Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto
Opinion
BasketNBA

Basket, NBA: Davis, Rondo, Howard e Green, gli "altri" Lakers campioni

Davide Fumagalli

Pubblicato 12/10/2020 alle 14:31 GMT+2

Missione compiuta per i Los Angeles Lakers che conquistano il titolo numero 17 della loro storia nelle Finals contro i Miami Heat. Una prima volta assoluta per Anthnoy Davis, superstar e secondo violino perfetto per James, e per Dwight Howard, bravo a risorgere e a sfruttare l'ultima chance, l'inedita storia di Rondo, unico campione sia coi Celtics, sia coi gialloviola, e il tris di Danny Green.

I Los Angeles Lakers campioni NBA 2019-2020

Credit Foto Getty Images

Dopo 10 anni, dopo quella gara 7 allo Staples Center dove i Lakers di Kobe Bryant, Pau Gasol e Ron Artest batterono i Boston Celtics per festeggiare il 16esimo titolo della franchigia, i gialloviola tornano sul tetto della NBA, agguantano il record assoluto proprio dei rivali biancoverdi e riportano i riflettori sulla squadra più glamour e chiacchierata dello sport americano. E' il titolo di LeBron James, volto copertina senza dubbio, ma è anche il successo speciale di alcuni compagni che sono stati a loro modo determinanti per centrare il traguardo: su tutti Anthony Davis, dominante su due lati del campo e perfetto nel ruolo di alter ego del Re, ma anche veterani come Rajon Rondo e Dwight Howard, due che davvero ne hanno viste di tutti i colori in carriera, e l'incredibile caso di Danny Green, al terzo titolo in carriera da perfetto "gregario".

Anthony Davis, il "Robin" perfetto

In ogni grande impresa dello sport, per ogni Batman c'è da sempre un Robin: Jordan aveva Pippen, Bryant ha avuto Shaq O'Neal prima e Pau Gasol poi, LeBron James ha avuto Wade agli Heat e Irving ai Cavs. Questa volta al fianco di "King James", l'ovvio Batman di questa storia, c'è Anthony Davis, secondo molti il compagno più forte che LBJ ha avuto in carriera. Probabilmente è così perchè Davis è nel pieno della carriera a 27 anni, è un talento generazionale fin dal suo ingresso nella NBA nel 2012, è un lungo con caratteristiche uniche sia a livello atletico, sia dal punto di vista tecnico (palleggia e tira come una guardia, pur essendo quasi 2.10), e si sposa perfettamente con LeBron, che lo voleva già nella passata stagione e alla fine nell'estate 2019 si è concretizzato il suo sbarco ai Lakers.
La sua prima annata in gialloviola è stata dominante, sia come numeri (26 punti, 9 rimbalzi e oltre 2 stoppate di media in regular season), sia in termini di presenza visto che la difesa Lakers è stata la terza per rating in regular season (6° nei playoff). Poi durante le Finals Davis ha giocato le prime due partite da assoluto dominatore con complessivi 66 punti (26 su 41 al tiro) e 23 rimbalzi, mentre in gara 4 è stato determinante con la difesa su Jimmy Butler e con la tripla che ha chiuso il discorso. Ha "steccato" malamente gara 3 infatti i gialloviola l'hanno persa mentre in gara 5 i problemi fisici al tallone lo hanno limitato parecchio (altra sconfitta), a conferma che è stato lui il vero ago della bilancia di questi Lakers: tesi rafforzata dai numeri, +10.1 di NetRating (James a 7.3), e poi +8.2 di plus minus con lui in campo e -2.7 con lui in panchina (+6 e -0.5 rispettivamente per LeBron). Insomma, il premio di MVP è andato a LeBron James per continuità e status, ma anche AD poteva meritarselo.
I Los Angeles Lakers, campioni NBA 2019-2020

La nuova vita di Howard

Sbarcato in NBA nel 2004 da prima scelta assoluta del Draft per gli Orlando Magic, Dwight Howard è cresciuto come emulo di Shaq O'Neal, si è preso il soprannome di "Superman" e ha giocato le Finals 2009 coi Magic, perdendole contro i Lakers i Bryant. Poi nel 2012 firma proprio per i gialloviola, la squadra con Kobe e Steve Nash fa sognare e invece è un fallimento: da lì inizia la discesa agli inferi di Howard tra Rockets, Hawks, Hornets e Wizards. Nell'estate 2019 è libero, nessuno sembra volergli dare ancora una chance, a causa di una reputazione da "distruggi spogliatoi", e così arrivano i Lakers che lo prendono con un contratto di un anno non garantito (possono tagliarlo in ogni momento): Dwight capisce che è davvero l'ultimo treno e infatti non sgarra, il suo comportamento è impeccabile e anche la sua presenza in campo non è da meno, come conferma il segno che ha lasciato in particolare nella serie vinta 4-1 sui Rockets (6 punti e 5 rimbalzi di media col 69% al tiro in questi playoff in quasi 17 minuti, ndr). Questo titolo è anche suo.

Il caso Rondo: campione con Celtics e Lakers

Los Angeles Lakers e Boston Celtics sono da sempre la rivalità per eccellenza del basket NBA, certamente una delle più sentite nello sport americano e in generale al mondo, forse al pari di Real Madrid-Barcellona, di un Boca Juniors-River Plate e di un New York Yankees-Boston Red Sox. Sono le franchigie più vincenti, 17 titoli a testa, e hanno segnato più di un'era dell'NBA. Ecco, questo titolo 2020 dei Lakers, dona alla storia anche il primo giocatore in grado di vincere con entrambe le maglie ovvero Rajon Rondo. Il playmaker da Kentucky ha infatti vinto il titolo 2008 coi Celtics in finale contro i Lakers, ha poi perso la finale del 2010 contro i gialloviola e quest'anno si è rifatto passando agli acerrimi rivali, voluto fortemente da LeBron James per il suo enorme carisma. Rondo, determinante nella decisiva gara 6 di finale con 19 punti (13 con 6 su 6 nel primo tempo) infatti è stato prezioso soprattutto nei playoff, il suo impatto si è sentito, sia a livello di numeri (6 assist di media e +8 di plus minus, il più alto dei Lakers nelle Finals, ndr), sia di presenza, e non è casuale che sia diventato l'unico su 26 giocatori totali a vestire le maglie di Lakers e Celtics a conquistare l'anello.

Il tris di Danny Green

In copertina ci va LeBron James, e giustamente per carità, ma nel libro dei record ci va anche Danny Green, lui pure ha centrato l'inedito primato di conquistare tre anelli con tre squadre diverse: i Lakers dopo i Raptors nel 2019 e gli Spurs nel 2014, quando vinse largamente la serie finale contro i Miami Heat del James di cui sopra, un 4-1 che pose la parole fine su quella squadra e sancì il ritorno del Re a Cleveland. Proprio i Cavs e James fanno parte della storia di Green, prodotto della celebre università di North Carolina, perchè è lì che inizia la sua carriera NBA nel 2009-10 da perfetto sconosciuto, dopo un'esperienza in Slovenia con l'Olimpia Lubiana. Quest'anno i Lakers lo hanno voluto con sè per le sue doti di "3&D", difesa sugli esterni e tiro da fuori: non ha brillato per continuità e per efficacia al tiro (anche rispetto al biennale da 30 milioni di dollari), ha fallito la bomba della possibile vittoria in gara 5 ma è nella storia e il suo nome resterà al fianco di quello di LeBron.
I giocatori NBA che hanno vinto un titolo con tre squadre differenti in carriera
picture

LeBron James: "Ho pensato spesso di lasciare la bolla"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità