Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

NCAA all'atto finale: la Texas Tech di Moretti sfida Virginia

Davide Fumagalli

Aggiornato 08/04/2019 alle 17:33 GMT+2

Alle 3:00 a Minneapolis l'atto conclusivo del campionato del college basket con addirittura due ragazzi italiani. Di fronte due università alla prima finale assoluta, due grandi difese, due prospetti NBA come Culver e Hunter e due cecchini di razza come Mooney e Guy. Gli ultimi 40 minuti della stagione per decidere l'erede di Villanova.

Davide Moretti, Francesco Badocchi, NCAA Finals 2009

Credit Foto Getty Images

Texas Tech e Virginia. Una di queste due università sarà campione NCAA per la prima volta dato che entrambe sono in assoluto alla prima finalissima del college basket. Una sfida - stanotte alle 3 davanti ai 70mila spettatori dello US Bank Stadium di Minneapolis - tra due squadre che fanno del ritmo basso e della difesa il loro credo, e che più di chiunque puntano sul concetto di gioco di squadra nonostante due prospetti NBA da prime 10 al prossimo Draft come Jarrett Culver (per i Red Raiders) e DeAndre Hunter (per i Cavaliers).
E poi è una finale speciale per l'Italia, perché per la prima volta un ragazzo del nostro paese sarà campione: Texas Tech schiera Davide Moretti, colonna del quintetto di coach Chris Beard, e Virginia ha nel roster Francesco "Frankie" Badocchi, poco utilizzato in questa stagione a causa di un infortunio al ginocchio, ma destinato ad avere spazio in futuro.

Le chiavi per Texas Tech

I Red Raiders di Chris Beard hanno conquistato la finale con una grande prova contro Michigan State, battuta 61-51 con l'ennesima prestazione sopra le righe di quella che è la miglior difesa d'America numeri alla mano. Moretti si è fermato ad appena 5 punti con 2/6 al tiro, ma resta una pedina indispensabile così come Jarrett Culver, anonimo per tutta la gara ma poi autore di 7 degli ultimi 9 punti della squadra, quelli che hanno messo i chiodi sulla bara degli Spartans. La differenza arriverà ancora nella metacampo difensiva, dove l'aggressività dei Red Raiders (occhio all'atletismo e alle braccia interminabili di Tariq Owens) potrebbe davvero mandare in tilt i vari Jerome e Guy, ottimi giocatori ma non super-atleti.

Le chiavi per Virginia

I Cavaliers l'hanno spuntata ancora una volta: dopo il successo in overtime contro Purdue, raggiunto col buzzer beater di Diakite, è arrivata la vittoria su Auburn in rimonta con tre liberi a tempo scaduto di Guy. La squadra di Tony Bennett, unica numero 1 del seeding rimasta, appare molto forte soprattutto mentalmente, non perde mai la bussola e ha riferimenti chiari come Ty Jerome (21 punti, 9 rimbalzi e 6 assist contro Auburn), Guy e DeAndre Hunter: quest'ultimo sarà decisivo in un antipasto NBA contro Culver ma servirà che anche gli altri, come Diakite, Key e Clark, diano qualcosa in più. Come da tradizione, Virginia abbasserà il ritmo e cercherà di "camminare" il più possibile evitando strappi e accelerazioni degli avversari.

Mooney-Guy, protagonisti a sorpresa

Se i riflettori degli scout NBA sono per Culver e Hunter, nelle due semifinali sono stati decisivi Matt Mooney e Kyle Guy. Il primo ha steso Michigan State con 22 punti, trascinando Texas Tech alla finale: il ragazzo che aveva iniziato la carriera collegiale prima ad Air Force e poi a South Dakota è stato mortifero con le sue giocate, trovando al momento più importante la miglior gara della sua carriera.
Il secondo ha firmato i canestri per la vittoria di Virginia su Auburn, quando sembrava finita. La guardia dell'Indiana è stata glaciale, infilando una tripla senza senso dall'angolo per il -1 a 9" dalla fine, e poi mandando a bersaglio i tre liberi decisivi con meno di un secondo sul cronometro per il definitivo 63-62. Lui, insieme al regista Jerome, sono gli elementi da cui passa il destino dei Cavaliers.

Una finale inedita

La squadra campione NCAA 2019 sarà una "matricola", visto che né Texas TechVirginia avevano mai raggiunto questo traguardo. È la prima volta dal 1979 che accade una cosa simile, quando si sfidarono la Michigan State di Magic Johnson e la Indiana State di Larry Bird, una partita entrata nella storia e vinta dagli Spartans del futuro giocatore dei Los Angeles Lakers. Stanotte non ci saranno in campo stelle del genere, non sarà una partita ad alto punteggio (era dal 1986 che in semifinale nessuna squadra arrivava a 65 punti) e probabilmente non sarà spettacolare: però il fascino del college basket è unico e a Minneapolis la "Madness", la "follia", potrebbe raggiungere il suo culmine!
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità