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Basket, Eurolega: Il Bayern batte il CSKA, vittorie per Panathinaikos e Real Madrid

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DaEurosport

Aggiornato 30/01/2021 alle 00:21 GMT+1

Cinque gare nel venerdì di Eurolega. Il Bayern Monaco di Trinchieri sbanca il parquet del CSKA Mosca per la prima volta nella storia, 69-66 con 22 punti di Baldwin. Il Panathinaikos schianta Valencia 91-72 (Nedovic 16 e 7 assist), il Real Madrid piega l'Alba Berlino 72-63 (15 Causeur), il Baskonia ferma lo Zalgiris 81-68 (Henry 19). A Belgrado colpo dell'Asvel, 81-78 sulla Stella Rossa (22 Cole).

Wade Balwin, CSKA Mosca-Bayern Monaco, Euroleague 2020-21

Credit Foto Getty Images

CSKA Mosca - FC Bayern Monaco 66-69

Di Marco Arcari. Colpaccio del Bayern Monaco, che per la prima volta nella sua storia in EuroLega riesce a sconfiggere il CSKA Mosca (era 0-7 prima di oggi) e lo fa grazie a una difesa devastante nell’ultimo quarto. La squadra di coach Trinchieri, infatti, rimonta dal -10 del 30’ (60-50) e concede solamente 6 punti nell’ultima frazione, trovando protagonisti diversi per centrare la vittoria. La sfida si caratterizza fin da subito per il bel duello a distanza tra Nikola Milutinov (14 nel 1° quarto) e Jalen Reynolds (6): il lungo serbo del CSKA è devastante, come suo solito, a rimbalzo offensivo, mentre quello del Bayern fa male con piazzati dalla media. Milutinov è talmente inarrestabile da riuscire a segnare anche una tripla (14° punto personale nella frazione) allo scadere dei 24’’ per il +5 moscovita (21-16). Dennis Seeley risponde però con autorità e così al 10’ di gara gli ospiti sono a un solo possesso di distanza (27-25).
Wade Baldwin comincia a far male con cattedratici arresti-e-tiro, mentre l’attacco del CSKA s’inceppa e impiega oltre 3’ per produrre qualcosa. Coach Itoudis perde anche, seppur solo temporaneamente, Milutinov – colpo fortuito alla spalla destra – e trova risposte solamente da Joel Bolomboy, mentre Andrea Trinchieri concede tanti (e veri) minuti a Sasha Grant, uno dei più interessanti giovani prospetti italiani (classe 2002). Baldwin continua a mettere a ferro e fuoco l’area moscovita, ma Darrun Hilliard s’inventa il buzzer che tiene in scia il CSKA a metà partita (39-40). Hilliard ha ormai scaldato la mano, diventando il go-to-guy dei padroni di casa, ma Reynolds riprende a macinare grandi canestri (dopo uno 0/5 consecutivo da 2) e a metà 3° quarto il match è ancora in perfetto equilibrio (48-48). Ancora Hilliard fa 6-0 personale sparando due incredibili bombe (con la perfetta collaborazione dei granitici blocchi di Shengelia), poi arma le mani dei compagni e lancia il tentativo di fuga moscovita (60-50) a 10’ dalla sirena.
Baldwin torna allora a martellare per riportare a contatto il Bayern Monaco, anche perché l’attacco di casa è completamente fuori giri e segna solamente 2 punti in oltre 8’ (62-58). La difesa ospite diventa imperforabile e genera uno 0-11 che riporta in vantaggio la squadra di coach Trinchieri (62-63) al 38’. Daniel Hackett, con la solita grande dose di attributi, sblocca finalmente i suoi con una penetrazione imperiosa, ma anche il finale di gara è stregato per il club moscovita, che commette una serie incredibile – e impensabile per una squadra così qualitativamente eccelsa – di errori, tra palle perse e scelte sbagliate in attacco. Seeley dalla lunetta fa 1/2 e la preghiera da metà campo di Hilliard trova solo il primo ferro. Baldwin MVP (22), ma ottimi anche Reynolds (16 e 8 rimbalzi) e Seeley (17 con 5 assist). Al CSKA non bastano i 16 (con 7 rimbalzi) di Milutinov, complice anche il 38% da 2 di squadra (16/42).
  • CSKA: Bolomboy 6, Khomenko 6, Hilliard 15, Ukhov, Hackett 4, Antonov, Strelnieks, Voigtmann 8, Kochergin n.e., Shengelia 11, Milutinov 16, Kurbanov. All. Itoudis.
  • Bayern: Weiler-Babb 1, George n.e., Baldwin IV 22, Seeley 17, Reynolds 16, Flaccadori, Zipser 3, Gist 2, Johnson 8, Radosevic, Grant. All. Trinchieri.
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Alba Berlino - Real Madrid 63-72

