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Eurolega, il Real Madrid è in crisi: 4 sconfitte e il nodo Campazzo

Davide Fumagalli

Aggiornato 24/10/2020 alle 15:41 GMT+2

Con lo scivolone nel Clasico col Barcellona il Real Madrid è arrivato già a 4 sconfitte nelle prime 5 gare di Eurolega, la peggior partenza da quando in panchina c'è Pablo Laso nel 2011. La squadra ha tanti problemi, i giovani non sono pronti, il mercato non ha portato i ricambi necessari e l'incognita legata al probabile addio di Campazzo verso l'NBA sta diventando un peso per tutti.

Facundo Campazzo, Real Madrid - Focus Eurosport

Credit Foto Getty Images

Fa davvero strano guardare la classifica della regular season di Eurolega dopo 5 giornate e notare al comando Bayern Monaco e Zalgiris Kaunas, oltre al Barcellona, con 4 vinte e una sola persa, e in fondo tra le altre il Real Madrid con un solo successo e quattro stop, l'ultimo nel Clasico del PalauBlaugrana. Nessun errore, la graduatoria non è ribaltata per chissà quale evento, semplicemente i Blancos stanno vivendo un avvio di stagione complicato e con problemi chiari ed evidenti all'interno del roster gestito da Pablo Laso, al timone dal 2011.
Se in Liga ACB il Real Madrid è primo e imbattuto insieme a Tenerife (5-0 il record), in Europa le cose cambiano anche perchè è diverso il livello degli avversari: la cosa più preoccupante è che è totalmente differente rispetto al passato il livello dei Blancos, un cambiamento in negativo che ha radici nella gestione del mercato estivo e nella costruzione della squadra per questa stagione, in particolare legato al nome di Facundo Campazzo, sulla carta la stella indiscussa dei Merengues.

Avvio da incubo e la serie di blackout

Lo scivolone nel Clasico col Barcellona è stato il quarto stop per il Real Madrid, il quarto in appena cinque partite: mai erano arrivate tanto presto quattro sconfitte in Eurolega in questo secolo. La squadra di Pablo Laso ha vinto soltanto contro il Khimki, in casa e contro una formazione praticamente senza stelle (assenti per Covid), mentre le altre gare le ha perse abbastanza nettamente, sempre "regalando" uno o due quarti agli avversari:
  • 1a giornata, sconfitta 76-63 sul campo del Baskonia: 24-14 nell'ultimo quarto (52-49 al 30')
  • 2a giornata, sconfitta 93-77 in casa contro Valencia: 51-34 per gli ospiti nei due periodi centrali (19-17 al 10')
  • 4a giornata, sconfitta 78-70 a Milano con l'Olimpia: 47-28 per la squadra di Messina nella ripresa (31-42 al 20' e anche +14)
  • 5a giornata, sconfitta 79-72 a Barcellona: 30-13 nel 2° quarto per i bluagrana, 48-27 all'intervallo (45-31 Real nella ripresa)
Queste pause, sia tecniche, sia soprattutto mentali di puro nervosismo a volte, stanno costando tantissimo ai Blancos che in passato riuscivano sempre a controllare i nervi e a tradurre il carisma e il temperamento delle proprie stelle in punti di forza. Ora invece sono dei veri e propri limiti che pesano sul peggior avvio in Eurolega da quando c'è Pablo Laso dato che, come detto, la quarta sconfitta non era mai arrivata così presto:
  • 2020-21: alla 5a giornata (1-4, 23 ottobre)
  • 2019-20: alla 19a giornata (15-4, 14 gennaio)
  • 2018-19: alla 19a giornata (15-4, 18 gennaio)
  • 2017-18: alla 9a giornata (5-4, 24 novembre)
  • 2016-17: alla 12a giornata (8-4, 15 dicembre)
Il Real Madrid non iniziava così male dalla stagione 2017-18 quando partì 5-6 e chiuse la stagione col record di 19-11: però poi vinse il trofeo con Luka Doncic MVP. Mai dire mai, ma questa sembra un'altra storia...

