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Basket, Eurolega: Olimpia Milano in crisi mentale: la pressione è il nuovo avversario da battere

Daniele Fantini

Pubblicato 23/03/2022 alle 11:21 GMT+1

BASKET, EUROLEGA - L'AX Armani Exchange Milano si trova invischiata in un nuovo periodo di flessione mentale aperto dopo la conquista della Coppa Italia. La squadra sta giocando con una pressione altissima sulle spalle, che si tramuta in una stagnazione evidente del sistema offensivo. Le tre sconfitte nelle ultime quattro gare remano tutte in questa direzione.

Sergio Rodriguez in azione nella partita tra Maccabi Playtika Tel Aviv e AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Una squadra prima della Coppa Italia. Un'altra dopo. La conquista del trofeo di febbraio sembra trasformarsi ancora una volta in spartiacque per la stagione di Milano. Lo scorso anno, il trionfo nelle Final Eight del Forum, conquistate travolgendo gli avversari con una serie di scarti siderali, segnò l'apice della stagione biancorossa. Da quel momento in poi, l'Olimpia soffrì una grossa flessione fisica, tamponata da un boost puramente adrenalinico e nervoso concentrato nelle gare conclusive di Eurolega che le permise di superare i playoff contro il Bayern e arrivare a un tiro di distanza dalla finale.
Quest'anno, almeno per il momento, il post-Coppa Italia si sta trasformando nel periodo più complicato della terza stagione di coach Ettore Messina a Milano. Dopo le sette vittorie in otto partite conquistate nelle prime settimane del 2022, l'Olimpia ha incassato tre ko nelle ultime quattro gare. L'unico successo è un +1 a Oaka, strappato con un tiro libero di Kyle Hines dopo aver sperperato in una manciata di secondi un vantaggio in doppia cifra. Ma, a differenza dello scorso anno, quando la squadra arrivò a fine corsa con evidente mancanza di benzina, il problema sembra più spostato sulla sfera mentale. La Milano di Messina 3.0 vince quando gioca con la testa libera. Anzi, vince bene, da squadra dominante. Ma, quando la pressione sale, sembra faticare a reggerla e a gestirla.
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Coach Ettore Messina durante la partita tra Maccabi Playtika Tel Aviv e AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Una stagione da alti e bassi, seguendo la serenità emotiva

La stagione ha seguito uno strano andamento sinusoidale dettato dal livello di serenità mentale. A inizio anno, quando la squadra, sulla carta, appariva meno collaudata e solida rispetto a quella capace di tornare alle Final Four dopo trent'anni di attesa, l'Olimpia scattò al via con marce altissime. Il sentimento comune era positivo, energico: dimostrare di essere ancora una grande contender. Un sentimento tradotto nella partenza con primo posto a 8-1. Ma la vittoria di Istanbul, centrata con quel capolavoro difensivo storico da soli 43 punti concessi al Fenerbahçe, cambiò lo scenario. Milano non era più una sorpresa. Ma era diventata la squadra da battere.
La striscia di quattro sconfitte consecutive innescate dalla "campagna di Russia" ridimensionò record e aspettative. L'Olimpia tornò a essere una "semplice" squadra con obiettivo playoff. La pressione, allentata, permise di costruire un inverno ricchissimo di vittorie. Ma ora, con il secondo posto di nuovo obiettivo concreto e tangibile per la crisi del Real Madrid, Milano è tornata a impantanarsi in una impasse mentale di difficile soluzione.
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Malcolm Delaney in palleggio nella partita tra Maccabi Playtika Tel Aviv e AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Il freno della pressione mentale

L'Armani gioca con un livello altissimo di pressione sulle spalle, dovuta alla necessità di ottenere un grande risultato. Una pressione che l'anno scorso era molto più lieve, per mancanza di un vissuto vincente recente. La stagnazione del sistema offensivo è lo specchio della difficoltà mentale. La squadra gioca un basket statico, timoroso, ai limiti dell'impacciato. Le palle perse, categoria statistica in cui l'Olimpia ha primeggiato a lungo, ora si impilano in quantità (addirittura 21 nella sconfitta di Tel Aviv!). Molte sono banali, sorprendenti per l'esperienza dei giocatori in campo. Il controllo esasperato del ritmo-partita si sta trasformando in un boomerang. Milano frena e rallenta, ma non costruisce. E si trova costretta a scelte di tiro di bassa qualità e scarsa percentuale, spesso forzate nei secondi finali delle azioni. È un basket prevedibile, con una creazione limitata di vantaggi dal palleggio e che risente della mancanza di un vero lungo d'area. È un basket che le avversarie hanno potuto conoscere e studiare, mettendo in campo solide contromosse.
L'Armani gioca partite a 60-70 punti da tempo, intendiamoci. Ma nella serie positiva tra dicembre e febbraio ha potuto godere di una qualità difensiva stellare. Dati alla mano, la migliore in assoluto nell'epoca dell'Eurolega a girone unico. Ma, se in quel sistema difensivo si aprono crepe, giocare ai 60 si trasforma in un Inferno. Ed è quello il momento in cui le lacune tecniche nella metacampo offensiva emergono in tutta la loro forza, rendendo Milano spuntata in entrambe le fasi di gioco.
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Yiftach Ziv schiaccia nella partita tra Maccabi Playtika Tel Aviv e AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

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