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Basket, Eurolega: Gigi Datome è rinato nella big-ball dell'Olimpia Milano

Daniele Fantini

Aggiornato 05/11/2021 alle 12:21 GMT+1

BASKET, EUROLEGA - Con 17 punti (season-high) e un gioco da 4 decisivo nel finale in volata, Gigi Datome è stato l'MVP della grande vittoria dell'AX Armani Exchange Milano nello scontro al vertice con il Barcellona. Datome sta vivendo un momento brillante a livello personale, perfettamente inserito da ala piccola nel nuovo sistema big-ball dell'Olimpia, con quintetti alti, pesanti e fisici.

Gigi Datome, AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Gigi Datome sfoga tutta la sua rabbia davanti alla panchina del Barcellona. Le dita della mano destra si allungano a indicare il "3", la tripla che ha appena sparato, con fallo, in faccia a Cory Higgins. La bocca si allarga in un urlo che quasi sovrasta quello degli oltre 7.000 del Forum, esploso in un boato assordante per acclamare la giocata che risolleva l'Olimpia dal terrore opprimente di perdere, in modo atroce, una partita controllata a lungo. È la fotografia più bella della serata. Anzi, di questo intero inizio di stagione. Assieme a quella del Chacho che, dopo aver infilato il canestro della buonanotte in testa a Mirotic, torna in panchina sprizzando gioia e indicando la scritta "Olimpia Milano" sul petto della sua canotta. Perché, per la prima volta nell'epoca dell'Eurolega moderna, Milano è da sola in testa alla classifica.

"Gigi Datome rinato"

I 17 punti di Datome valgono la sua miglior partita dallo scorso 12 gennaio, quando abbatté Valencia quasi in solitaria, infilandone 27 per aggiornare il suo career-high in Eurolega. In generale, sono la sua quarta miglior prestazione in assoluto in maglia Olimpia dopo i due ventelli scritti contro Khimki e (ancora) Valencia nella sua prima annata in biancorosso. Di casuale non c'è nulla, perché l'exploit di Datome è arrivato in maniera del tutto naturale, come sbocco di uno dei suoi migliori periodi a Milano. Quel "Datome rinato" che si legge un po' ovunque sui social è la pura verità. Una verità che nasconde, però, un retrogusto amaro. Ossia il timore di aver smarrito la barba più celebre del basket italiano sotto il peso della carta d'identità e delle ginocchia consumate. Un dubbio emerso in maniera contagiosa di fronte agli inizi stentati di settembre, ma poi sempre più stemperato di settimana in settimana. Fino a oggi. Quando Datome è risalito, con pieno merito, sull'altare dei tifosi.
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Gigi Datome al tiro contro Kyle Kuric, AX Armani Exchange Milano-FC Barcellona, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Il processo di rinascita di Datome passa attraverso una grande capacità di auto-gestione nel corso della partita. L'esperienza è ormai talmente fine che Datome sa perfettamente come, dove e quando piazzare le sue fiammate da campione. Non parliamo soltanto di canestri decisivi per peso, importanza e timing, ma anche capacità di leggere la partita. Di comprendere cosa possa servire in quel momento alla squadra. Cosa possa mettere in difficoltà l'avversario. Contro il Barcellona, Datome è andato otto volte in lunetta, segnandone sette. In questa stagione, non aveva ancora tirato un singolo libero in Eurolega. Nelle due precedenti a Milano non era mai andato oltre i cinque. Subire un fallo, spezzare il ritmo, rifiatare, segnare punti facili in lunetta è stato decisivo in una partita essenzialmente di difese. Dove, eccezion fatta per un breve momento del primo periodo, ogni punto è stato sudato, da entrambe, con fatica epica.

La chiave tattica: Datome da 3 nella nuova big-ball di Milano

Ma nella rinascita di Datome c'è anche altro oltre alla capacità unica di attingere a piene mani da un'enciclopedia cestistica personale sconfinata. C'è anche un cambiamento a livello tattico su cui l'Olimpia sta costruendo gran parte dei successi in questo inizio di stagione e in cui, a dispetto delle aspettative, Datome si è inserito in maniera ottimale. Mentre l'America esaspera i concetti di small-ball, l'Europa risponde in maniera contraria. Milano (ma anche il Barcellona) gioca la big-ball. Schiera quintetti pesanti, fisici, con due lunghi veri e un 3 di fisico. Se prima erano i 3 a essere riadattati da 4, ora il processo tende all'inverso. Basti pensare anche a Pippo Ricci, schierato ormai in maniera fissa da ala piccola e sguinzagliato anche sulle tracce di Cory Higgins e Nick Calathes.
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Gigi Datome, AX Armani Exchange Milano-FC Barcellona, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Il Datome utilizzato da 4 tattico, in quintetti leggeri e con grande potenza di fuoco sul perimetro, era un must delle prime due stagioni di Messina a Milano. Una mossa che aumentava la pericolosità offensiva generale e che permetteva di coprire i deficit di rapidità e velocità sugli esterni avversari. Ma che, di contro, alleggeriva l'area in maniera eccessiva, rendendo l'Olimpia molto vulnerabile in vernice. Oggi, con gli innesti di Nik Melli e Dinos Mitoglou, quei problemi si possono arginare. Milano non ha più il solo Kyle Hines a fare da baluardo in mezzo all'area, ma altre due torri di intelligenza tattica superlativa. E allora, qualche sbavatura in più sul perimetro è ammissibile, perché il verniciato resta comunque molto ben protetto. E dall'altra parte, con la riscoperta del post-basso, si possono aprire nuovi spazi per i tiratori sul perimetro (non a caso, le due triple consecutive per il contro-sorpasso finale sono arrivate da due situazioni di post giocate e lette alla perfezione da Melli). E così, anche Datome può ritrovare il suo ruolo naturale. Quello in cui, anche a 34 anni e con quelle ginocchia da chilometraggio infinito, spiega ancora basket ad altissimo livello.
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