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Basket, Coppa Italia: Da battuta a campione: l'Olimpia Milano ha cambiato il rapporto di forza con la Virtus Bologna

Daniele Fantini

Aggiornato 21/02/2022 alle 10:01 GMT+1

BASKET, COPPA ITALIA - Il trionfo di Pesaro ha permesso all'AX Armani Exchange Milano di tornare a mettere un trofeo in bacheca dopo un anno di attesa e la doppia sconfitta nella finale Scudetto e in Supercoppa contro la Virtus. Le Final Eight ci hanno mostrato rapporti di forza differenti tra le due big rispetto a quelli visti negli ultimi mesi, premianti per la squadra di coach Ettore Messina.

Nicolò Melli, Kyle Hines e Sergio Rodriguez festeggiano la vittoria dell'AX Armani Exchange Milano nella finale di Coppa Italia 2022

Credit Foto Ciamillo-Castoria

A differenza dello scorso anno, quando si sarebbero potute incrociare in semifinale (eventualità saltata per la sconfitta bianconera al primo turno), il tabellone delle Final Eight 2022 sembrava pronto a dipingere un grande remake della finale-scudetto e di Supercoppa tra Milano e Bologna. Teste di serie #1 e #2, distanti una sola vittoria in classifica, a braccetto virtuale sin dalle prime battute stagionali, eccezion fatta per un fugace inserimento di Brindisi come terzo incomodo.
Invece, in finale, l'Olimpia ha trovato Tortona. La stessa Tortona capace di chiudere sul +24 un terzo periodo dominato sulla Virtus. Ma di scivolare poi anche sul -21 contro Milano. L'Armani ha messo in bacheca la seconda Coppa Italia consecutiva con cinque blow-out in 6 gare, e con la sola Brescia a metterla realmente in difficoltà sui 40 minuti.
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L'AX Armani Exchange Milano festeggia la conquista della Coppa Italia 2022

Credit Foto Ciamillo-Castoria

Il trionfo di Pesaro fornisce nuove indicazioni sui rapporti di forza tra le due grandi superpotenze del nostro campionato, in questo momento mutati rispetto alla serie di cinque successi consecutivi con cui Bologna aveva soffocato l'Olimpia tra giugno e settembre per aggiungere alla bacheca Scudetto e Supercoppa. L'equilibrio si è ri-spostato sul fronte biancorosso, come raccontano anche le ultime vicissitudini a livello internazionale. Milano ha ripreso il terzo posto in Eurolega (17-7) con sette vittorie nelle ultime otto partite. La Virtus è scivolata a metà classifica nel girone di Eurocup (6-6) con quattro ko nelle ultime cinque.
E anche nel confronto con la stessa Tortona, squadra che ha meritato in pieno di godersi il palcoscenico della finale per la bontà del progetto costruito in estate e per la qualità del basket improntato da coach Marco Ramondino, sono emersi vantaggi e punti di forza che l'Armani ha saputo mettere in campo a differenza di Bologna.
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Melli e Rodriguez alzano il trofeo, scatta la festa dell'Olimpia Milano

In questo momento, Milano è più gruppo rispetto alla Virtus. Anche con i problemi di infortuni che hanno colpito entrambe in maniera pesante in questa prima metà di stagione. L'Olimpia può godere di un progetto in fase più avanzata, con due anni di vissuto in più sotto coach Ettore Messina. Due anni intensi sia per i risultati raggiunti, con l'apice toccato nelle Final Four di Colonia a maggio 2021, sia per la maniacalità del lavoro svolto in palestra. Che, vista da fuori, risulta probabilmente ossessiva, pressante e pesante. Ma che, da dentro, regala invece grandi traguardi e soddisfazioni.
Milano ha più leader. Anche senza Shavon Shields, il vero two-way player per eccellenza, e Dinos Mitoglou, il sesto uomo che ribaltava tanti equilibri nei primi mesi di stagione. L'Olimpia ha vinto la Coppa Italia con la forza del suo core e dei suoi pretoriani. Malcolm Delaney ha giocato da MVP. Sergio Rodriguez ha trascinato la squadra nel momento più duro contro Brescia. Gigi Datome è tornato a splendere dopo un periodo di appannamento fisico e mentale. Kyle Hines e Nik Melli hanno chiuso il verniciato a doppia mandata. E nel mezzo si è infilato Devon Hall, giocatore cresciutissimo per qualità e quantità e ormai meritevole di sedersi alla tavola dei big biancorossi.
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Olimpia Milano, Ettore Messina: "Un torneo molto difficile"

L'Olimpia è più abituata a questo tipo di partite, da dentro-fuori, con pressione altissima. L'Eurolega, terra dell'"Every game matters", è una palestra impareggiabile. Così come impareggiabile è la difesa dell'Armani a livello italiano. Milano sta costruendo un'altra stagione importante in Europa con la qualità nella sua metacampo difensiva, base sfruttata anche per sollevare la sua seconda Coppa Italia consecutiva. Il terzo quarto contro Sassari da 23-9, i 63 punti a cui ha tenuto una Brescia abituata a viaggiare ai 90 nella sua serie da 9 vittorie consecutive, i 4 punti concessi a Tortona negli otto minuti a cavallo dei due periodi di finali: sono tutti grandi momenti in cui l'Olimpia ha sfoderato la sua difesa fisica, compatta e organizzata da alta Eurolega.
Milano ha un front-court migliore. Anche con le rotazioni più ristrette che richiede il regolamento italiano. Melli-Hines è una coppia d'elite per qualità caratteriali, difensive e tattiche. E Ben Bentil, arrivato quasi come rincalzo, ha saputo scavarsi in tempi rapidissimi la sua nicchia all'interno del sistema, e fungere da terzo pilastro di qualità e quantità. Pippo Ricci e Paul Biligha, dalla panchina, chiudono il cerchio. E ci danno la possibilità di introdurre l'ultimo aspetto. La qualità cresciutissima del parco italiani. Con Melli, Datome e Ricci, Milano ha tre veri big azzurri da schierare. Un up-grade di livello abissale rispetto alla scorsa stagione. Dove il 6+6 imposto dal regolamento italiano annacquava molto la qualità che l'Olimpia riusciva invece a esprimere in Europa.

Riguarda la finale di Coppa Italia tra Milano e Tortona in VOD (Contenuto Premium)

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