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Torneo NCAA: Gonzaga imbattuta, Cade Cunningham e l'assenza di Duke. Guida alla March Madness

Davide Fumagalli

Aggiornato 16/03/2021 alle 15:53 GMT+1

NCAA - Dopo la cancellazione del 2020 per la pandemia, torna la March Madness che fa impazzire l'America. I migliori 68 college della nazione si sfidano per il titolo nelle varie "bolle" dello stato dell'Indiana: riflettori sull'imbattuta Gonzaga, su Baylor, Michigan e Illinois, sui talenti da Draft NBA come Cade Cunningham e Jalen Suggs, e sugli italiani. Fuori le "nobili" Duke e Kentucky.

Gonzaga Bulldogs, NCAA 2020-21

Credit Foto Getty Images

Negli Stati Uniti e in generale per gli appassionati di pallacanestro, marzo significa una cosa soltanto: March Madness! Dopo un anno di pausa forzata a causa della pandemia, torna la "follia marzolina" con il Torneo NCAA, la fase finale del campionato di basket universitario, e tutto quello che ne consegue, la compilazione del bracket coi pronostici, le sorprese, le partite punto a punto, i talenti da seguire in chiave NBA, i grandi "santoni" della panchina, e le "cinderellas", le cenerentole, i piccoli college che puntano a fare uno sgambetto alle cosiddette "Major". Tre settimane di pura adrenalina dove chiunque, anche chi non segue abitualmente il college basket, si ferma e ci butta un occhio, per il fascino che il Torneo riesce a trasmettere.
La Big Dance con le migliori 68 squadre della nazione (su oltre 350 di Division One) - le 31 vincitrici dei tornei delle singole Conference e le restanti 37 invitate dal comitato riunitosi domenica scorsa nella "Selection Sunday" -, scatta giovedì 18 marzo con le First Four, il turno preliminare, e poi prosegue nel formato a tabellone tennistico con partite secche fino alla Final Four del 3 e 5 aprile del Lucas Oil Stadium di Indianapolis.
Bracket Torneo NCAA 2021

Gonzaga imbattuta è la favorita, Baylor, Illinois e Michigan le altre numero 1

La grande favorita per la vittoria del Torneo è Gonzaga, i Bulldogs di coach Mark Few con sede a Spokane (stato di Washington) che arrivano a Indianapolis da imbattuti (26-0) a proveranno a ripetere l'impresa degli Hoosiers di Indiana di Bobby Knight del 1976 e vincere il titolo con un percorso immacolato! Gli Zags, che hanno un roster lungo e talentuoso in cui spiccano la guardia Jalen Suggs, il tiratore Corey Kispert, il lungo Drew Timme e il francese Joel Ayayi, sono la numero 1 assoluta e primo seed del regional West in cui troviamo, fra le altre, Kansas (3), i campioni in carica di Virginia (4) dove gioca l'italiano di origini eritree Tomas Woldetensae, guardia mancina, e Iowa (2) del centro Luka Garza, una macchina da statistiche che al primo turno dovrà vedersela con Grand Canyon, college in cui milita un altro italiano, Alessandro Lever, bolzanino cresciuto a Reggio Emilia.
Il terzo e ultimo italiano al torneo è Michael Anumba, ragazzo dell'Umbria che è arrivato negli Usa passando dal Regno Unito: è uno dei pilastri di Winthrop (12), college del South Carolina che al primo turno del regional South ha buone chance di fare l'upset contro Villanova (5), priva del leader Collin Gillespie. In questa parte del tabellone la 1 è Baylor, formazione texana che si affida tanto al tiro da tre è che si basa sul trio di esterni composto da Jared Butler, Davion Micthell e MaCio Teague. Da seguire anche Ohio State (2), Purdue (4) e North Carolina (8), che ha una batteria di lunghi rara per questo livello.
Gli altri due regional. Nell'East la 1 è Michigan allenata dall'ex stella NBA Juwan Howard e con due gioielli come il pivot Hunter Dickinson e l'esterno tedesco Franz Wagner, fratellino del Moritz che gioca a Washington in NBA: squadra forte che però ha perso per infortunio Isaiah Livers, uno dei giocatori chiave. Occhio quindi a LSU (8), ad Alabama (2), formazione super divertente con ottimi elementi come Herb Jones e la guardia Jahvon Quinerly, a Florida State (4) e a Texas (3), campioni della Big 12 conference e con tanto talento, dai lunghi Kai Jones e Greg Brown, alle guardie Matt Coleman e Andrew Jones, quest'ultimo guarito dalla leucemia. La grande storia è quella di Georgetown (12), allenata dall'ex stella NBA Patrick Ewing, e capace di vincere il torneo della Big East al Madison Square Garden, per tanti anni la casa di Ewing in maglia Knicks.
Nel Midwest la 1 è Illinois, squadra capace di vincere il torneo della Big Ten, la conference migliore della stagione (ha mandato 9 squadre al torneo). I "Fighting Illini" puntano sul fisico del centro Cockburn, sul talento del freshman portoricano Curbelo e sulle qualità della guardia Ayo Dosunmu, ragazzo da tripla doppia che nelle ultime gare sta giocando con una maschera per una frattura al naso e si fa chiamare, a turno, "Batman" o "Masked Mamba". Sulla loro strada verso la Final Four ci sono Houston (2), West Virginia (3), Tennessee (5), la Loyola Chicago (8) diventata famosa qualche anno fa per la presenza vicino alla squadra della suora Sister Jean (sempre vicina ai ragazzi coi suoi 101 anni), e Oklahoma State (4), formazione portata di peso al torneo da Cade Cunningham, talento destinato alla 1 del prossimo Draft NBA.

