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Basket, Eurolega: Olimpia Milano-Maccabi Tel Aviv: una grande classica per restare al top

Daniele Fantini

Pubblicato 11/10/2021 alle 20:04 GMT+2

BASKET, EUROLEGA - Dopo le due vittorie su CSKA e Baskonia, l'AX Armani Exchange Milano ospita il Maccabi Tel Aviv riaccendendo una delle rivalità più antiche e sentite del basket europeo. La squadra israeliana è molto cambiata rispetto alla scorsa stagione, ricostruendo attorno a Scottie Wilbekin: intrappolarlo sul perimetro sarà il punto-chiave del game-plan difensivo di coach Ettore Messina,

Malcolm Delaney in palleggio contro Scottie Wilbekin, AX Armani Exchange Milano-Maccabi Playtika Tel Aviv, Eurolega 2020-21

Credit Foto Getty Images

ILosanna 1987. Gand 1988. Gli ultimi due trionfi europei dell'Olimpia hanno avuto lo stesso denominatore: una finale vinta punto a punto contro il Maccabi. Quella tra Milano e Tel Aviv è una rivalità storica fra due grandi potenze del basket continentale che si perde ormai nella notte dei tempi. E martedì sera, alle 20.30, Olimpia e Maccabi si ritroveranno per la 21esima volta nell'epoca dell'Eurolega moderna, in una partita che può già fungere da piccolo spartiacque in questo inizio di campionato. Perché una vittoria regalerebbe a Milano un avvio da 3-0 ricco di entusiasmo con cui lanciarsi verso il primo doppio turno settimanale della stagione, già pericolosissimo con il big-match di venerdì sera contro i campioni in carica dell'Anadolu Efes Istanbul.
I precedenti dicono 12-8 in favore del Maccabi. Ma la storia recente rema in una direzione diversa. Milano ha vinto quattro delle ultime cinque partite contro la corazzata israeliana, aggiudicandosi anche il doppio confronto della scorsa stagione festeggiando la prima, storica vittoria a Tel Aviv. Certo, in regime di porte chiuse per l'emergenza sanitaria, ma comunque su un campo mai violato dal 2000 in poi.
La striscia positiva testimonia un ribaltamento di forze ed equilibri maturato nell'ultimo triennio. Dopo aver segnato la prima decade del nuovo millennio (6 finali e due titoli vinti tra il 2000 e il 2011) e aver dato un'ultimo colpo di coda con il trionfo del 2014 alle Final Four di Assago (raggiunte dopo aver eliminato la stessa Milano di Luca Banchi ai playoff), il Maccabi sta attraversando una fase di ridimensionamento economico e ricostruzione. Di contro, con l'arrivo di coach Ettore Messina, l'Olimpia ha alzato livello e obiettivi. E un'altra vittoria casalinga dopo lo splendido successo all'esordio contro il CSKA darebbe tanta forza al nuovo progetto per il secondo assalto consecutivo alle Final Four.

Maccabi Playtika Tel Aviv: il roster 2021-22

#GiocatoreRuoloAltezza
1Scottie Wilbekinplay188
2Keenan Evansguardia190
4Angelo Caloiaroala203
6Derrick Williamsala203
7Kameron Taylorguardia198
8Jalen Reynoldscentro207
9Roman Sorkincentro208
10Oded Brandweinguardia179
12John DiBartolomeoplay183
14Oz Blayzerala200
15Jake Cohenala210
21James Nunnallyala201
23Ante Ziziccentro210
26Mathias Lessortala/centro206
99Iftah Zivplay191
CoachIoannis Sfairopoulos--

