L'Olimpia Milano ora sogna la remuntada: 12 vittorie per raggiungere i playoff, è un obiettivo fattibile?

"Aspetterei ancora un po' per dar su l'Eurolega. Siamo indietro in classifica, ma basta un filotto di vittorie per tornare in zona playoff" - coach Ettore Messina durante il pranzo-evento di Natale.

Nel momento in cui la stagione sembrava sull'orlo del tracollo definitivo, la profezia di coach Ettore Messina ha cominciato a prendere forma. Le due strisce nere spezzate, quella di nove sconfitte consecutive a Belgrado e quella casalinga contro Monaco, non hanno brillato per qualità tecnica. Ma hanno fatto emergere quello che, fino a una decina di giorni fa, sembrava impossibile. Questa Olimpia è viva. Ha ancora un'anima. Ha energia. E ha finalmente una parvenza di gruppo. Certo, molto piccolo rispetto alla profondità complessiva del roster. Ma trovare dopo tante settimane difficili una base di 7-8 elementi su cui poter poi aggiungere gradualmente altri pezzi era vitale.

I due successi consecutivi hanno permesso a Milano di riagganciare il Bayern Monaco al terzultimo posto (5-10), muovendo quella classifica disastrosa che l'aveva schiacciata a lungo sul fondo. L'ottava piazza, l'ultima buona per i playoff, è tenuta dal Maccabi Tel Aviv. Dista tre vittorie. E l'Olimpia ha ancora 19 partite per cercare un'impresa. Possibile?

Nella storia dell'Eurolega a girone unico, nessuna squadra ha mai staccato il pass per la post-season con un record negativo. La storia racconta che è necessario quantomeno un bilancio in pareggio (15-15 per lo Zalgiris nel 2019, 14-14 per il Bayern nel 2022) o leggermente superiore (16-14 per il Darussafaka nel 2017 e il Khimki nel 2018). Due anni fa, lo Zenit fu ottavo addirittura con 20-14. Ma fu la stagione disputata a porte chiuse, con il fattore-campo molto annacquato.

Il torneo in corso è estremamente livellato. Probabilmente il più competitivo dall'introduzione del girone unico. Al momento ci sono ben cinque squadre con il miglior record, un modesto 10-5 che esprime in maniera chiara il concetto. Tra il primo e il decimo posto ballano soltanto due vittorie. Se gli equilibri dovessero restare intatti anche nei prossimi mesi (e nulla porta a pensare il contrario), a Milano potrebbe bastare un record finale in pareggio per puntare all'ottava piazza. Ossia 17-17. Significa un ruolino di marcia da 12-7 in questa seconda parte di stagione. Difficile, considerando i risultati ottenuti finora. Ma non impossibile. Specialmente quando il roster tornerà finalmente a pieno regime con i reintegri di Kevin Pangos, Shavon Shields e Gigi Datome.

Il calendario casalingo è interessante. A patto che il Forum non torni a essere terra di conquista per ogni visitatore straniero. Valencia, Zalgiris, Asvel, Baskonia, Stella Rossa, Panathinaikos, Partizan e Bayern sono tutte partite interne abbordabili, che potrebbero portare in dote otto vittorie. Poi sarà necessario qualche colpo esterno, l'unico trend positivo che ha tenuto l'Olimpia a galla per molte settimane (4-4 il record lontano da casa). Quelle di Berlino e Valencia sono trasferte da segnare con il circoletto rosso. Cui dovranno aggiungersi anche un altro paio di situazioni favorevoli, magari negli ultimi due impegni esterni della stagione contro Maccabi Tel Aviv e Virtus Bologna, quando la classifica potrebbe essere diventata ormai ininfluente per le avversarie. La somma di tutto fa 12. Quel numeretto magico che permetterebbe a Milano di chiudere la regular-season in pareggio (17-17) nella speranza di aprire una finestrella sui playoff.

C'è molto Fantabasket, certo. Ma sicuramente meno di quello che ha portato l'Olimpia a vincere una partita in maniera assurda venerdì sera.