Basket, Europei 2022: Sergio Scariolo, un altro capolavoro con la Spagna: vincere attraverso due generazioni
Pubblicato 19/09/2022 alle 17:36 GMT+2
BASKET, EUROPEI 2022 - Coach Sergio Scariolo ha portato la nazionale spagnola a vincere il quarto oro europeo in 13 anni, e la quinta medaglia del metallo più prezioso assieme ai Mondiali del 2019. L'allenatore bresciano ha guidato e vinto con due diverse generazioni, passando da grande gestore nella super-Spagna degli anni '10 a maestro di tattica con la squadra attuale.
La finale di Berlino è stata la partita numero 85 di coach Sergio Scariolo sulla panchina della nazionale spagnola. Il record dice 66-19, pari al 77.6% di vittorie. Per intenderci, è superiore a quelli tenuti in NBA dai più grandi guru di questo sport: Phil Jackson (70.4%), Steve Kerr (68.2%), Red Auerbach (66.1%), Gregg Popovich (65.7%). Quando parliamo della Spagna di Sergio Scariolo, parliamo di una situazione unica nella storia.
Il coach bresciano ha guidato la Roja in 10 competizioni FIBA dal 2009 a oggi. Il risultato? Otto medaglie, cinque delle quali d'oro. I trionfi sono arrivati con un'incredibile continuità temporale, con due soli podi mancati: i Mondiali del 2010 (6° posto) e le Olimpiadi dello scorso anno di Tokyo (6° posto). L'importanza di Scariolo per la Spagna è talmente evidente che nel 2015, dopo un biennio di calo sotto Juan Antonio Orenga, concluso con il quinto posto ai Mondiali del 2014, è stato immediatamente richiamato per riportare la Roja a vincere. Detto, fatto. Oro negli Europei dell'anno successivo.
I trionfi con la super-Spagna degli anni '10
L'arco temporale in cui Scariolo ha allenato e vinto con la Spagna è così lungo da coinvolgere due intere generazioni cestistiche. Oggi, l'unico reduce del primo trionfo (oro a Eurobasket 2009) è il 37enne Rudy Fernandez, uno dei simboli della Roja semi-invincibile del secondo decennio degli anni 2000. La squadra di Londra 2012, capace di giocare alla pari la finale contro un Team USA infarcito di stelle e campioni, rappresenta probabilmente la massima espressione di sempre del basket extra-americano. Pau Gasol, Rudy Fernández, Sergio Rodríguez, Juan Carlos Navarro, José Calderón, Felipe Reyes, Víctor Claver, Fernando San Emeterio, Sergio Llull, Marc Gasol, Serge Ibaka, Víctor Sada. Un roster che fa rabbrividire. Scariolo ha vinto, o è andato a medaglia, con quei giocatori. Ricevendo sì complimenti, ma con tutte le attenuanti del caso. Perché, si è detto spesso, è facile vincere con giocatori del genere.
L'oro di oggi, grande tramite fra due generazioni
Vero. Ma Scariolo ha vinto anche quest'anno. Con una squadra completamente nuova, rivoluzionata, aperta alla nuova generazione e partita senza alcuna pretesa. Il power ranking di inizio torneo la inseriva all'ottavo posto finale. Appena degna di raggiungere i quarti di finale. Nessun campione NBA, nessuna leggenda del basket spagnolo. Soltanto un paio di fringe-player del campionato d'Oltreoceano e la necessità di ricorrere alla naturalizzazione in extremis di Lorenzo Brown. Una situazione talmente estranea all'intera storia della Roja da sollevare una miriade di polemiche, anche interne. Eppure, Scariolo ha vinto ancora, vestendo i panni del grande tramite tra due generazioni molto differenti fra loro.
Da perfetto gestore di talento a maestro della tattica
Negli anni della Spagna super-talentuosa ha incarnato la figura del gestore perfetto. In quel periodo, c'erano altre squadre infarcite di campioni, ma nessuna giocava come la Spagna. Nessuna ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del gioco. Anzi. Molte di queste hanno miseramente fallito. Il talento, da solo, non basta per vincere. Va indirizzato, incanalato verso un obiettivo comune. E sono pochi i coach in grado di farlo. I veri allenatori vincenti si contano sulle dita di un paio di mani.
Oggi, con un tasso di talento molto minore a disposizione, Scariolo si è convertito in un maestro della tattica. La Spagna si è trasformata da squadra offensivamente dominante a camaleonte difensivo di impossibile interpretazione. L'alternanza magnifica delle difese a zona è stata la vera arma in più per abbattere ogni avversaria nella fase a eliminazione diretta. Dalla 3-2 alla triangolo-e-due, fino a una box-and-one applicata in maniera meravigliosa, grande capolavoro tattico che ha imbrigliato una lunga serie di star. È il tratto evidente e tangibile di un'organizzazione collettiva straordinaria. Di una capacità unica di richiedere ai propri giocatori un livello di dedizione, attenzione e costanza inarrivabile nella pallacanestro europea. Una capacità destinata a lasciare il nome di Sergio Scariolo impresso nella storia.
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