Di Davide Fumagalli. En plein settimanale per il Real Madrid che, dopo il successo casalingo sul Panathinaikos, si impone 72-63 alla Mercedes-Benz Arena di Berlino contro l'Alba nel Round 23. La squadra di Laso, sempre alle prese con le assenze, gioca una gara tutt'altro che brillante ma alla fine conquista con merito il 15esimo successo stagionale che le permette di restare in scia a Milano per il terzo posto. I blancos incappano in 15 palle perse e tirano male da tre, 6 su 24, ma dominano a rimbalzo, 40 a 26, e sono efficaci nel pitturato, come indica il 65% da due: ottimo Causeur, 13 punti, molto bene il classe 2000 Carlos Alocen, 12 punti di cui 10 nel terzo periodo, dominante Tavares, 9 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate. Per la squadra di Aito arriva invece il secondo stop casalingo dopo quello di mercoledì col CSKA: la rimonta nel finale e i 16 punti di Luke Sikma non bastano per evitare il 15esimo ko (5 punti con 2 su 10 al tiro per Simone Fontecchio).
La sfida vede subito un tentativo di allungo del Real Madrid nel primo periodo, 10-0 spinto da Abalde, Alocen e Deck, vantaggio 20-10 che diventa 22-14 alla pausa. Nel secondo quarto il Madrid tocca un paio di volte il +11 con Tavares e un ispirato Thompkins, l'Alba prova a restare a galla con Olinde, le giocate di Sikma e Lammers, ma all'intervallo il tabellone dice 40-30 per i blancos, stampato da una bomba di Rudy Fernandez.
In avvio di ripresa l'Alba ricuce fino a -6 con due bombe di Eriksson e Sikma, ma il Real risponde, si affida ai numeri del mago Alocen, il classe 2000 segna praticamente 10 punti consecutivi e regala il +14 ai suoi sul 50-36, gap che resta invariato anche all'inizio dell'ultimo periodo sul 61-47 dopo una schiacciata di Taylor. A quel punto sembra fatta e invece la squadra di Aito trova modo di rimontare, break di 11-0 chiuso da Lammers e gara riaperta sul 63-65. Qui esce l'esperienza del Real Madrid, Lo non riesce a finire al ferro e dall'altra parte si da Tavares che segna e subisce il fallo, gioco da tre punti per il 68-63; a chiudere il discorso sono Thompkins con la rubata a Lo e poi Deck col canestro del 70-63 a 24" dalla sirena.
Nel prossimo turno, Round 24, ultimo prima dello stop per le coppe nazionali, l'Alba Berlino avrà il derby tedesco all'Audi Dome col Bayern Monaco mentre il Real Madrid giocherà in casa col Baskonia, entrambe venerdì 5 febbraio.
  • Alba: Lo 5, Delow ne, Eriksson 10, Matisseck 2, Schneider 0, Nikic ne, Olinde 7, Fontecchio 5, Thiemann 5, Granger 2, Sikma 16, Lammers 11. All. Garcia Reneses.
  • Real Madrid: Causeur 13, Fernandez 3, Abalde 7, Tyus 0, Alocen 12, Deck 9, Garuba 2, Tavares 9, Llull 2, Thompkins 9, Tisma ne, Taylor 6. All. Laso.
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Panathinaikos OPAP Atene-Valencia Basket 91-72