Cade Cunningham e i prospetti NBA

Il torneo NCAA è una vetrina unica per i talenti che sognano la NBA e può anche cambiare qualche valutazione in vista del Draft 2021. Il prospetto principale da seguire è Cade Cunningham di Oklahoma State, guardia che supera i 2 metri e dotato di un talento raro, capace di portare praticamente da solo i suoi Cowboys fino a questo punto: per gli esperti assomiglia a Luka Doncic, fate voi... Gli altri nomi sono Jalen Suggs, esplosiva guardia di Gonzaga, grande atleta, difensore, capace di segnare in ogni modo, ed Evan Mobley, lungo di Southern California, un unicorno che può ricordare Chris Bosh e Anthony Davis per il fisico filiforme, il tocco al tiro da fuori e la capacità di difendere il ferro. Questi tre ragazzi andranno quasi certamente nella Top 5 del Draft NBA. Altri nomi sono il già citato Kispert, tiratore da Gonzaga, i due lunghi Texas Kai Jones e Greg Brown, l'ala da Florida State Scottie Barnes, un playmaker nel corpo di un centro che potrebbe far pensare a Draymond Green, lo scorer di Connecticut James Bouknight, l'esterno Moses Moody di Arkansas, e infine la coppia di Tennessee composta da Keon Johnson e Jaden Springer, più fisico e atletico il primo, più guardia il secondo.

Duke e Kentucky, le grandi escluse

Il 1976 non è solo l'anno in cui c'è stata l'ultima squadra a vincere senza mai perdere una partita - la Indiana di Bobby Knight - ma è anche l'ultima volta in cui non hanno partecipato nè Duke, nè Kentucky! Per 45 anni infatti almeno una di queste due grandi e vincenti università ha staccato il biglietto per il grande ballo, stavolta è andata male ad entrambe: sia i Blue Devils di coach K, Mike Krzyzewski, sia i Wildcats di John Calipari, hanno totalmente bucato la stagione, traditi dalla politica degli "One&Done", ovvero costruire la squadra reclutando i migliori talenti in uscita dal liceo. Non sempre però capita di avere tra le mani Zion Williamson o Karl-Anthony Towns, senza contare i tempi ristretti per assemblare il gruppo a causa del Covid, e quindi è arrivato un totale flop per due college "Blue Bloods", le nobili dal sangue blu della NCAA.

Le "bolle" dell'Indiana

A differenza di quanto accadeva in passato, la NCAA ha deciso di giocare tutte e 67 le gare del Torneo dal 18 marzo al 5 aprile all'interno dello stato dell'Indiana, l'"Hoosier State", quello che più di tutti ama la pallacanestro collegiale e liceale assieme probabilmente al Kentucky e al North Carolina. Questo per evitare troppi viaggi e spostamenti in un periodo contrassegnato dalla pandemia. La maggioranza delle gare si disputeranno nella città di Indianapolis: sede principale il Lucas Oil Stadium, il palazzo dove giocano gli Indianapolis Colts del football NFL, su cui verranno allestiti due campo e dove si giocheranno le partite finali, delle Elite Eight e delle Final Four; sempre in città si utilizzeranno la Bankers Life Fieldhouse, la casa dei Pacers della NBA, l'Hinkle Fieldhouse (il campo di Butler University), e l'Indiana Farmers Coliseum; quelle periferiche sono la Mackey Arena di West Lafayette (il campo di Purdue) e la Simon Skjodt Assembly Hall di Bloomington, il parquet degli Hoosiers di Indiana University.

Il protocollo Covid e il pubblico

La pandemia è una variabile che può scombinare le carte e i piani del Torneo, già ha fatto vittime importanti nei tornei di conference constringendo le varie Duke, Virginia e Kansas all'esclusione a causa di uno o più giocatori positivi al Covid. In vista della fase conclusiva la NCAA ha fissato protocolli molto rigidi: prevedono 7 giorni di test consecutivi negativi effettuati a partire dal 6 marzo per tutti i 34 membri consentiti per ogni college, che dovranno viaggiare tutti insieme e avranno a disposizione stanze singole in un piano di un hotel a loro interamente riservato, dove non potranno ricevere nessun ospite.
Sono state individuate quattro squadre di "riserva" (Louisville, Colorado State, Saint Louis e Ole Miss) perchè c'è possibilità di una o più sostituzioni nel tabellone fino alle 23 di martedì 16 marzo; nel caso invece durante il torneo ci siano giocatori positivi, la loro squadra non verrà messa interamente in isolamento, ma potrà giocare se ne avrà almeno 5 in grado di scendere in campo. Per quanto riguarda il pubblico, ogni arena potrà essere riempita fino al 25% della sua capienza per ogni partita, dai First Four alle Final Four, che potranno essere seguite in presenza da circa 17.500 persone.
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Da Cernusco al titolo NCAA: il sogno americano di Francesco Badocchi

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