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Basket, Eurolega: Difesa solida, attacco brillante: l'Olimpia Milano si ritrova nel momento giusto

Daniele Fantini

Aggiornato 10/04/2021 alle 12:21 GMT+2

BASKET, EUROLEGA - Una bella vittoria, due rientri importanti, un sistema che è tornato a funzionare al meglio su entrambe le metacampo: l'Olimpia ha chiuso la regular-season di Eurolega come doveva, su note alte per trasportare le stesse sensazioni positive nel duello tremendo dei playoff contro il Bayern Monaco, squadra che fa di difesa, durezza e fisicità le proprie armi principali.

Malcom Delaney, #23 of AX Armani Exchange Milan in action during the 2020/2021 Turkish Airlines EuroLeague Regular Season Round 34 match between AX Armani Exchange Milan and Anadolu Efes Istanbul at Mediolanum Forum on April 09, 2021 in Milan, Italy.

Credit Foto Getty Images

Una vittoria non si butta mai via, anche se raccolta contro un avversario lontano parente di quello vero, di quello visto esplodere nella seconda parte di stagione con un record di 14-2 prima del ko conclusivo al Forum. Battere l'Efes (per la seconda volta in stagione) con 98 punti realizzati è sempre un bel segnale, soprattutto se arrivato dopo un periodo di grossa difficoltà sofferto nelle ultime settimane. Milano aveva bisogno di ritrovare fiducia nel proprio sistema, fluidità difensiva, impatto e personalità dei suoi interpreti-chiave, e averlo fatto a ridosso dei playoff è un valore aggiunto con importanza tripla rispetto a un qualsiasi altro momento della stagione regolare. Ora cominciano le partite che contano per davvero, e approcciarle avendo rivissuto le stesse sensazioni e situazioni positive del periodo d'oro di gennaio-febbraio non può che aiutare ad allentare le tensioni di un ambiente in cui l'Olimpia ha scarsa dimestichezza, essendo soltanto la seconda avventura nella post-season nell'epoca dell'Eurolega moderna.

Delaney-Evans: l'importanza collettiva di due grandi rientri

I grandi ritorni sono stati probabilmente l'aspetto più interessante di una partita che, per molti tratti, ha avuto le sembianze di un allenamento agonistico, eccezion fatta per la parte iniziale della ripresa, dove Milano ha comunque dimostrato lo spirito giusto per domare l'unico momento di vera pallacanestro giocata dall'Efes. Nonostante la lunga assenza, Malcolm Delaney è apparso da subito molto pronto su entrambe le metacampo. In queste settimane trascorse ai box, l'Olimpia ha sofferto moltissimo la mancanza di un difensore atletico, scafato e tignoso sul pallone, ma anche e soprattutto di un ball-handler e creatore di gioco di grande esperienza e personalità. Nel match contro l'Efes ha ricominciato esattamente da dove aveva lasciato, influendo in maniera estremamente positiva anche sul rendimento di Sergio Rodriguez: dopo le ultime partite in calo, si è rivisto un Chacho ispirato e guizzante, pronto a regalare il meglio di sé con la consapevolezza di avere comunque le spalle coperte.
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Sergio Rodriguez alza per la schiacciata reverse di Jeremy Evans

Un discorso analogo sull'intera front-line biancorossa si potrebbe abbozzare anche con il recupero di Jeremy Evans. Anche lui si era fermato nel momento migliore, quando sembrava finalmente pronto ad ambientarsi dopo le ovvie difficoltà di adattamento iniziali. Contro l'Efes lo abbiamo visto nella sua veste migliore, quella del big-man atletico, verticale, versatile, abile nel giocare il pick'n'roll, dove sembra aver già sviluppato un'intesa interessante con Rodriguez, e ben collocabile nel sistema difensivo di Messina, che sappiamo prediligere lunghi rapidi, atletici, con velocità e mobilità di piedi per contenere il pallone sui cambi e sugli aiuti difensivi e per ruotare dal lato debole. Con un Evans così calato nella parte, il rientro di Kyle Hines e la conferma su buoni livelli di atletismo e concentrazione di Zach LeDay e Jeff Brooks, i meccanismi difensivi dell'Olimpia sembrano pronti a tornare sui grandi standard di metà stagione, con tempismo perfetto per affrontare un'avversaria (il Bayern) che fa proprio della difesa e della fisicità le sue armi migliori.
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Balzo pazzesco di Jeremy Evans: schiacciatona in tap in

Ranghi compatti e forza difensiva: il Bayern si può battere così

D'altronde, Milano aveva spento e smontato il Bayern Monaco nel match di ritorno proprio così, esprimendo la propria forza difensiva alla massima portata in una partita destinata a restare negli annali. In quella serata di metà gennaio, con una rotazione ridotta essenzialmente a otto elementi per i tanti problemi di infortuni, l'Olimpia asfissiò il Bayern riducendolo alla sua peggiore prestazione offensiva della storia: 51 punti segnati (soltanto 20 in un primo tempo drammatico), con 20 palle perse, il 36% da due e un orrido 2/14 dall'arco. Certo, quella Milano, nonostante gli uomini contati, poteva comunque schierare il suo zoccolo-duro per eccellenza, ma è esattamente quello che spera di poter fare tra due settimane con il rientro dell'intero personale al completo, salvo eventuali sfortune in agguato nelle tre gare cruciali di campionato (Brindisi, Sassari e Virtus Bologna) che precederanno l'apertura dei playoff.
Il Bayern sarà un buon accoppiamento? Probabilmente sì, almeno sulla carta, considerando il range di posizioni in cui Milano avrebbe potuto chiudere la regular-season, potendo oscillare tra il quarto e il settimo posto. Il vantaggio del fattore-campo, anche in un Forum sempre tristemente vuoto, aiuterà anche solo in termini di conoscenza del parquet e di maggior tranquillità tra viaggi, spostamenti e pernottamenti all'estero, e i risultati raccolti in regular-season hanno dimostrato come l'Olimpia possa adattarsi bene al sistema di pallacanestro espresso dalla squadra di coach Andrea Trinchieri. Poi c'è sempre qualche vecchia ruggine, che probabilmente ha giocato un ruolo molto più importante di quello decantato in quella magica serata del Forum. E le motivazioni extra, in questo momento della stagione, tendono a essere sempre decisive.
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