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Basket, NBA: La confessione di Dirk Nowitzki: "Oggi non riesco quasi più a muovermi, dovevo ritirarmi due anni prima"

Daniele Fantini

Aggiornato 20/07/2022 alle 12:13 GMT+2

BASKET, NBA - Dirk Nowitzki, leggenda vivente del basket europeo e internazionale, si pente di aver disputato 21 stagioni da protagonista con i Dallas Mavericks. Il logorio fisico di una carriera così lunga, conclusa soltanto a 41 anni, ora limita la sua vita quotidiana: "Vorrei giocare a calcio con i miei figli, ma non posso farlo. Riesco soltanto a fare qualche partita di tennis in doppio".

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Ventuno stagioni consecutive nella stessa squadra, i Dallas Mavericks, record nella storia della pallacanestro NBA. Un anello vinto, contro ogni pronostico, nel 2011. Un premio di MVP messo in bacheca nel 2007, il primo ricevuto da un giocatore europeo. Sono soltanto alcuni dei traguardi tagliati da Dirk Nowitzki nella sua infinita carriera NBA. Una carriera conclusa a 41 anni di età come leggenda vivente, ma che ha lasciato sul suo corpo un'eredità durissima da sopportare.
Nowitzki si è confessato a cuore aperto parlando nel podcast del connazionale Toni Kroos, centrocampista del Real Madrid. Il logorio continuo di 21 stagioni disputate al massimo livello oggi è causa di grosse limitazioni nel suo benessere quotidiano.
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Finals MVP Dirk Nowitzki #41, Jason Kidd #2 and Jason Terry #31 of the Dallas Mavericks celebrate with the Larry O'Brien trophy after they won 105-95 against the Miami Heat in Game Six of the 2011 NBA Finals at American Airlines Arena on June 12, 2011 in

Credit Foto Getty Images

"Oggi riesco a malapena a muovermi"

"Continuo a pensare che quelle ultime due stagioni in NBA non siano valse la pena. Ci sono stati sicuramente momenti brillanti, ma non ho fatto il bene della squadra. E adesso riesco a malapena a muovermi. Se mi fossi ritirato un paio di anni prima, sono sicuro che oggi potrei muovermi meglio. Potrei giocare a pallone ogni tanto con i miei figli. Invece non riesco a farlo. Il basket è uno sport meraviglioso, mi ha fatto divertire tantissimo. Però oggi è dura non potermi muovere come vorrei. Sto provando a giocare a tennis un paio di volte alla settimana, ma non ho quasi mobilità. Riesco soltanto a fare qualche partita di doppio, faccio qualche bel dritto da fondocampo, ma poco altro".
"Non è facile capire quando arriva il momento di fermarsi. Continui a divertiti, a essere motivato, ma spremi il tuo corpo. La cosa più bella di questo periodo della mia vita è che posso organizzare il mio tempo. Posso prendermi un mese totalmente libero e stare con mia moglie. E poi posso lavorare per una settimana filata nel mio nuovo ruolo di consulente per i Dallas Mavericks. In quel momento divento il capo di me stesso. Ed è questo il motivo per cui ho chiesto ai Mavs di non darmi un lavoro a tempo pieno. Per ora sono molto più comodo così".
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