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Kyle Kuric, il guerriero tornato dopo 3 operazioni al cervello

Daniele Fantini

Aggiornato 27/09/2016 alle 09:37 GMT+2

La guardia americana ha scelto di tornare al Gran Canaria dopo una stagione terribile, che lo ha visto ai box per più di 5 mesi a causa di un tumore al cervello che ha richiesto tre interventi chirurgici. Pienamente recuperato, ha rimesso nel cassetto i sogni NBA nonostante un'ottima Summer League a Las Vegas per ritornare in quella che è diventata in tutto e per tutto la sua seconda casa.

Kyle Kuric, 2015-16, ACB, Gran Canaria (imago)

Credit Foto Imago

Kyle Kuric è il classico giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere nella propria squadra. Non un ragazzo che si fa notare per giocate eccezionali, ma uno di quelli che fa la cosa giusta, al momento giusto, senza fronzoli, sbavature o forzature. Insomma, uno di quelli concreti.
Kuric è, per tanti, il "ragazzo che visse tre volte". Il riferimento è alla tripla operazione cui si è dovuto sottoporre lo scorso novembre, quando una serie di forti mal di testa sfociarono nell'infausta diagnosi di un meningioma, una forma di tumore al cervello. In quel momento, Kuric stava vivendo uno dei periodi migliori della sua carriera da professionista oltreoceano: era reduce da una splendida stagione con il Gran Canaria, con cui aveva raggiunto la finale di Eurocup (persa contro il Khimki) venendo inserito nel miglior secondo quintetto del torneo.
"Non sarebbe più tornato lo stesso", sia diceva subito dopo l'operazione, anzi, "non sarebbe più tornato e basta", complice il fatto che nessun altro giocatore di basket è mai stato colpito dallo stesso tipo di malattia, dunque, non c'era nessun precedente che avrebbe potuto aiutarlo attraverso le tappe del recupero. Invece, Kuric ce l'ha fatta, tornando in campo 166 giorni dopo la prima operazione, il 10 aprile scorso.
Lo ha fatto di fronte a un palazzo che lo ha applaudito a lungo, scandendo forte il suo nome. Lo ha fatto superando emozioni e sensazioni profonde, di quelle che ti bloccano le gambe e ti fermano il respiro. Ma, soprattutto, lo ha fatto a modo suo, riprendendo esattamente da dove aveva lasciato: il primo tiro che ha preso ha visto solo il fondo della retina. Una tripla, cui ne sono seguite altre due, perfette, figlie di un rilascio, di una dolcezza, di una sensibilità che la malattia, l'operazione, la lunga inattività e l'emozione non hanno minimamente scalfito.
Al Gran Canaria, Kuric ha trovato una seconda casa, una seconda famiglia, un ambiente che ha saputo valorizzarlo e apprezzarlo come giocatore ma anche e soprattutto come persona. E la camiseta claretiana rimarrà sulle sue spalle anche nella prossima stagione. Kuric ha scelto di tornare al Gran Canaria dopo l'esperienza con i Phoenix Suns alla Summer League di Las Vegas, dove ha raggiunto le semifinali del torneo viaggiando a quasi 10 punti di media con il 43% dall'arco, rimettendosi in gioco e in mostra nel torneo estivo più importante del globo, che raccoglie, ogni anno, centinaia di free-agent, general manager e scout da tutto il mondo.
Ma, dopo tutto, cosa c'è di meglio che giocare sentendosi a casa?
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