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Basket, Eurolega: l'uomo dei finali non sbaglia: Sergio Rodriguez è tornato

Daniele Fantini

Aggiornato 18/12/2020 alle 11:40 GMT+1

Alla sua seconda partita dopo il rientro dall'infortunio, Sergio Rodriguez è stato decisivo nel finale forgiando interamente quel break di 9-0 (4 punti e 2 assist) con cui Milano ha espugnato il campo dell'Efes. I suoi 8 assist valgono il massimo stagionale in Eurolega, segno del pieno recupero di un giocatore-chiave per il sistema di Ettore Messina.

Sergio Rodriguez, AX Armani Exchange Milano, Euroleague 2020-21, focus

Credit Foto Getty Images

Dando un'occhiata fugace alla riga di Sergio Rodriguez nel box-score della partita contro l'Efes non troverete molto. Quattro punti, il minimo stagionale in Eurolega, bis della serata di martedì contro con il Fenerbahçe, giorno del rientro dopo due gare saltate. 0/5 da tre, una delle sue serate peggiori al tiro dell'anno, che allunga a 0/8 una striscia negativa cominciata sempre contro il Fener. Insomma, il Chacho non solo non sta segnando, ma sta tirando anche male, malissimo, contando che quelle triple, prese in larga parte dal palleggio dopo aver creato separazione dal difensore, sono uno dei suoi colpi migliori in faretra. Però, proseguendo sempre su quella linea, andrete a sbattere anche sugli 8 assist, season-high in meno di 20 minuti di azione. E, allora, vi si potrebbe accendere una lampadina: vuoi vedere che, invece, Rodriguez ha fatto silenziosamente una partita delle sue?

La prima svolta: prendere il controllo della partita

Prima che Messina mandasse il Chacho sul cubo dei cambi alla metà del quarto periodo, Milano aveva prodotto 16 punti in 15 minuti di secondo tempo, una media che risulterebbe scomoda anche in Prima Divisione, figurarsi su un campo dove, nell'Eurolega moderna, sono arrivate 14 sconfitte in serie. Erano numeri stridenti, dissonanti rispetto a un primo tempo in cui, invece, Milano aveva fatto sembrare l'Efes, team non plus ultra dello scorso anno, una squadretta minors, cacciata a -17 con uno Shane Larkin ridicolizzato (sì, lo stesso Larkin che dominava il campionato una manciata di mesi fa) e Vasilije Micic trasformato in annoiato spettatore non pagante. Ma mentre i braccioni di Kyle Hines e la garra del suo ormai gemello Zach LeDay tenevano l'attacco di Ataman alla miseria di soli 11 punti nel secondo periodo, strappando sussulti e applausi dai puristi della difesa, Rodriguez faceva silenziosamente il suo, portando la squadra da una situazione di semi-difficoltà iniziale a una di netto controllo del ritmo e dell'inerzia della partita: entrato sul 15-12, uscito sul 24-31, con un break positivo di 9-19 foraggiato da 5 suoi assist.

La seconda svolta: perfetto come closer dalla panchina

Quando Malcolm Delaney, rabbioso e dolorante, ha perso in maniera definitiva la padronanza dei nervi dopo quel fallo antisportivo di Simon, Messina non aveva altra scelta che riaffidarsi al Chacho. Un Chacho fresco, riposato, con la mente snebbiata. In una sola parola, letale, in quella versione da closer che il coach ha voluto ricucirgli addosso in questa stagione, la stessa con cui, qualche anno fa (e con altre gambe, ovviamente), faceva a pezzi gli avversari al Real Madrid. E Rodriguez ha mostrato di non essersi dimenticato di come, in quel periodo, fosse il giocatore più decisivo d'Europa pur uscendo dalla panchina.
Il Chacho non sta segnando, abbiamo detto in maniera volutamente provocatoria qualche riga sopra. In realtà ha segnato quando conta, nel momento in cui il pallone, se messo nelle mani di un campione, avrà una confidenza diversa con il canestro rispetto a un giocatore qualunque. Quel break di 9-0 con cui Milano ha rigirato la partita trasformando in una vittoria storica quella che sembrava destinata a sfociare in una bruciante sconfitta, è scaturito interamente dai suoi polpastrelli: 4 punti e due assist per altri 5 di Kevin Punter, il tutto servito con la naturalezza di chi ha già vissuto e risolto queste situazioni centinaia di volte in carriera.
È il linguaggio del corpo del giocatore che lascia presagire l'epilogo dell'azione, ancor prima che un tiro venga scoccato o un assist servito. Quello di Rodriguez, nel finale contro l'Efes, è stato quello di un giocatore vincente, in fiducia, in palla, recuperato. Un mix di movenze e sguardi che facevano intendere che quei tiri sarebbero entrati, al 100%. E che quei passaggi per Punter, precisi, puntuali, al petto, perfetti per mettere in ritmo in tiratore micidiale, si sarebbero trasformati in altrettanti assist. Bentornato, Chacho!

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