Mercato, punti di forza e debolezze: com'è cambiato il Maccabi

Il Maccabi viene da una stagione deludente, vissuta interamente nel limbo, in quella "terra di nessuno" compresa tra la coda della zona playoff e il fondo della classifica. Il 13° posto con record di 14-20, maturato con tante sconfitte in volata, ha spinto la società a un nuovo grande restyling del roster dopo le operazioni importanti già piazzate nell'estate 2020. Il Maccabi ha fatto piazza pulita nel back-court, salutando Elijah Bryant, Tyler Dorsey e Chris Jones, si è liberato della carcassa di Omri Casspi, e sfrondato in maniera pesante anche il front-court, dando l'addio a Othello Hunter, Dragan Bender e Yovel Zoosman. I punti fermi del nuovo roster sono sostanzialmente due: Scottie Wilbekin, chiamato a tornare al livello di superstar assoluta toccato due anni fa, quando viaggiava a oltre 16 punti di media a partita, e Ante Zizic, out però per almeno un mese a causa di un infortunio muscolare sofferto in pre-stagione.
Il mercato si è mosso sul fronte delle scommesse. Il Maccabi ha affiancato a Wilbekin due rookie sul perimetro, Keenan Evans e Kameron Taylor: entrambi vengono da due stagioni molto prolifiche rispettivamente all'Hapoel Haifa (18.7 punti per Evans) e ad Amburgo (13.9 per Taylor) ma sono ancora da costruire a livello Eurolega. Così come scommesse, ma su un piano differente, ossia di seconde (o terze e quarte...) opportunità date a grandi veterani, sono i ricicli di James Nunnally e Derrick Williams. Il primo era scomparso da tempo dai radar dell'Eurolega, in netta fase calante dopo lo spezzone di stagione giocato a Milano nel 2019. Il secondo, dopo l'exploit da rookie al Bayern Monaco in una squadra costruita sostanzialmente attorno a lui, ha poi faticato a inserirsi in contesti più strutturati, sia al Fenerbahçe che a Valencia.
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Scottie Wilbekin in azione tra Sergio Rodriguez e Malcolm Delaney, Maccabi Tel Aviv-AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2020-21

Credit Foto Getty Images

Il colpo di mercato più intrigante sembrerebbe essere Jalen Reynolds, arrivato in una sorta di scambio tra lunghi con il Bayern che ha coinvolto Othello Hunter in direzione opposta. L'ex big-man della Reggiana viene da una stagione straordinaria in Baviera con coach Andrea Trinchieri (13.6 punti e 5.8 rimbalzi di media) ma ora è di fronte alla sfida più importante della carriera: dimostrare di potersi e sapersi confermare anche altrove.
Il record del Maccabi in questo inizio di stagione recita 1-1. Vittoria casalinga in volata contro il Bayern all'esordio e sconfitta pesante contro la Stella Rossa sempre a Tel Aviv. La squadra è stata molto altalenante, com'è logico attendersi da un gruppo ancora in fase di assemblamento e conoscenza reciproca. Il sistema offensivo è estremamente dipendente dalle invenzioni di Scottie Wilbekin (23 di media nelle prime due uscite) e poco produttivo in linea generale: 69 punti segnati contro il Bayern e soltanto 63 contro la Stella Rossa. Nunnally e Williams non stanno incidendo, e anche il front-court, senza Zizic, è molto leggero. Per tamponare, il Maccabi ha inserito a gettone Mathias Lessort: il francese ha debuttato la scorsa settimana con buon impatto (16 punti in 19' dalla panchina).

Le chiavi della partita: come Milano può battere il Maccabi

Il punto focale del game-plan difensivo sarà mettere la museruola a Scottie Wilbekin. Tagliare la testa all'attacco del Maccabi significa essere già a metà dell'opera. E Milano ha le carte per farlo. Malcolm Delaney, in questo avvio di stagione, è sempre stato una sicurezza nel lavoro di marcatura sul pallone. E le spalle sono ben coperte, con la possibilità di costruire una staffetta utilizzando Jerian Grant e, all'occorrenza, anche Devon Hall e Shavon Shields.
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Kyle Hines in marcatura su Scottie Wilbekin, AX Armani Exchange Milano-Maccabi Playtika Tel Aviv, Eurolega 2020-21

Credit Foto Getty Images

Nonostante la grande esuberanza caratteriale, Jalen Reynolds ha già mostrato, nella serie playoff della scorsa stagione con il Bayern, di soffrire Kyle Hines a livello psicologico. E non c'è nulla che possa portare a pensare a un cambio di rotta. James Nunnally e Derrick Williams restano, come detto, le due grandi incognite. Ma, anche qui, Milano ha le armi giuste per controbattere con Shields e, soprattutto, Nik Melli. D-Will è sempre stato un avversario spinoso per l'Olimpia in quello spot di 4 dinamico, ma quest'anno, con Melli, la situazione è molto differente.
In attacco, Milano dovrà giocare una partita accorta sul perimetro. Il Maccabi ha sì molti rookie nel back-court, ma anche tanta energia, capacità e voglia di lavorare forte sul pallone. Giocare senza ritmo, con isolamenti e palla ferma, sarebbe deleterio. Da sfruttare, invece, la qualità del nuovo front-court, molto più produttivo con gli innesti di Melli e Dinos Mitoglou, già brillanti nelle prime due partite di coppa. Senza Zizic, il Maccabi potrebbe soffrire nel verniciato, lì dove l'Olimpia sta trovando nuove soluzioni efficaci in questa stagione.
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