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Milano a due facce contro il Khimki: perdere abitua a perdere?

Daniele Fantini

Pubblicato 08/12/2017 alle 09:25 GMT+1

Dopo un primo quarto di grande fattura e chiuso sul +12, Milano non ha saputo gestire la partita nel secondo periodo e si è arenata offensivamente nella ripresa: nel finale, sono mancate quella fiducia e coesione che hanno portato alle tante rimonte (anche se non sempre coronate) in Eurolega. Aver perso tanti finali punto-a-punto ha gettato un’ombra sullo spirito della squadra?

Kaleb Tarczewski al tiro contro Anthony Gill, Armani Exchange Milano-Khimki Mosca, Eurolega 2017-18

Credit Foto LaPresse

Il verdetto: un inizio favoloso e poi l’impasse: perdere abitua a perdere

Parlare dopo una rimonta subita in casa partita da un primo quarto chiuso sul +12 non è mai semplice, ma l’analisi di Simone Pianigiani è stata lucida e precisa: dopo i tanti finali punto-a-punto persi, Milano sembra aver smarrito quella fiducia di squadra nei momenti difficili, come già dimostrato domenica nella stentata vittoria a Reggio Emilia.
Dopo un primo quarto perfetto per approccio e aggressività – forse il migliore della stagione – in cui Milano ha dettato il ritmo-partita e serrato i ranghi di una difesa attenta, l’Olimpia non ha poi saputo gestire con il secondo quintetto andando poi lentamente in impasse nella ripresa. È calata la pressione, è calata l’armonia offensiva, con tante – troppe – soluzioni personali cercate dal palleggio sul perimetro, dimenticando la dimensione interna del gioco e cristallizzando il pallone in punta nonostante il quintetto piccolo che avrebbe dovuto dare maggior ariosità e vivacità all’attacco, ma, soprattutto, sono cambiate le facce: quella fiducia, quella voglia di lottare vista quasi puntalmente in stagione (da ultime, Valencia, Bamberg, Olympiacos e, in misura minore, Efes), hanno lasciato spazio a espressioni di scoramento, affossate ancor di più da quella mitragliata pazzesca di triple insensate di Alexey Shved.
E, come ben sa chi ha giocato, attacco-difesa-morale sono strettamente collegati tra loro: quando l’attacco non funziona è difficile mantenere sempre alta l’intensità difensiva, e quando il morale scende (vedi il momento di break subito nel terzo quarto con quella serie di palloni persi in maniera banale che hanno aperto il campo ai contropiedi del Khimki) è poi difficile raddrizzarlo e resettare il tutto. La paura di Pianigiani si è concretizzata in maniera sinistra: anche se l'idea è quella di non guardare la classifica, perdere, purtroppo, abitua a perdere...

La statistica: il 67.6% da due del Khimki

Dopo un primo quarto da 5/17 complessivo al tiro, frutto della buona difesa di Milano ma anche di una serie di comode conclusioni aperte sbagliate, il Khimki ha raddrizzato la mira nel corso della partita, chiudendo con uno scintillante 23/34 da due (67.6%). Spiccano, tra gli altri, il 3/3 di Andrey Zubkov (tra l’altro perfetto con anche 2/2 dall’arco e vera scintilla dalla panchina per coach Bartzokas nel momento peggiore della sua squadra), il 4/4 di Malcolm Thomas (che non aveva certo iniziato bene la partita) e il 6/7 di Alexey Shved. Ma questo, forse, era da mettere in preventivo...
La mappa di tiro del Khimki negli ultimi tre periodi

La giocata da non dimenticare: Alexey Shved segna da centrocampo

La tripla dal cerchio di centrocampo di Alexey Shved è una coltellata che fa quasi il paio con l’ormai celeberrimo canestro di Ariel Filloy che ha forzato il secondo overtime tra Milano e Avellino in campionato: quest’anno, in quanto a canestri pazzi subiti, l’Olimpia non ha proprio fortuna...
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