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Basket, Eurocup: Difesa e campioni: la Virtus Bologna insegna l'arte della rimonta

Daniele Fantini

Aggiornato 03/03/2021 alle 13:22 GMT+1

Con la grande rimonta di Lubiana, la Virtus Bologna manda un altro chiaro messaggio alle dirette avversarie per la conquista dell'Eurocup: la solidità difensiva e la qualità dei grandi campioni nella gestione dei possessi decisivi pongono la squadra di Djordjevic su un gradino più alto rispetto all'intera concorrenza.

Vince Hunter, Virtus Segafredo Bologna, 2020-21

Credit Foto Getty Images

Con la vittoria di Lubiana, la Virtus ha compiuto un altro piccolo passo verso l'elite della pallacanestro europea. La striscia aperta di 15 successi consecutivi è la terza più lunga nella storia dell'Eurocup, al pari di quella piazzata dal Khimki nel 2013-14 e da Valencia nel 2018-19. I precedenti sono interessanti, perché sia Khimki che Valencia ora abitano il piano superiore, quello dell'Eurolega, lì dove Bologna punta a tornare con il progetto aperto nell'estate 2019. Il primato sicuro conquistato nel Gruppo G delle Top 16 migliora anche la già ottima scorsa stagione, dove la Virtus frenò nella seconda fase, arrendendosi al Partizan Belgrado di Trinchieri in entrambe le partite, sconfitte che comunque non inficiarono sulla qualificazione ai playoff, poi bloccati dallo scoppio della pandemia. Ma se l'anno scorso, pur mostrando un livello nettamente superiore rispetto alla concorrenza, la Virtus pareva comunque potenzialmente battibile, ora gli equilibri sembrano essere ancora più sbilanciati. Bologna non ha soltanto vinto tutte le partite giocate finora, ma ha anche ribaltato tutte quelle in cui ha vissuto una situazione critica, segno di una compattezza e di un focus di altissimo livello e, soprattutto, di una capacità unica di rispondere a qualsiasi arma, anche la più affilata, estratta dagli avversari.

Svoltare situazioni critiche: l'arte della rimonta

La partita di Lubiana, con quel -9 a 2'48" dalla sirena, sembrava persa. Lo sarebbe stata per il 99% delle squadre. Invece, la Virtus ha trasformato uno svantaggio semi-incolmabile in un successo in doppia cifra in overtime. E non sottovalutiamo quel +10, perché la differenza canestri complessiva sarà poi determinante per la caccia alla testa di serie #1 nello scacchiere dei playoff. Non è la prima volta che, in questa stagione di Coppa, Bologna svolta partite sofferte nei primi tre quarti. È già successo per due volte contro l'AS Monaco, la squadra capace di metterla maggiormente in difficoltà sul piano fisico e atletico, e con il Lokomotiv Kuban: ritrovatasi a inseguire all'ultimo riposo, la Virtus ha poi sempre ribaltato inerzia e risultato con quarti periodi di grande solidità, sia nella metacampo difensiva, lì dove, ancora una volta, risiede la sua forza maggiore, sia nella capacità di gestire i finali con la qualità dei suoi campioni. E ora che Marco Belinelli si è affiancato a Milos Teodosic, le mani affidabili cui consegnare i palloni decisivi non solo soltanto raddoppiate, ma hanno raggiunto un livello probabilmente impareggiabile dalle avversarie di coppa.
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Marco Belinelli è glaciale: tripla dell'overtime a 2" dalla sirena

Weems-Hunter, una coppia difensiva da sogno

Ma se il Mago Milos e il Beli sono saliti in cattedra nel finale, con una personalità e un'efficacia quasi sorprendenti se confrontate con i primi tre quarti della partita, è altrettanto corretto spendere una parola di apprezzamento per il lavoro svolto nella metacampo difensiva, lì dove la Virtus ha sempre costruito i propri parziali vincenti con forza travolgente. La coppia composta da Kyle Weems e Vince Hunter è stata decisiva per l'ennesima volta in stagione. Con il quintetto piccolo, atletico e leggero, la Virtus può cambiare su ogni situazione di blocco senza soffrire, consapevole della capacità di Hunter di restare accoppiato con gli esterni così come quella di Weems di reggere in area e a rimbalzo, sorretto dall'esperienza tattica del Beli. Per non parlare delle qualità di Weems come specialista difensivo in single-coverage, in grado di mettere la museruola a qualsiasi avversario nelle posizioni di 2,3 e 4, con un'efficacia che, nel nostro campionato, è probabilmente inferiore soltanto a quella di Shavon Shields.
Oh, e per imbrigliare i playmaker non vi preoccupate, sarà pane per i denti del rientrante Alessandro Pajola, gradito ritorno per risistemare i preziosi e delicati equilibri difensivi. Al suo esordio dopo tre mesi di stop, Pajola ha risposto in maniera solida e convincente: sguinzagliato a freddo nel momento più complicato della partita, ha contribuito a mandare fuori giri Jaka Blazic e Kendrick Perry, gli avversari più temibili per creatività dal palleggio. E nei prossimi giorni non potrà far altro che migliorare.
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Vince Hunter schiaccia di potenza e chiude la partita di Lubiana

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