NBA Global Games: futuro tra Grecia con i Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo e ritorno delle sfide NBA-Eurolega

È calato il sipario sull'NBA Paris Game tra Chicago Bulls e Detroit Pistons, unica tappa europea nella stagione del campionato più importante al mondo. Ma le discussioni sul futuro dei rapporti tra NBA, Vecchio Continente ed Eurolega si sono già riaperte, volte a studiare nuovi format per approfondire il legame sportivo e culturale tra le due sponde cestistiche dell'Oceano Atlantico.

L'ultimo vero e concreto rapporto di scambio tra NBA ed Eurolega risale all'ormai lontano 2016, quando gli Oklahoma City Thunder disputarono un paio di partite di pre-season in Spagna, perdendo contro il Real Madrid di un giovanissimo Luka Doncic e battendo poi di misura il Barcellona due giorni dopo. Da quel momento in poi, la NBA si è dedicata esclusivamente all'organizzazione di match di regular-season tra le sue squadre su suolo europeo, toccando la O2 Arena di Londra e la AccorArena di Parigi.

La prossima tappa degli NBA Global Games potrebbe essere la Grecia, una scelta decisa dall'importanza sempre crescente della figura di Giannis Antetokounmpo, ma il CEO di Eurolega, Marshall Glickman, ha riaperto il dialogo con i vertici NBA per l'organizzazione di nuove sfide tra squadre appartenenti alle due sfere cestistiche mondiali.

"Giannis mi ha detto più volte di quanto sia importante per lui giocare in Grecia - ha dichiarato il commissioner NBA, Adam Silver, tratteggiando il quadro dei Global Games del prossimo futuro -. So che è un'idea condivisa e supportata anche dai Milwaukee Bucks. E stiamo vagliando la possibilità di organizzare una partita in Grecia. Siamo già stati ad Atene in passato, vivendo sempre ottime esperienze. La Grecia è un mercato cestistico molto solido".

"Non so che cosa sia successo nel rapporto tra NBA ed Eurolega dopo il 2016 - ha invece spiegato Marshall Glickman, annunciando la sua partecipazione al prossimo All-Star Game NBA - ma cercherò di riallacciare le relazioni, anche perché l'NBA fa parte del board della FIBA. Credo che sia il momento giusto per discutere, perché, dopotutto, stiamo nutrendo la NBA. In NBA c'è un 25% di giocatori, o anche di più, di origine internazionale. Molti provengono dall'Europa, dai nostri Paesi e club più importanti. Stiamo investendo tantissimo in giocatori che poi sbarcheranno in NBA, e alcuni diventeranno vere e proprie star. Credo che sia necessario discutere sulla possibilità di allacciare un rapporto migliore e più profondo".