Alla scoperta di Cooper Flagg, futura n.1 del Draft NBA. Siamo andati a casa sua, in Maine, per saperne di più

BASKET - Siamo stati a Newport, in Maine, oltre 200 miglia a nord di Boston, per scoprire le origini di Cooper Flagg, la stella di Duke, serio candidato alla 1 del prossimo Draft NBA 2025 e capace di mettersi in mostra la scorsa estate a Las Vegas contro il Team USA di James e Curry. Abbiamo parlato con Josh Grant della Nokomis High School, suo liceo, per saperne di più su di lui e la famiglia.

Verso il Draft NBA 2025: Cooper Flagg e gli altri nomi da seguire

Video credit: Eurosport

NEWPORT, MAINE (USA) - Da due anni abbondanti si parla di Cooper Flagg, il nuovo fenomeno del basket americano, la possibile risposta degli Stati Uniti a Victor Wembanyama in termini di talento, di immagine e di impatto in campo e fuori. Non ancora 18enne (compie gli anni il 21 dicembre), quest'ala tuttofare di 206 centimetri ha da poco iniziato la sua prima stagione a Duke University, forse l'ateneo più conosciuto al mondo se si tratta di pallacanestro, dopo due anni a Montverde Academy, scuola privata della Florida che ha lanciato fra gli altri Joel Embiid, Ben Simmons, D'Angelo Russell e Cade Cunningham.
Flagg però viene dal New England, per la precisione da Newport, stato del Maine, una piccola cittadina di circa 3mila abitanti a oltre 3 ore a nord di Boston e a meno di due ore dal confine col Canada. Un luogo mozzafiato per i paesaggi, per la natura, per i boschi, per i laghi e per il freddo, tagliente. E prima di trasferirsi con tutta la famiglia in Florida per frequentare Montverde, è appunto nato e cresciuto a Newport e ha frequentato la Nokomis High School, il liceo locale, portato alla vittoria del titolo statale nel 2021-22, al suo primo anno.
Noi a Newport ci siamo andati, siamo stati alla Nokomis High School e abbiamo avuto la fortuna di incontrare Josh Grant, attuale coach degli Warriors e in precedenza assistente allenatore, che ci ha raccontato più nel dettaglio chi è Cooper Flagg e perchè è destinato ad essere uno che può lasciare il segno nella storia del gioco.

Il viaggio: da Boston a Newport

Partenza da Boston al volante di una Volkswagen Jetta color blu elettrico e si punta il navigatore verso nord, verso Newport, Maine. Poco più di 200 miglia, quasi 3 ore e mezzo di viaggio, tutte lungo la Interstate 95: si guida non troppo distanti dalla costa, si lascia il Massachussets e si entra in New Hampshire, poi a Portsmouth si supera il fiume Piscataway e si entra in Maine. Si continua a salire, si passa da Saco, dove hanno sede i Maine Celtics di G-League, si supera Portland e da lì, col passare delle miglia, diventa sempre più raro trovare aree di servizio, fast food, negozi e centri abitati. La temperatura si abbassa, la luce pure, e si intravedono cartelli che segnalano la presenza di alci e cervi. Maine significa soprattutto "Maine Lobster", il celebre e delizioso astice, e significa anche Stephen King, noto scrittore nato a Portland e residente a Bangor, mezz'ora a Est di Portland.
Il percorso da Boston a Newport (Google Maps)
Il percorso da Boston a Newport (Google Maps)Credit Foto From Official Website
In corrispondenza dell'uscita della I-95 per Newport, si trovano un paio di motel, un supermercato Walmart, fastfood come McDonald's, Burger King e Taco Bell, un autolavaggio, un paio di pompe di benzina e ben tre cannabis shop. Lo scenario è incantevole tra luci e colori, e la Nokomis High School è incastonata tra due laghi, il Nokomis e il Sebasticook, dove in tanti vanno a pescare. Fa freddo, ci sono ragazzi che si allenano sul campo da football e altri ancora all'interno della struttura: alcuni stanno giocando a basket in palestra, decidiamo di entrare e troviamo l'allenatore, Josh Grant, subito disponibile a parlare di Cooper Flagg, ormai ex stella locale, che ha guidato nelle vesti di assistente nell'unico anno a Nokomis.
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La Volkswagen Jetta per il viaggio a Newport

