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Qualificazioni agli Europei, esperienza e chimica: il blocco Virtus Bologna fa crescere l'Italia

Daniele Fantini

Aggiornato 01/12/2020 alle 12:21 GMT+1

I tre giocatori della Virtus Bologna (Alessandro Pajola, Pippo Ricci e Amedeo Tessitori) sono stati i migliori nella vittoria dell'Italia sulla Russia nella terza gara delle qualificazioni agli Europei: la chimica già costruita e l'esperienza maturata a livello internazionale nelle gare di Eurocup formano una base importante su cui costruire la Nazionale del prossimo futuro.

Italia-Russia, 2020, Pippo Ricci

Credit Foto Imago

A una settimana di distanza dal derby di Bologna, il nucleo dei giocatori della Virtus ha regalato al coach della Fortitudo la vittoria più bella in una stagione finora scarsissima di gioie personali. Alessandro Pajola, Pippo Ricci e Amedeo Tessitori sono state le tre gambe del tavolo (soccorse in extremis dalla quarta di Marco Spissu, poco influente fino alle due triple consecutive nei secondi finali) su cui l'Italia si è appoggiata nella serata del gran ballo dei debuttanti. E non è stato certo un caso. Chimica (lodata da coach Sacchetti nonostante i tempi molto stringati per l'assemblamento di un gruppo in gran parte nuovo) ed esperienza (quella che sarebbe dovuta mancare con i cinque rookie azzurri) sono pilastri cui una squadra non può rinunciare per vincere anche una sola partita a qualsiasi livello. Anzi, al massimo livello, come quello di una squadra nazionale, sono qualità che tendono a fare la differenza ancor più del talento dei singoli.

Il nucleo-Virtus: i vantaggi di un vissuto comune

L'Italia di Tallinn, per forza di cose, aveva una scarsa quantità diffusa di entrambe, ma la fortuna di poter contare su un nucleo già formato di qualità. Condividere un contesto comune all'interno di un ambiente costruito raccogliendo pedine sparpagliate in ogni angolo d'Italia o del globo può dare un grosso vantaggio di partenza. L'impoverimento sofferto dal campionato nazionale con l'esodo di tanti buoni e ottimi giocatori negli ultimi anni non ha permesso all'Italbasket di godere di questo stesso vantaggio (probabilmente un fattore molto sottovalutato nelle chilometriche liste di tentativi di spiegazione dei fallimenti di un gruppo che non ha mai raccolto successi adeguati alla quantità di talento disponibile), fattore invece evidente, ad esempio, nella nazionale di calcio, dove il blocco-Juve ha fornito la possibilità di schierare per anni una delle difese più forti, legate e collaudate a livello mondiale. Nel basket, pensate ai successi della Spagna degli ultimo quindicennio: quanti di quei giocatori avevano un vissuto o un passato comune ad alto livello tra Real Madrid e/o Barcellona?
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Alessandro Pajola (R) of Virtus Bologna in action against Rashawn Thomas (L) of Partizan during the 2019/2020 EuroCup Top 16 Season match between KK Partizan and Segafredo Virtus Bologna at Stark Arena on January 8, 2020 in Belgrade, Serbia

Credit Foto Getty Images

Esperienza internazionale con un'Eurocup di alto livello

Ad alto livello, abbiamo detto, e qui subentra il secondo fattore-chiave. In un momento storico che impedisce alle nazionali di schierare i giocatori NBA e la grande maggioranza degli elementi impegnati nelle squadre di Eurolega, l'alta Eurocup della Virtus fa la differenza. Le ambizioni con cui Bologna sta vivendo le due competizioni (quanto meno fino all'arrivo di Marco Belinelli) non sono minimamente paragonabili. In Eurocup è 7-0 con il primato nel girone ormai in ghiaccio, in campionato è 5-3 dopo una stagione in cui aveva perso soltanto due gare su 20. Partendo dal presupposto che ogni partita giocata contro avversari di qualità è uno stimolo e un mezzo per migliorare in qualsiasi categoria, l'esperienza internazionale accumulata dagli italiani della Virtus in un torneo giocato per essere la protagonista assoluta (se Valencia, come sembra, dovesse riuscire a qualificarsi ai playoff di Eurolega alla Virtus servirà vincere l'Eurocup per qualificarsi al piano superiore e non semplicemente approdare in finale) forma un tesoretto dal valore incalcolabile.

Dall'A2 alla Nazionale: l'esplosione di Ricci e Tessitori

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Amedeo Tessitori, Italia, Mondiali 2019

Credit Foto Imago

I tre ragazzi citati stanno giocando tanto, e bene, in coppa. E il loro processo di crescita risulta molto più accelerato rispetto alla media. Pippo Ricci è sbarcato in Serie A relativamente tardi, a 26 anni, dopo una trafila abbastanza lunga tra Serie B e A2. In due stagioni a Cremona con coach Sacchetti (ma guarda!) si è trasformato in uno degli italiani più interessanti del campionato, e in questo anno e mezzo alla Virtus ha ulteriormente migliorato il proprio livello arrivando non solo a essere titolare fisso in una delle squadre favorite per vincere l'Eurocup ma anche un elemento cardine della Nazionale, con una legittima pretesa per un posto nel roster definitivo agli Europei del 2022 dopo il taglio in extremis pre-Mondiale nel 2019. Discorso analogo per Amedeo Tessitori, un ragazzo passato nel giro di un anno e mezzo dalla Serie A2 a essere il go-to-guy in una partita della Nazionale, per di più in un secondo tempo giocato quasi esclusivamente su di lui per sfruttare i suoi vantaggi vicino al ferro, con una lunga serie di brani di pallacanestro classica sorprendenti per il sistema run'n'gun sacchettiano (ma sulla poliedricità e capacità di adattamento nel gioco dei singoli allenatori andrebbe scritto un intero capitolo a parte).

Alessandro Pajola, margini enormi per l'azzurro più futuribile

Un discorso a parte lo meriterebbe anche Alessandro Pajola, in questo momento il giocatore italiano con il miglior rapporto tra età (21 anni), progressi vissuti nell'ultima stagione e margine di crescita. Contro la Russia, Pajola non ha soltanto esordito in quintetto da debuttante, ma è stato anche il giocatore più utilizzato da coach Sacchetti (30:01). Le cifre sono ingannevoli (5 punti, 5 rimbalzi, 3 assist), perché nonostante miglioramenti evidenti nella metacampo offensiva di un giocatore che, fino a pochi mesi fa, veniva costantemente battezzato dagli avversari, Pajola non è ancora valutabile attraverso le statistiche. E, forse, mai lo sarà, perché le caratteristiche che lo rendono speciale sono ben altre, a partire dalla difesa (di cui ormai è leader anche in una squadra forte e completa come la Virtus) fino alla solidità in campo: la personalità con cui ha approcciato la partita e gestito la squadra rubando anche spazio a uno Spissu più spento del solito sono state esemplari. Andate a rivedere anche quella serie di giocate a due con Tessitori per capire quanto sia migliorato nelle letture di gioco. D'altronde, allenarsi tutti i giorni contro Milos Teodosic con il dovere di rendere quell'allenamento competitivo anche per una leggenda del basket internazionale e giocare ogni settimana per vincere contro alcune delle squadre più forti d'Europa aiuta, aiuta eccome.
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