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Accordo fino al 2030 tra lega e NBPA: tra le novità, uso libero di marijuana e il torneo dentro la stagione

Davide Fumagalli

Pubblicato 01/04/2023 alle 11:46 GMT+2

NBA - Dopo mesi di trattative, la lega e l'associazione giocatori hanno rinnovato il contratto collettivo fino al 2030, scongiurando il rischio "lockout". Tra le tante novità, l'inserimento di un torneo dentro la stagione in stile Coppa Italia, il via libera all'uso di marijuana, limite di 65 gare giocate per accedere ai premi stagionali, mentre rimane la soglia dei 18 anni per il Draft.

Adam Silver

Credit Foto Getty Images

Giornata molto importante in NBA perchè è stato raggiunto un accordo tra la lega di Adam Silver che rappresenta i proprietari delle 30 franchigie, e la NBPA, il sindacato dei giocatori, col rinnovo fino al 2030 del contratto collettivo. Un'intesa arrivata dopo mesi di trattative e che scongiura il rischio di una serrata, il famoso "lockout" come già accaduto nel 1998 e nel 2011: il nuovo contratto entrerà in vigore dalla prossima stagione 2023-24 e durerà per 7 anni, con l'opzione di uscita da entrambe le parti con 12 mesi di anticipo.
Tante le novità presenti, due su tutte: l'inserimento di un torneo all'interno della stagione e il via libera all'uso di marijuana. Per quanto riguarda il torneo, si tratta di una cosa in stile Coppa Italia: alcune gare di inizio regular season serviranno a stilare una sorta di classifica e le migliori parteciperanno ad una fase finale che si terrà in campo neutro, probabilmente a Las Vegas, e ci sarà in palio un bonus da 500mila dollari per ogni membro della squadra vincitrice. Da sottolineare che non si giocheranno gare in più rispetto alle tradizionali 82 ma saranno "comprese" nella regular season. Non è ancora stato specificato, ma il torneo potrebbe già esserci nel 2023-24.
Rispetto invece alla questione della marijuana, nell'accordo è stato rimosso qualsiasi tipo di divieto relativo al suo uso, anche perchè è dal 2019-20 che non rientra più nelle sostanze considerate rilevanti nei controlli anti-doping. Si tratta di una questione portata avanti da alcuni anni anche perchè tanti giocatori non hanno mai fatto di mistero di fare uso di marijuana e ne sono diventati promotori, come ad esempio Kevin Durant, stella oggi dei Phoenix Suns.
Tra le altre novità, il limite di 65 partite da disputare per poter accedere ai premi stagionali, una misura che servirebbe per scoraggiare il "load management", ovvero i riposi programmati dei giocatori. In aggiunta, a livello salariale, una seconda soglia per la luxury tax per evitare che squadre come Warriors e Clippers spendano ben oltre il consentito, impedendo loro di usufruire di eccezioni come la mid-level; le estensioni di contratto potranno arrivare ad un aumento del 140% rispetto all'attuale 120%; un contratto "two-way" in più per squadra, passando da due a tre, permettendo a un numero maggiore di giovani di entrare in contatto con le franchigie attraverso la G-League o da non scelti al Draft.
Infine, a proposito di Draft, non è stato abbassato il limite di età per potersi dichiarare, a dispetto di alcuni rumors che invece sostenevano il contrario. Serviranno quindi i canonici 19 anni per potrer entrare in NBA e non 18, con dirigenti e proprietari che si sono fermamente opposti. Dunque, i ragazzi in uscita dal liceo, dovranno attendere un anno da trascorrere al college (i famosi "One-and-Done"), all'estero, in G-League o in altre leghe come la Overtime Elite.
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