Trento -8 in casa: Strasburgo in finale di Eurocup

PALATRENTO, TRENTO - Una partita folle non poteva che chiudersi in maniera pazzescamente assurda: dal +4 con cui Trento tocca la doppia cifra di vantaggio combinato, al -19 su cui sprofonda, pugnalata dalle triple di Collins, Campbell e Beaubois, e stordita dai pick'n'roll per Duport e Fofana, al -6 cui la riporta faticosamente Lockett, entusiasmante su entrambi i lati del campo, al canestro con cui Duport fa nuovamente calare notte e sipario a una decina di secondi dalla sirena. Sì, una tripla del vostro centrone di 215, movenze da bradipo ma mano educata, presa senza pensare su rimessa laterale dopo un time-out: da allenatore, la madre di ogni scelleratezza, ma se va dentro...

E mentre Vincent Collet controlla l'efficienza dei suoi by-pass coronarici accasciandosi a fianco dei suoi giocatori in panchina e Paul Lacombe, avvicinandosi a Duport, sembra chiedergli "ma eri veramente sicuro di voler fare quella roba lì?", Strasburgo alza le braccia al cielo quando l'ultima preghiera da centrocampo di Pascolo si spegne a un metro dal ferro: il +8 finale è il minimo indispensabile, ma vale la prima, storica qualificazione alla finale di Eurocup per la formazione francese.

Trento saluta comunque i propri tifosi, accorsi in massa bruciando in 24 ore tutti i biglietti di un palazzo stracolmo, a testa altissima, dimostrando ancora una volta di poter competere con una squadra sulla carta più forte e soprattutto più lunga, considerando le rotazioni sempre ridotte al lumicino per le assenze di Sanders e Baldi Rossi: fino a quando l'intensità rimane alta, specialmente quella difensiva, con Lockett e Sutton a mordere le caviglie, a rotazione, sulla batteria degli esterni francese, che può schierare un campione NBA come Rodrigue Beaubois e due califfi del gioco del basket come Mardy Collins e Louis Campbell, l'Aquila tiene, regge, anzi, gioca per vincere. Poi, quando tutto sembra ormai finito, con Strasburgo a sfoderare tutta la sua potenza di fuoco sul perimetro e a sfruttare i vantaggi fisici vicino a canestro con gli alley-oop per i balzi di Fofana e gli appoggioni di Duport, la squadra ha ancora la forza di ricompattarsi risucchiando energia da un palazzo che trasuda pallacanestro.

Rialzata la difesa, con le trap a centrocampo, i corpi sacrificati di Forray, Lockett e Sutton, e le prolunghe tentacolari di Pascolo ad arpionare ogni pallone e a spiegare a Kyle Weems che non basta sempre essere un attaccante di razza per poter rimanere in campo nei momenti decisivi, Trento ritrova anche quella confidenza offensiva mancata a lungo nella ripresa, con attacchi statici e portatori di un uso smodato e non efficace del tiro da fuori (6/29 contro il 10/21 avversario): l'Aquila mangia lo svantaggio nel giro di 5 minuti, riazzanna la partita con un Lockett superlativo, sogna addirittura di rimettere la testa avanti nel doppio confronto con Wright, che si ingarbuglia però in contropiede, e pensa di potersela giocare ai tiri liberi. Ma una sciocchezza dello stesso Wright, che infila involontariamente un libero di Beaubois facendolo valere 2 (!) e la bomba pazza di Duport spezzano il sogno. Fa male, certo, ma una volta sopito il dolore, ci si renderà conto di quanto è stato bello.

Trento: Poeta 1, Pascolo 22, Forray 7, Flaccadori 8, Sutton 6, Lockett 16, Lechtaler 2, Wright 16. All.: Buscaglia.

Strasburgo: Collins 20, Beaubois 8, Lacombe 0, Leloup 8, Campbell 5, Fofana 13, Weems 10, Duport 20, Howard 2. All.: Collet.