Di Daniele Fantini. La caduta libera di Valencia prosegue, in netta picchiata, quasi inarrestabile. Nello scheletro di Oaka, la formazione di coach Ponsarnau incassa la sesta sconfitta nelle ultime sette gare e vede scivolare il proprio record in negativo (11-12). È in un'involuzione crescente e molto preoccupante dopo la lunga permanenza in zona playoff, distante ora due vittorie. Di contro, il Panathinaikos (8-14) festeggia al meglio la gara #500 della propria storia in Eurolega e continua a muovere le acque nella parte bassa della classifica, nel tentativo disperato di girare una stagione cominciata molto male ma che ora mostra timidi segnali di miglioramento dopo l'arrivo di Oded Kattash in panchina: con l'ex-leggenda del Maccabi e dello stessa Pana alla guida, i Greens sono 2-2, 3-3 dall'addio di Vovoras considerando anche il periodo di traghettamento con Charalampidis.
La partita si risolve già nel primo tempo, chiuso sul 48-34 dai padroni di casa, margine poi ampliato fino al +19 in una ripresa in cui Valencia mostra scarsa capacità di reazione eccezion fatta per una fiammata di Klemen Prepelic (top-scorer con 20 punti, ultimo ad alzare bandiera bianca) nel terzo periodo. La differenza di approccio marca la gara sin dalla palla a due. Il Panathinaikos è più famelico, aggressivo, intenso, e balza presto sul +10 (20-10) sorprendendo un avversario scarico in difesa e macchinoso con la palla in mano (Valencia concederà il 64% da due e affogherà a rimbalzo 39-27, lasciandone 13 offensivi). L'ingresso di un vivace Martin Hermannsson dalla panchina (13 punti, 5 assist) dà la vaga illusione di una rapida rimonta (22-20 al primo intervallo), ma la mannaia torna a calare, puntuale, in un secondo periodo dominato dalle maglie verdi. E, da lì in poi, lo spartito proseguirà toccando sempre le stesse note.
Nemanja Nedovic guida la squadra greca con 16 punti e 7 assist raccolti in soli 25 minuti, calato in un ruolo molto differente rispetto alla prima parte di stagione con Vovoras. Se prima era sostanzialmente identificabile con il sistema, ora è un elemento funzionale al Panathinaikos, con sembianze sempre più simili a quelle di una vera squadra. Solida la gestione in regia di Eleftherios Bochoridis (12 punti, 5 assist), altro elemento che sta ricevendo spazio e fiducia con Kattash, roccioso Kostas Mitoglou (11 punti, 7 rimbalzi), decisivo con la sua reattività sotto i tabelloni per spegnere l'ultimissima fiammella di speranza avversaria nella ripresa, guizzante Zach Auguste (8), bravo a infilarsi nelle pieghe della difesa in un primo tempo giocato con grande personalità, durissimo Ben Bentil, 7 punti in altrettanti minuti con una vampata di puri muscoli nel terzo periodo. Ma la nota più lieta è data, probabilmente, dai grandi rientri. Giorgios Papagiannis torna padrone del verniciato dopo due gare saltate (8 punti, 9 assist dalla panchina) confermando gli enormi progressi compiuti in una stagione in cui sta finalmente vedendo esplodere il suo enorme potenziale, mentre Ioannis Papapetrou, out per 4 partite, si riprende il proprio ruolo all-around sul perimetro, dando qualità e quantità su entrambi i lati del campo (9 punti, 4 rimbalzi).
  • Panathinaikos: Mack 4, Nedovic 16, Mitoglou 11, White 12, Auguste 8; Papagiannis 8, Bochoridis 12, Papapetrou 9, Kaselakis 2, Kalaitzakis 2, Foster, Bentil 7. All.: Kattash.
  • Valencia: Van Rossom 3, Marinkovic 11, Kalinic 6, Labeyrie 3, Dubljevic 4; Prepelic 20, Puerto, Tobey 9, San Emeterio, Williams 3, Hermannsson 13. N.e.: Pradilla. All.: Ponsarnau.
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Stella Rossa MTS Belgrado-LDLC ASVEL Villeurbanne

Di Davide Fumagalli. Colpo esterno dell'Asvel Villeurbane che sbanca Belgrado battendo la Stella Rossa in volata 81-78 nel Round 23 di Eurolega. La formazione di TJ Parker centra la terza vittoria di fila, la seconda in una settimana dopo quella interna col Baskonia, e si porta a 9-14 di record: prestazione importante dei transalpini, soprattutto nel primo tempo dove toccano anche il +15, poi nel finale in volata è decisivo Norris Cole, autore di 15 dei suoi 22 punti finali nell'ultimo periodo; bene anche Diot e Noua, 14 e 12 punti, in generale l'Asvel tira benissimo da tre come indica 10 su 20 finale (8 su 12 nel primo tempo). Prosegue invece la crisi dei serbi, penultimi con un record di 7-16: la formazione di Radonjic, che ha 17 punti da Dobric e Walden, archivia il terzo ko di fila e il trend fa tutt'altro che ben sperare.
La sfida della Stark Arena vede la Stella Rossa portarsi sul 19-14 con due canestri in fila di Kuzmic, poi l'Asvel risponde con Diot e Strazel per il 25-23 di fine primo quarto. Nel secondo periodo la formazione di TJ Parker cambia marcia, Strazel, Howard, Noua e Diot colpiscono a ripetizione, i serbi non trovano modo di arginare l'attacco avversario e piombano a -15 sul 45-30! La reazione è affidata a Walden e Dobric che dimezzano lo scarto per il 38-45 dell'intervallo.
Nella ripresa Villeurbane tocca di nuovo il +9 ma la Stella Rossa c'è, riduce il gap coi canestri di Lazic e Hall, e in avvio di ultimo quarto va davanti con Reath che segna il canestro del 60-58. Da lì è un botta e risposta fino alla fine, e per l'Asvel sale in cattedra Norris Cole: l'ex giocatore di Cleveland e Miami in NBA, poi anche di Avellino e Maccabi, segna canestri a ripetizione, firma il vantaggio 79-78 e poi costringe Loyd all'errore con una super difesa. Lo stesso Cole mette i due liberi dell'81-78, la Stella Rossa ha ancora una chance con 5" sul cronometro ma Loyd sbaglia due volte dall'arco, l'ultima sulla sirena, e così l'Asvel festeggia il colpaccio esterno.
Settimana prossima, nel Round 24, la Stella Rossa va a Kaunas a far visita allo Zalgiris (giovedì 4 febbraio), mentre l'Asvel riceve all'Astroballe la lanciatissima Olimpia Milano (venerdì 5 febbraio).
  • Stella Rossa: Hall 2, Walden 17, Loyd 8, Davidovac 6, Lazic 3, Reath 4, Radanov ne, Dobric 17, Jagodic-Kuridza, Kuzmic 9, Nnoko 12, Colom. All. Radonjic.
  • ASVEL: Kahudi 6, Lacombe, Diot 14, Fall 4, Noua 12, Hayes, Bako 3, Lighty 5, Howard 7, Yabusele, Cole 22, Strazel 8. All. TJ Parker.
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TD Systems Baskonia Vitoria-Zalgiris Kaunas 81-68

