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Morto Bill Russell, leggenda dei Boston Celtics: il più vincente giocatore della storia della NBA aveva 88 anni

Stefano Dolci

Aggiornato 31/07/2022 alle 20:40 GMT+2

NBA - Giorno triste per la NBA e gli amanti del basket che perdono una delle icone più grandi: Bill Russell, capace di vincere 11 titoli in 13 anni con la maglia dei Boston Celtics e di essere anche il primo coach afroamericano ad allenare e vincere due titoli in panchina. Nel 2011 aveva ricevuto la Medal of Honor, dalle mani di Obama per il suo impegno contro la discriminazione razziale.

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Il più vincente giocatore della storia della NBA, l’uomo che più di ogni altro ha incarnato lo spirito dei Boston Celtics, una delle franchigie più gloriose dello sport americano, un’autentica leggenda del basket mondiale. Il mondo della pallacanestro piange per la scomparsa di Bill Russell, una delle icone della National Basketball Association e soprattutto uno straordinario afroamericano, simbolo della lotta contro il razzismo e capace con le sue battaglie e il suo esempio costante di essere uno straordinario esempio nell’opera di sensabilizzazione e promozione su una dinamica che, purtroppo, resta una piaga della nostra società. A comunicare la triste notizia della scomparsa dell’88enne leggendaria stella del Boston Celtics è stata la moglie Jeannine che è rimasta al fianco del marito fino all’ultimo istante e che ha dichiarato come ‘l'uomo più vincente nella storia dello sport americano, sia scomparso in maniera pacifica’.
Nato a Monroe (Louisiana), il 12 febbraio 1934, Russell sin in gioventù ha abbinato il proprio nome al concetto di vittoria, prima mietendo successi a livello liceale e collegiale (due titoli NCAA con la University of San Francisco corroborati anche da un pazzesco primato di 55 vittorie consecutive) e poi a livello professionistico in casacca Celtics, franchigia che grazie ai suoi canestri, rimbalzi, stoppate e impagabili giocate difensive ha conquistato ben 11 titoli NBA (8 consecutivi) fra il 1956 e il 1969. Russell - che nella sua bacheca di riconoscimenti vanta anche una medaglia d’oro alle Olimpiadi e due titoli da capoallenatore, primo afroamericano a ricoprire questo ruolo e a centrare tale traguardo in queste vesti – nel 2011 aveva avuto anche l’onore di ricevere dalle mani del presidente degli Stati Uniti. Barack Obama la Medal of Freedom, il più alto riconoscimento ai valori civili, per il suo impegno al di fuori del campo contro la discriminazione razziale. Alla sua memoria nel 2009 la NBA aveva anche deciso intitolare il premio individuale più ambito da ogni giocatore, l’MVP delle Finali NBA.
Per me, la parte più importante della vittoria è la gioia. Puoi vincere senza gioia, ma vincere senza gioia è come mangiare in un ristorante a quattro stelle quando non hai fame. La gioia è una corrente di energia che irradia il tuo corpo, come la clorofilla o la luce solare, che ti riempie e ti fa naturalmente desiderare di fare del tuo meglio" [Bill Russell]

Adam Silver: "Il più grande campione nella storia dello sport di squadra"

Tra i primi a commentare e tributare il proprio sentito omaggio alla memoria di Russell è stato proprio il commissioner Adam Silver che ha rimarcato come l’America e il basket oggi perdano non solo il più grande campione nella storia degli sport di squadra ma soprattutto un uomo che trascendeva i valori dello sport.
Bill Russell è stato il più grande campione nella storia dello sport di squadra. Gli innumerevoli risultati che si è guadagnato nella sua carriera con i Boston Celtics - tra cui il record di 11 titoli e 5 premi di MVP - raccontano solo minimamente la storia dell'immenso impatto di Bill sulla nostra lega e sulla società in senso più ampio. Bill Russell rappresentava qualcosa di più grande dello sport: i valori di uguaglianza, rispetto e inclusione che ha stampato nel DNA della nostra lega. Al picco della sua carriera, Bill si è fatto sentire vigorosamente per i diritti civili e la giustizia sociale, un'eredità che ha passato alle generazioni di giocatori NBA che lo hanno seguito. Attraverso lo scherno, le minacce e le incredibili avversità, Bill si è elevato sopra tutto, rimanendo fedele al suo pensiero che chiunque meriti di essere trattato con dignità. Ho apprezzato la mia amicizia con Bill: lo chiamavo il nostro Babe Ruth, per il modo in cui aveva trasceso il tempo. Bill era il vincente definitivo e un compagno di squadra eccellente: la sua influenza si perceipirà sulla NBA per sempre”.
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