Belinelli da MVP non basta, altra delusione per la Virtus Bologna. Ora servono playoff di Eurolega e Scudetto

Niente da fare, la Coppa Italia resta tabù per la Virtus Bologna. Quinta finale consecutiva persa dopo quelle del 2010 e del 2009 contro Siena, quella del 2008 contro Avellino e quella del 2007 contro la Benetton Treviso, e digiuno che prosegue dalla doppietta 2001-2002 dell'allora Kinder di Ettore Messina. La prima finale di Sergio Scariolo in questo torneo si trasforma in un incubo: lui, bresciano, si deve inchinare alla Leonessa in un match che la Segafredo approcciava da naturale favorita dopo il +35 della semifinale con Tortona e avendo vinto il primo trofeo stagionale, la Supercoppa a... Brescia.

Una delusione dura da accettare dopo una partita iniziata male dalla Virtus, difficile da spiegare, a metà tra l'eccesso di pressione per il dover vincere e l'eccesso di sicurezza nei propri mezzi di poter mettere le mani sul match in qualsiasi momento. Per un attimo lo è sembrato, quando è arrivata la rimonta da -18 a -1, ma quel ritorno è stato più di rabbia e di orgoglio che non di lucidità, e alla fine il trofeo ha preso con merito la direzione della Germani.

Nel post partita coach Scariolo ha parlato chiaro, pur con tanta amarezza: "Purtroppo non sono riuscito a tenere la squadra estranea al rischio della pressione. Il nervosismo del primo tempo è stato evidentissimo, 6/14 ai liberi è chiaro. Siamo riusciti a tornare un paio di volte a un possesso di distanza, sicuramente più grazie alla tattica e alla generosità individuale che alla tenuta difensiva. Abbiamo avuto la nostra opportunità – sudata – e non l’abbiamo sfruttata".

Scariolo sa benissimo che fin dall'inizio ha avuto dei segnali non incoraggianti: "Due falli fatti nel primo quarto, 6/14 ai liberi, non ci vuole la laurea per capire che erano nervosi. Abbiamo pensato forse a come sarebbe stato più bello vincere la coppa che a cosa bisogna fare per vincerla". Nonostante le difficoltà, il 17 su 25 ai liberi, il 24% da tre e i problemi difensivi sulle guardie, in particolare contro Della Valle, la Segafredo è arrivata un paio di volte a -1 ma, come ribadito da Scariolo, l'occasione non è stata sfruttata.

Grosso dispiacere in casa Virtus ed enorme rammarico per Marco Belinelli, pratonista di una Final Eight da autentico fuoriclasse quale è. Durante la stagione ha avuto momenti difficili, pareva uscito dalla rotazioni e in rotta con l'allenatore, invece si è confermato un faro imprescindibile e un vero capitano, trascinando la Virtus nelle difficoltà a suon di canestri, senza lesinare sforzi e responsanbilità.

E' arrivato a Torino forte della prestazione da 23 punti (16 consecutivi a cavallo degli ultimi due quarti) proprio contro Brescia in campionato e al PalaAlpitour è stato devastante con tre ventelli: 21 contro Venezia nei quarti, 20 contro Tortona in semifinale e 24 contro la Germani in finale, ultimo baluardo, ultimo ad arrendersi, con 12 di plus minus, il migliore. Con 16 triple totali realizzate (su 30 tentativi), Belinelli segna il nuovo record di tiri da tre punti mandati a bersaglio in una singola edizione delle Final Eight sopravanzando JP Macura l'anno scorso (13 triple) e Devin Smith (11) nel 2008. Una magrissima consolazione per il campione NBA 2014 coi San Antonio Spurs che ha giocato da MVP e da leader indiscusso.

Un anno dopo, la storia si ripete in casa Virtus. La delusione per la sconfitta in semifinale contro Tortona a Pesaro fu mal digerita, la squadra venne rinforzata con gli innesti di Hackett e Shengelia, e venne centrata la fondamentale vittoria dell'Eurocup per conquistare il posto in Eurolega. Ci fu poi la sconfitta in finale Scudetto con Milano, dura da accettare ma "mitigata" appunto dall'Eurolega e dal Tricolore vinto l'anno precedente col 4-0 alla stessa Olimpia.

Ora la situazione è un po' diversa: ok la Supercoppa già in bacheca, però diventa importante ritentare l'assalto allo Scudetto, magari battendo un'altra delusa come Milano, e soprattutto agguantare i playoff di Eurolega per avere la certezza di restarci anche nel 2023-24, senza aspettare eventuali Wild-Card. Difficile immaginare rinforzi dal mercato, coach Sergio Scariolo dovrà recuperare gli infortunati, rimettere nel motore Cordinier e Lundberg, e capire cosa non funziona/non ha funzionato, visto che in finale il quintetto titolare con Jaiteh, Shengelia, Weems, Hackett e Teodosic ha totalizzato un disastroso -71 di plus minus, col regista serbo peggiore in assoluto a -20.

Per la Segafredo non c'è tempo da perdere, bisogna cancellare in fretta la finale di Coppa Italia persa e rimettersi a preparare l'Eurolega: con un record di 11-13 e i posti playoff occupati dalle squadre a 13-11, le prossime quattro gare con Baskonia, a Istanbul col Fenerbahce e il doppio turno con Partizan e a Berlino con l'Alba, diventano fondamentali. La Virtus si gioca tanto futuro in breve tempo, per quest'anno e anche per il prossimo considerato che campioni come Belinelli e Teodosic sono pure in scadenza di contratto.