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Basket, NBA: Kobe Bryant nasceva 42 anni fa

Daniele Fantini

Aggiornato 23/08/2020 alle 14:16 GMT+2

Kobe Bryant avrebbe festeggiato oggi, 23 agosto, 42 anni, ma lo scorso 26 gennaio un terribile incidente in elicottero ha privato il mondo del basket di una delle più grandi icone di sempre.

Kobe Bryant

Credit Foto Getty Images

23 agosto 2020. Oggi, Kobe Bryant avrebbe compiuto 42 anni. Invece, sono passati 210 giorni da quel maledetto 26 gennaio, quando l'elicottero su cui stava viaggiando con la figlia 13enne Gianna e altre sette persone si schiantò sulle colline di Calabasas, a una cinquantina di chilometri da Los Angeles.
Oggi, i suoi Los Angeles Lakers stanno giocando il primo turno dei playoff dopo aver interrotto una carestia di 6 stagioni che ha lambito anche i suoi ultimi anni di carriera. Lo stanno facendo in campo neutro, a Orlando, in una palestrina minuscola con i volti virtuali degli spettatori affacciati su megaschermi a bordocampo. Perché questo dannato 2020, che ci ha strappato Kobe pochi giorni dopo capodanno, si è poi trasformato in una delle stagioni sportive più inimmaginabili a livello mondiale.
I Lakers stanno giocando con il logo nero di Kobe Bryant sul petto e, se dovessero arrivare fino in fondo replicando il successo di dieci anni fa, quando il Black Mamba fu MVP di quelle mitiche Finals vinte in sette partite contro i Boston Celtics, nemici giurati da sempre, la dedica sarà tutta per lui. Dopo un breve periodo vacante, la sua eredità è adesso in ottime mani, quelle di LeBron James, il giocatore che lo ha sostituito, anche in linea temporale, sul trono della NBA. Se Kobe ha ricalcato le impronte di Michael Jordan, LeBron ne ha poi preso il posto e i colori, proseguendo quel continuum che ha attraversato la Lega nelle ultime tre decadi.
Kobe Bryant, Palmares 2020
Ripensando oggi a Kobe Bryant, disegniamo ancora ricordi vivissimi. Del giocatore ma, soprattutto, dell'uomo, perché le due cose sono inscindibili una volta raggiunto lo status di Re della NBA. Se avevamo già dovuto dare l'addio al Kobe giocatore nel 2016, con quel , il saluto alla persona di Kobe è stato ancor più doloroso. Perché, a soli 41 anni e con quel passato, Bryant avrebbe potuto dare ancora tantissimo alla pallacanestro, come mentore, ambasciatore, icona, punto di riferimento a livello mondiale. Appena un gradino sotto Michael Jordan, il più grande di tutti.
Ricordare Kobe in una sola immagine è quasi impossibile. Potremmo farlo ridipingendone la silhouette in uno di quei suoi classici jumper in fade-away dalla media distanza, il gesto tecnico che ha perfezionato in maniera maniacale per avvicinarsi il più possibile a MJ. Ma quelle quattro lettere del suo nome accendono in maniera incontrollabile un vortice di emozioni. Dalla simbiosi con i Los Angeles Lakers, con cui si è letteralmente fuso diventando più che una bandiera, a quella personalità e mentalità da leader e vincente assoluto, fatta di ferocia, lavoro e volontà di miglioramento continuo, quel mix di doti che hanno soltanto pochissimi veri campioni dello sport a 360 gradi.
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