorsa stagione. Abass ha aggiunto fisicità, difesa e capacità di aggredire il ferro in attacco (13 punti, season-high in maglia bianconera dopo qualche partita di scarsa produttività). Tessitori ha fornito un ottimo punto di riferimento in vernice da alternare a Julian Gamble, mostrando grossi miglioramenti nel repertorio dei movimenti offensivi (11 punti, 5/7 al tiro). Alibegovic, come detto, è riuscito a inserire le sue vampate all'interno di un contesto-squadra, risultando decisivo su entrambi i lati del campo (9 punti ma anche 7 rimbalzi per un +13 di plus/minus, il migliore della squadra alle spalle del solo Markovic).
In tutto questo, non dimentichiamoci però del grande artista che regge in mano i fili del teatrino: un plauso va anche e soprattutto a coach Sasha Djordjevic, bravo nella scelta e nell'inserimento dei profili all'interno del progetto e nel motivare i suoi ragazzi per essere competitivi e decisivi a un livello superiore a quelli affrontati in passato.
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