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Coach Grant: "Un orgoglio per questa comunità"

Josh Grant era assistente di Earl Anderson, che ha allenato Flagg nell'anno da freshman, l'unico prima di spostarsi in Florida. Appena si nomina Cooper, inizia a parlare: "Un giocatore fantastico con un elevato IQ cestistico, bravo anche a scuola, uno che lavorava duro in palestra tutti i giorni. Ma era anche il miglior compagno di squadra che si potesse avere in palestra. Un fantastico agonista. Nel suo anno da freshman era alto 1.92-1.94, era più un giocatore perimetrale ma poteva comunque andare vicino a canestro. Da quando è andato via è diventato più alto e grosso, oltre che più forte".
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Josh Grant, coach di Nokomis HS

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Esploso cestisticamente in Florida ma le origini e la famiglia sono del Maine, con mamma Kelly e papà Ralph che hanno giocato a basket fino al college. Grant spiega: "La sua famiglia è originaria di Newport, Maine, i suoi genitori sono nati e cresciuti qui, la loro casa era a 3-4 miglia da qui. Sua madre era un'insegnante di questo distretto quando c'era anche lui. Cooper ha un fratello gemello, Ace, che ha giocato con lui nell'anno da freshman. E ha anche un fratello più grande, Hunter, che era Senior quando i gemelli erano al primo anno e vinsero il campionato statale".
Già il campionato statale del Maine 2021-22, quando gli Warriors di Nokomis batterono 43–27 in finale Falmouth High School, con 22 punti e 16 rimbalzi di un 15enne Cooper Flagg che completa una pazzesca stagione da 20 punti, 10 rimbalzi, 6 assist, quasi 4 rubate e quasi 4 stoppate di media, cifre che lo consacrano come Maine Gatorade Player of the Year, il miglior giocatore liceale dell'intero stato, la prima matricola di sempre. Queste prestazioni attirano l'attenzione delle grandi prep school del paese, Montverde lo corteggia e lui decide di trasferirsi, con tutta la famiglia che opta per seguirlo.
Il premio di Giocatore dell'Anno dei licei del Maine per Cooper Flagg nel 2021-22
Il premio di Giocatore dell'Anno dei licei del Maine per Cooper Flagg nel 2021-22Credit Foto Eurosport
Questo però non ha cambiato nulla nel rapporto tra la comunità e i Flagg. "E' un orgoglio specialmente per la nostra comunità ma credo che tutto lo stato del Maine sostenga e supporti Cooper. No, non c'è rancore per il fatto che sia andato in Florida. Lo sapevamo tutti che per salire di livello sarebbe dovuto andare via da qui in un luogo in cui potesse trovare un ambiente più competitivo. Quindi, non ci sono sentimenti negativi per la sua partenza. Tutti quanti nella nostra comunità e nello stato del Maine amano Cooper e amano la sua famiglia", racconta Grant.

La scelta di Duke e il Maine sulla mappa

Era corteggiato dalle migliori scuole d'America, compresa la vicina Connecticut, e invece ha scelto Duke, i Blue Devils del North Carolina, l'ateneo di pallacanestro più famoso al mondo probabilmente. "Duke è una scelta fantastica per lui. Tante ottime scuole si sono proposte e lo hanno corteggiato, ma sia lui, sia la sua famiglia, hanno sempre avuto una sorta di simpatia per Duke e di conseguenza per lui era un sogno quello di essere reclutato da Duke. E quindi, decidere di andare lì, dove i riflettori a livello nazionale sono ancora più potenti rispetto ad altre università, non mi ha sorpreso per nulla visto questo suo essere molto competitivo", spiega il coach degli Warriors.
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Nokomis High School, il liceo di Cooper Flagg