Mercato insufficiente: solo giovani e nessun ricambio

Molti dei problemi sono certamente legati al mercato estivo e a come questa squadra è stata assemblata. Un lungo utile e di buon talento come Jordan Mickey non è stato sostituito (fallito l'assalto ad Ante Zizic che ha preferito il Maccabi Tel Aviv, ndr), il tunisino Salah Mejri è stato lasciato partire, idem la guardia slovena Klemen Prepelic che è andato a rinforzare Valencia, mentre per far fronte alla questione Campazzo è stato trattenuto Nico Laprovittola, giocatore mai stato nelle grazie di Laso e che pareva destinato a partire avendo già un accordo col Panathinaikos. Gli unici innesti sono stati Carlos Alocen, playmaker di 19 anni di grande prospettiva di rientro dal prestito a Saragozza, e Alberto Abalde, altro talento classe 1995 per cui il Real ha investito molto pur di strapparlo a Valencia.
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Carlos Alocen e Adam Hanga, Barcellona-Real Madrid, Eurolega 2020-21

Credit Foto Getty Images

Questi ultimi due, uniti a Usman Garuba, lungo del 2002, hanno però bisogno di tempo per crescere ed inserirsi al meglio nel sistema, cosa tutt'altro che facile se i primi attori non girano e se tutta la squadra è disfunzionale. Questo il problema principale a cui si trova di fronte Laso: un nucleo insieme da tanto tempo che forse è stato spremuto del tutto, l'età che avanza per i vari Llull, Fernandez (da 8 a 4 punti di media), Causeur, Carroll e Reyes, i problemi fisici che stanno frenando due pilastri come Randolph (da 13.7 a 3.3 punti di media) e Taylor, e le sirene NBA che hanno frastornato Deck e Tavares, irriconoscibili dopo aver impressionato tutti l'anno scorso. L'unico che sta tenendo un certo standard è il lungo Thompkins, insieme ad Abalde, ma è chiaro che non è sufficiente.
Nello specifico questo Real Madrid faceva spesso affidamento sulle giocate del tandem Campazzo-Tavares, soprattutto da situazione di pick&roll: se loro non funzionano, e non stanno funzionando, la squadra non gira, non si creano vantaggi e tiri aperti per gli altri, e di conseguenza il meccanismo implode.

Facundo Campazzo, da stella a "peso"

Al centro della questione c'è proprio "Facu". Non è un mistero che il giocatore ha l'obiettivo di giocare in NBA e se la stagione in America fosse stata "regolare", a quest'ora il playmaker argentino era già dall'altra parte dell'oceano. Invece lo stravolgimento del calendario ha obbligato Campazzo a restare ancora a Madrid per la preparazione e l'inizio della stagione, seguendo un "accordo" col club Merengue, ma il punto è che questa strategia sta portando solo risultati negativi per lui e per la squadra.
Il playmaker classe 1991, che in NBA è seguito da Minnesota Timberwolves, Dallas Mavericks e San Antonio Spurs, pare aver perso quella magia e quella gioia che ha sempre avuto, i classici numeri non gli riescono ed è lui in primis molto nervoso e "fuori ritmo": viaggia a 9 punti, 4.4 assist e 10.4 di valutazione mentre lo scorso anno le sue medie erano di 9.9 punti, 7.1 assist e 15.4 di valutazione. Un calo, certo, ma non tale da spiegare gli alti e bassi importanti dell'argentino in campo.
Il grosso problema che ha il Real Madrid, fin dall'estate, era individuare un sostituto di Campazzo: gli altri big nel ruolo in Europa sono tutti legati ai rispettivi club, da Larkin e Micic con l'Efes, a Wilbekin col Maccabi, passando per Mike James al CSKA e per Calathes, trasferitosi dal Panathinaikos ai rivali del Barcellona. Si è fatto il nome di Luca Vildoza del Baskonia, grande talento lui pure argentino ma lontano dal livello dei giocatori menzionati prima, mentre convincono poco i potenziali free agent NBA come Emmanuel Mudiay e Nigel Williams-Goss (già visto in Europa con Partizan e Olympiacos, ndr), entrambi agli Utah Jazz.
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