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Basket, playoff Eurolega: Milano senza attacco, problemi cronici da risolvere in due giorni

Daniele Fantini

Pubblicato 20/04/2022 alle 11:59 GMT+2

BASKET, EUROLEGA - I 48 punti realizzati dall'AX Armani Exchange Milano in gara-1 contro l'Anadolu Efes Istanbul rappresentano l'esplosione di una serie di problemi offensivi che la squadra si trascina da inizio stagione. Cambiare sistema e atteggiamento in sole 48 ore sarà un'impresa titanica. E assenze e infortuni non remano nella direzione giusta.

Malcolm Delaney in palleggio contro Shane Larkin, AX Armani Exchange Milano-Anadolu Efes Istanbul, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Quarantotto ore per svoltare una serie. Anzi, meno. Sostanzialmente una sola giornata, quella di mercoledì. Milano affronta gara-2 cercando di infilare sul fondo del cassetto i 48 punti di martedì sera, peggior prestazione offensiva nella storia dell'Eurolega moderna. Ma il "come fare" resta un argomento di interpretazione molto, molto complessa. Il motivo è semplice. I problemi offensivi che hanno soffocato l'Armani in gara-1 non sono estemporanei. Piuttosto, sono un'esplosione combinata di tutte le difficoltà che Milano sta soffrendo sin dalle prime partite di questa stagione.
Vero, fare peggio è praticamente impossibile. 48 punti sono il minimo realizzato, in casa, in una partita di playoff nell'intera storia dell'Eurolega. Cinque in meno del precedente record negativo assoluto (53 segnati da Siena contro il Panathinaikos nel 2009) e ben 15 in meno della peggior prova dell'Olimpia nei playoff (63 contro il Maccabi nel 2014). Ma le premesse per ritornare a scollinare oltre quota 80, soglia che, sulla carta, dovrebbe permettere la vittoria a patto che il sistema difensivo regga come ha sempre fatto in stagione, sono frammentarie.
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Shavon Shields in azione contro James Anderson e Adrien Moerman, AX Armani Exchange Milano-Anadolu Efes Istanbul, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

Le assenze hanno pesato, pesano e peseranno. Dinos Mitoglou avrebbe dato all'Olimpia quella dimensione interna mancata non soltanto per lo striminzito 9/27 da due (33%), ma anche e soprattutto per l'assenza totale di un punto di riferimento in post-basso su cui appoggiare il gioco o di un giocatore con cui lavorare in pick'n'roll o pop. Milano sta vivendo e morendo sul suo perimetro, come successo anche nella scorsa stagione. Ma nel momento in cui la creazione dei vantaggi dal palleggio è minima e le percentuali dall'arco risicate (8/28, 29%), la faretra risulta tristemente vuota.
Su quel perimetro sono mancati tutti. Gigi Datome in primis, costretto a guadare i playoff dalla tribuna per l'operazione al ginocchio di inizio mese. La sua assenza, come quella di Mitoglou, è stata pagata a caro prezzo. La sua esperienza sarebbe servita come manna dal cielo. Così come il suo sangue freddo e la capacità di aumentare la pericolosità sull'arco in una serata asfittica. Ma anche, a livello emotivo, la sua tendenza ad alzare il livello contro le squadre turche. Non è un caso che, nel 2-0 raccolto in regular-season contro l'Efes, sia stato sempre tra i migliori. Anzi, a Istanbul è stato il vero uomo determinante.
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Troy Daniels in lotta per il pallone con Elijah Bryant, AX Armani Exchange Milano-Anadolu Efes Istanbul, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

L'infortunio sofferto da Nik Melli nel finale, vera beffa delle beffe, complicherà ulteriormente la situazione. Milano perderà l'unico riferimento rimasto vicino a canestro capace di produrre punti e l'àncora difensiva principale che ha permesso alla squadra di restare comunque sempre aggrappata alla partita nonostante una serata offensiva ingiudicabile. Quei 48 punti realizzati in gara-1 hanno impedito di apprezzare quanto fatto dall'Olimpia nella sua metacampo. Tenere l'Efes a 64 è stata un'impresa colossale. Così come limitare Shane Larkin a 6/15 dal campo e Vasilije Micic a 6/16. Certo, i 16 punti segnati da entrambi sono poi risultati decisivi, ma a che prezzo. E con quale fatica.
Ritrovare la fluidità offensiva in sé non sarà sufficiente. Ma dovrà essere accompagnata dalla consueta qualità nell'altra metacampo. In sostanza, ripetere quel pazzesco secondo tempo di Istanbul, quando l'Olimpia esplose con un parzialone di 47-26 per rimontare dal -15 di fine primo tempo. Furono venti minuti pazzeschi, quasi fuori da ogni logica. La stessa follia che, in questo momento, sembra l'unico mezzo per ribaltare una situazione molto svantaggiosa e riaprire una serie che sembra già quasi conclusa.
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