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Il significato dei nomi: Denver Nuggets

Daniele Fantini

Pubblicato 09/06/2020 alle 21:27 GMT+2

Il nostro viaggio alla riscoperta delle origini delle squadre NBA prosegue con i Denver Nuggets. Il nickname ("pepite", in italiano) ricorda il boom minerario vissuto dallo Stato del Colorado nel XIX secolo, ma la franchigia attraversa una storia travagliata che la porta a cambiare denominazione in tre occasioni, passando per Larks e Rockets.

Denver Nuggets logo 2020

Credit Foto Eurosport

Se associate la parola "Nuggets" ai bocconcini di pollo fritto del McDonald's, siete abbastanza fuori strada. Perché il significato originale della parola Nuggets è "pepite", e la connessione con la città di Denver è un chiaro riferimento al boom minerario vissuto nel XIX secolo in Colorado, vera e propria terra di conquista per cercatori e avventurieri spinti dal sogno di costruirsi una fortuna sfruttando i giacimenti d'oro e d'argento della zona. È proprio il contesto storico a battezzare la versione originale dei Denver Nuggets, nati come franchigia della NBL (National Basketball League) nel 1948: nella stagione successiva, la squadra entra a far parte della NBA, sorta dall'unione della stessa NBL con la BAA (Basketball Association of America), ma sopravvive una sola annata prima di dichiarare bancarotta e sparire dalle mappe.

La ABA sbarca a Denver, tra Larks e Rockets

Il grande basket torna a Denver nel 1967, quando la neonata ABA (American Basketball Association), lega concorrenziale alla già esistente NBA, assegna una squadra a un gruppo imprenditoriale di Kansas City (Missouri), guidato dal businessman californiano James Trindle. A causa della mancanza di un'arena adeguata nella zona di KC, Trindle, sotto consiglio di George Mikan, l'ex-superstar dei Los Angeles Lakers divenuto commissioner della ABA, sceglie di impiantare la propria franchigia a Denver, dove può utilizzare la Denver Auditorium Arena per le gare casalinghe. La squadra viene battezzata Denver Larks, prendendo ispirazione dall'uccello ufficiale dello Stato del Colorado (l'allodola), ma cambia nome ancor prima di debuttare quando lo stesso Trindle si vede costretto a cedere i due terzi delle proprie quote a Bill Ringsby per rifinanziare la società. Ringsby, proprietario di un'azienda di autotrasporti chiamata Ringsby Rockets, trasforma la squadra in uno sponsor per la sua attività, rinominandola Denver Rockets.
Il logo originale dei Denver Rockets, ribattezzati con il nome dell'azienda di autotrasporti del proprietario Bill Ringsby

Il ritorno in NBA e al nickname originale: riecco i Denver Nuggets

I Rockets subiscono un secondo passaggio di consegne nel 1972, quando Ringsby si vede costretto a cedere la franchigia alla coppia di imprenditori composta da Frank Goldberg e Bud Fisher in seguito al netto crollo di pubblico e risultati dopo l'addio di Spencer Haywood, approdato in NBA (Seattle Supersonics) dopo una stagione dominante in ABA a Denver in cui viene nominato sia Rookie dell'anno che MVP. In previsione di un trasferimento della squadra in NBA (concretizzatosi nel 1976 con la fusione tra le due leghe), la nuova società propone di ribattezzare la squadra, essendo il nickname già utilizzato dagli Houston Rockets. L'esito del fan-contest non lascia dubbi: si rispolvera il nomignolo originale degli anni '40-'50 e tornano così in vita i Denver Nuggets.
"Maxie Miner": il primo logo dei risorti Denver Nuggets
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