Di Daniele Fantini. Dopo quattro sconfitte consecutive e un crollo nella zona medio-bassa della classifica, il Baskonia (10-13) torna a vedere la luce e fa un piccolo regalo all'Olimpia Milano fermando lo Zalgiris, diretta avversaria nella volata per la post-season. Netti ed evidenti i meriti difensivi della squadra di Dusko Ivanovic, tornata a mordere nella propria metacampo come nelle fasi migliori della prima parte di stagione, dov'era riuscita a orbitare a lungo attorno alla zona playoff: i 68 punti realizzati valgono una delle peggiori prestazioni dell'anno dello Zalgiris, regolarmente fermato nel suo caratteristico gioco in transizione, frenato in quel sistema vorticoso fatto di infinti passaggi consegnati e costretto a ben 20 palle perse.
La partita si spacca nella prima metà del secondo periodo, quando, dopo aver assorbito la spallata iniziale ospite scritta a suon di triple, il Baskonia allunga cavalcando l'ottimo impatto della panchina di Luca Vildoza (14 punti, 3 assist), i tentacoli di un sorprendente Illimane Diop (5 punti e 4 stoppate) e la muscolarità di Tonye Jekiri sotto i tabelloni (10 punti, 7 rimbalzi), presto preferito a un distratto Youssoupha Fall, richiamato in panchina dopo poco più di un minuto di gara e mai rialzatosi fino alla sirena. Il Baskonia allunga sul +12, chiude all'intervallo sul +9 (45-36) e mantiene il cuscinetto di margine in un terzo periodo di grande qualità difensiva da soli 12 punti concessi agli avversari.
Sballottato, frustrato e incapace di imporre il proprio ritmo, lo Zalgiris si affida all'arma della disperazione, schierando una zona allungata nel quarto periodo. Il tatticismo di Schiller sorprende il Baskonia, togliendo fluidità e punti di riferimento a un attacco lanciato su marce altissime per buona parte di gara, ma, nonostante un timido tentativo di rimonta, i veterani tornano a colpire quando serve: Alec Peters (MVP con una serata all-around da 15 punti, 7 rimbalzi e 5 assist) e Pierria Henry (19 punti, 4 assist) mettono in ghiaccio il risultato con una serie di giocate di qualità nel finale rispondendo anche all'ultimissima fiammata di puri nervi che riporta lo Zalgiris a -6 a 2" dalla sirena.
Scivolato a 13-10 e agganciato al settimo posto dalla scalata a ritmo serrato del Fenerbahçe, allo Zalgiris non bastano i 17 punti di Marius Grigonis, svegliatosi molto tardi dopo tre quarti complicati, i 14 di Thomas Walkup, a sua volta scomparso nella ripresa dopo un inizio rovente, e i 12 con 9 rimbalzi e 4 assist di Joffrey Lauvergne, probabilmente il più solido e continuo. La panchina produce poco o nulla: negative le prestazioni dei due classici spacca-partite, Lukas Lekavicius e Rokas Jokubaitis.
  • Baskonia: Henry 19, Giedraitis 7, Sedekerskis 2, Polonara 5, Fall; Vildoza 14, Jekiri 10, Diop 5, Peters 15, Dragic 4. N.e.: Raieste, Kurucs. All.: Ivanovic.
  • Zalgiris: Walkup 14, Grigonis 17, Milaknis 6, Hayes 7, Lauvergne 12; Lekavicius 2, Jankunas 2, Geben 4, Rubit 2, Jokubaitis 2. N.e.: Lukosiunas. All.: Schiller.
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