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Nowitzki, un mentore speciale per Doncic a Dallas: Dirk già in NBA quando Luka non era ancora nato!

Davide Fumagalli

Pubblicato 23/06/2018 alle 18:59 GMT+2

Ai Mavericks il Wonder Boy sloveno, che ha scelto l'insolito numero 77, avrà una guida speciale come il tedesco, il miglior europeo di sempre nel campionato professionistico americano. Ci sarà un passaggio di testimone?

Luka Doncic NBA Draft

Credit Foto Getty Images

Il matrimonio tra Luka Doncic e i Dallas Mavericks promette di essere molto profilico nell'NBA del prossimo futuro. I texani hanno voluto fortemente il Wonder Boy sloveno e hanno intavolato uno scambio con gli Atlanta Hawks pur di averlo con loro e inserirlo come pietra importante nella ricostruzione della franchigia. Una ricostruzione che è già iniziata e che per un altro anno almeno usufruirà della presenza di Dirk Nowitzki, il tedesco che è il volto dei Mavericks e che ad ottobre sarà in campo per la sua 21esima stagione in carriera: la sua presenza sarà fondamentale per l'inserimento di Doncic, uno che non era ancora nato (28 febbraio 1999) quando lui metteva per la prima volta piede in campo in NBA (5 febbraio 1999)!

Nowitzki e Doncic, uguali e diversi

Nel giugno del 1998 i Dallas Mavericks guidati da Don Nelson decisero di scommettere su Dirk Nowitzki, lo volevano e intavolarono uno scambio coi Milwaukee Bucks: Robert Traylor (scelta 6) e Pat Garrity (scelta 19) per il nativo di Wurzburg (scelta 9). A distanza di 20 anni la situazione si ripete: Dallas vuole Luka Doncic e organizza una trade con gli Atlanta Hawks, la 5 (Trae Young) e una prima scelta futura per la 3, ovvero lo sloveno. Destini simili nonostante un approdo in NBA diametralmente opposto: nel 1998 chiamare un europeo (o un giocatore "international") non era normale come lo è ora, soprattutto se lo straniero in questione era un tedesco di 213 centimetri, lungo e magro, con l'aria disincantata e che fino a quel momento aveva giocato solo a Wurzburg, in serie B. Doncic invece ci arriva dopo un anno fantastico, iniziato con la vittoria ad EuroBasket 2017 con la Slovenia e proseguito con la conquista di EuroLega e Liga ACB col Real Madrid, senza dimenticare l'incetta di premi individuali, su tutti quelli di Rising Star, MVP e MVP delle Final Four in Eurolega, e di MVP della Liga.

Dirk mentore di Luka, 20 anni dopo

Dirk Nowitzki è un esempio per tutti. E' una leggenda. Un leader
Parole di Luka Doncic nei suoi primi giorni da Mavericks. Si troverà nella situazione classica de "Il maestro e l'allievo", con ruoli e tipo di gioco totalmente diversi, ma sempre due generazioni che condivideranno lo stesso spogliatoio, lo stesso campo e la stessa routine. Dirk Nowitzki è un veteranissimo, una leggenda, il giocatore non americano ad aver segnato di più nella NBA, forse il miglior europeo di sempre. Luka Doncic è soltanto all'inizio ma le premesse sono grandiose, per lui e per i Mavericks, la franchigia che ha legato tutti i suoi successi al tedesco di Wurzburg. Uno che era già in campo quando lo sloveno non era ancora nato: Doncic infatti è venuto alla luce il 28 febbraio 1999, ben 23 giorni dopo la sfida tra gli allora Seattle SuperSonics e i Dallas Mavericks, vinta 92-86 dai Sonics e in cui Nowiztki chiuse con 2 punti, su tiro libero (0 su 5 dal campo), in 16 minuti. Quella fu la prima gara di Dirk in NBA, un campionato iniziato soltanto a febbraio a causa del lockout, la serrata dei proprietari per il mancato accordo con l'associazione giocatori. Quella gara e quella prima stagione non furono indimenticabili per Nowitzki (47 gare, 24 in quintetto, con 8 punti di media tirando col 20% da tre), ma da lì in poi è stata un'altra storia.

Doncic, pezzo ideale del puzzle Mavericks

Aldilà del discorso ambientale e della presenza di Nowitzki, la scelta di Luka Doncic sembra azzeccata per i Mavericks. Coach Rick Carlisle ha già detto che partirà in quintetto, probabilmente nel ruolo di guardia (può agire tranquillamente nei tre spot di esterno), e le sue eccezionali doti di regista, di passatore, di visione di gioco e la capacità di tirare da fuori, faciliteranno il lavoro dei compagni che avranno maggiore spazio, soprattutto Dennis Smith Jr., un playmaker esplosivo che avrà così più libertà ed essere sgravato dalle responsabilità di regia.
Chi mi ricorda Luka? Non mi piace mai fare paragoni, vedo in lui qualità di Petrovic, di Kukoc e anche di Ginobili. Mi piace tantissimo il suo modo di interpretare la pallacanestro, è un giocatore altruista e incredibilmente versatile. Prevedo di utilizzarlo sia nel backcourt sia da ala" (Rick Carlisle)

Maglia numero 77, scelta molto insolita

Non il 23 dell'idolo LeBron James e nemmeno il 7, il numero del suo giocatore preferito Spanoulis e che aveva nel Real Madrid, anche perchè occupato dal canadese Powell: a Dallas Doncic vestirà la maglia 77. Lo stesso che usa con la nazionale slovena (anche lì il 7 è occupato, ce l'ha il veterano Prepelic) ma in NBA hanno indossato in pochi, soprattutto giocatori bianchi, e non con molta fortuna. Il più noto è Andrea Bargnani che, dopo aver giocato col 7 ai Raptors, scelse il 77 nell'esperienza di due anni ai New York Knicks, due stagioni fallimentari costellate da critiche e infortuni. Gli altri? Il francese Lauvergne, poco utilizzato tra Denver, Chicago, Oklahoma City e San Antonio, Sasha Pavlovic, coi Celtics nel 2011, Vladimir Radmanovic, serbo ricordato perchè ai Lakers Phil Jackson lo chiamava "cadetto spaziale", e Gheorghe Muresan, mastodontico centro rumeno di 231 centimetri, record NBA, che negli anni 90 scelse il 77 per via della sua altezza, 7 piedi e 7 pollici. Anche questa sembra una missione per Doncic, dare lustro ad un numero finora bizzarro e assai poco fortunato.
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