Le 36 frasi celebri che hanno reso Dan Peterson un mito

Daniele Fantini

Pubblicato 09/01/2016 alle 08:51 GMT+1

Citazioni diventate negli anni un marchio di fabbrica, e che ci hanno accompagnato durante tantissimi anni di telecronache: facciamo gli auguri per gli 80 anni del grande "Coach" con una carrellata delle sue esclamazioni più famose

Dan Peterson

Credit Foto Eurosport

1936-2016. Ottant’anni. Eppure, Dan Peterson continua a sprizzare quella magica energia che l’ha reso uno degli uomini sportivi più apprezzati e divertenti dell’ultimo mezzo secolo in Italia. Per festeggiare l’80esimo compleanno del mitico “Coach”, abbiamo scelto alcune delle sue frasi più belle, alcune estemporanee, altre diventate un ritornello e un suo marchio di fabbrica, perché ripetute con quella ormai classica dose di simpatia che l’ha sempre contraddistinto. Ma il campionario è talmente vasto che vi chiediamo di perdonarci se ne abbiamo dimenticata o omessa qualcuna…
  • “Sono nato a Evanston, Illinois, il 9 gennaio 1936. Evanston confina con Chicago, ma occhio alla differenza: Chicago è la città più brutta del mondo, Evanston la più bella”.
  • “Non fare una cosa stupida è come fare una cosa intelligente”.
  • “Fe-no-me-na-le”.
  • Eccoci ancora insieme, amici!”.
  • “Mai sanguinare davanti agli squali!”.
  • “Mamma, butta la pasta!”.
  • “Pandemonio!”.
  • “Richiamate i cani, perché qui la caccia è finita!”.
  • “Amici sportivi, e non sportivi…”.
  • “Mh… Magico Lipton! Per me, numero uno!”.
  • “Il lavoro dell’allenatore è quello di vendere il suo prodotto, il suo stile, convincendo i giocatori a comprare ciò che lui vende, la sua mentalità, le sue indicazioni”.
  • “Nel 1962 sono diventato maestro di educazione fisica e storia. E poi, tutto basket, sempre basket. Giocavo, anche. Uno schifo mai visto. Tentavo di giocare, ma come vedi non sono una pertica d’uomo…”.
  • "Well..."
  • “Lui è un killer!”.
  • “Sento una gran puzza di supplementari…”.
  • “In contropiede, tu, playmaker, ti devi fermare sulla riga di tiro libero e fare palleggio arresto e tiro”.
  • "Lui ha perso palla perché non si è fermato sulla riga di tiro libero".
Dan Peterson - visual tiro libero
  • “Lui è quel tipo di giocatore che fa 30 punti e la sua squadra perde”.
  • “Well, io non sono un suo grande tifoso, ma…”.
  • “Pronostici? Non me li chiedete, non li faccio mai perché li sbaglio sempre”.
  • “Quando allenavo, i ragazzi della mia squadra dovevano sempre sputare sangue…”.
  • “Quando allenavo Milano, eravamo piccoli, e ci chiamavano la ‘Banda Bassotti’. Avevamo due armi in difesa: pressing a tutto campo, e zona 1-3-1”.
  • “Io dico sempre: non passare la palla a un lungo mentre è in movimento”.
  • “Passi, tutta la vita!”.
  • “Flavio (rivolto a Tranquillo), devo farti i complimenti per come pronunci Minnesota”.
  • “Arbitri, fate il vostro lavoro e lasciate fare ai giocatori il loro. Loro giocano, voi fischiate. Non fermate la partita per parlare tra di voi o con il tavolo”.
  • “Mh… Yeah!”.
  • “Allora, ti racconto questa. Quando vinsi lo Scudetto con Milano, giocammo contro Torino, che quell’anno retrocedette, e perdemmo sia all’andata che al ritorno. Un tempo le squadre erano molto più equilibrate di oggi”.
  • “Regola Peterson: si possono recuperare tanti punti di svantaggio quanti sono i minuti che mancano alla fine della partita. Un punto al minuto, non di più”.
  • “Lui non deve fare questo”.
  • “Grande giocata da parte di lui”.
  • “Uuuuuuhh! Cos’ha sbagliato, mamma mia!”.
  • "Lui sa di avere sbagliato..."
  • "Lui non può giocare a questo livello".
  • "Ti cambia la partita!"
  • "Mia moglie, santa donna, mi dice sempre: non mangiare junk-food...".
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