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Oltre ad essere un super giocatore, Cooper è un ottimo ragazzo e un eccellente studente, ed è diventato un'ispirazione per tutti, come confida Josh Grant: "Uno studente ottimo, un ragazzo meraviglioso, il miglior compagno di squadra che si possa avere, un grande lavoratore in palestra, uno destinato a diventare un enorme giocatore. Adesso i ragazzini di questa zona, ma in generale da tutto il Maine, iniziano a guardarsi attorno e vogliono comporre una squadra coi migliori talenti dello stato che possa competere andando in giro per il paese nel circuito AAU, provando a replicare quanto fatto da Flagg con il Maine United. Per cui sì, è un'ispirazione per la futura generazione di giocatori del Maine, una spinta a voler uscire per cercare una competizione maggiore e accettare una sfida di livello più alto".
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La bacheca di Nokomis col titolo statale vinto nel 2022 da Flagg

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Anche perché, finora, lo stato del Maine non aveva prodotto chissà quali stelle mentre ora ci troviamo di fronte ad un talento generazionale. "C'è una tradizione importante di pallacanestro. Qualcuno ha giocato in Division One, qualcuno ha fatto carriera oltre oceano: Nik Caner-Medley ha giocato tanti anni in Europa, Duncan Robinson che gioca ora nei Miami Heat ha origini del Maine, Troy Barnies è un altro ragazzo del Maine che ha giocato oltre oceano e ha guadagnato un bel po' di soldi. Però Flagg è il nome che influisce sulla nuova generazione di giocatori, quello che mette il Maine sulla mappa, soprattutto in questa era coi social media dove tutti possono sapere tutto di lui e sulle sue origini".
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La palestra degli Warriors di Nokomis HS a Newport

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In tutto questo, come gestire la pressione su un ragazzo allora 15enne? "Quando è stato qui nell'anno da freshman, il nostro mantra era quello di isolarlo da tutte le voci e i rumors provenienti da fuori, la cosa fondamentale era mantenere il focus sulla pallacanestro. E Cooper ama in maniera genuina giocare a basket ed è abbastanza intelligente, per cui penso abbia capito che la pallacanestro sarebbe dovuta prevalere su tutto e che le altre cose si sarebbero sistemate di conseguenza".

Un predestinato e l'exploit contro Team USA

Che Cooper Flagg avesse qualcosa di speciale, si era capito abbastanza presto. Josh Grant quando ha realizzato che fosse un predestinato? "Conosco lui e la sua famiglia da quando giocava alle elementari (second grade, 7-8 anni) e già li poteva notare che era molto portato per la pallacanestro, aveva un talento naturale, un dono, sia a livello fisico, sia nella comprensione del gioco. Fin da piccolo era già molto, molto bravo, si notava rispetto ad altri bambini del Maine, e infatti iniziò a giocare contro gente più grande. Quando aveva 7-8 anni, giocava contro quelli di 11-12, seguendo un po' il modello che si usa in Europa di far giocare quelli bravi contro gente più avanti nella crescita. Lui era già così forte da piccolo, poi intorno ai 13-14 anni il suo nome ha iniziato a circolare a livello nazionale, e da lì la sua esplosione è stata esponenziale".
Il suo nome, già molto conosciuto negli Stati Uniti, è diventato virale la scorsa estate quando a Las Vegas ha vestito la maglia di Team Select in un'amichevole contro il Team USA di LeBron James e Stephen Curry che poi avrebbe vinto l'oro alle Olimpiadi di Parigi. Fu impressionante e si prese le lodi delle grandi stelle NBA: una cosa incredibile che però ha sorpreso fino ad un certo punto Josh Grant. Ecco perché: "La sua grande qualità è quella di elevare il livello del proprio gioco a seconda delle persone con cui si trova in palestra, che sia contro Team USA giocando con giocatori NBA, che sia a Montverde, che sia a Duke, lui semplicemente sa adattarsi al livello a cui si compete. E' semplicemente impressionante che un ragazzo di appena 17 anni riesca a misurarsi con persone adulte di quel calibro e ottenga dei complimenti per la sua competitività e anche la sua umiltà. Lui non è uno showman, anzi, è un ragazzo molto umile e questo deriva da un'educazione di alto livello avuta da una grande famiglia".
Insomma, gli ingredienti per avere un grande campione ci sono tutti: un anno a Duke, il Draft del prossimo giugno e poi finalmente vedremo Cooper Flagg misurarsi con le stelle NBA.
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Verso il Draft NBA 2025: Cooper Flagg e gli altri nomi da seguire

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