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Le squadre più forti di sempre: la Fortitudo di Repesa e del tiro di Douglas

Daniele Fantini

Aggiornato 09/12/2016 alle 19:46 GMT+1

Questa settimana, il nostro viaggio alla scoperta delle squadre che hanno segnato la storia della pallacanestro italiana prosegue con il ricordo della Fortitudo Bologna allenata da Jasmin Repesa, che vinse il titolo nel 2005 battendo in finale l’Olimpia Milano con una tripla decisiva di Ruben Douglas scagliata a 24 centesimi dalla sirena.

Fortitudo Bologna, scudetto 2005 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Finalmente c’è stata un po’ di fortuna anche per noi. Qualcuno ci ha voluto bene: la ruota gira e stavolta è venuta dalla nostra parte - Gianluca Basile.
Vi fermiamo subito. Non sono le solite, classiche, trite dichiarazioni di facciata. Ma emozioni e sentimenti veri, finalmente usciti dal cuore di uno dei più grandi giocatori della storia recente del basket italiano e della Fortitudo Bologna, scaturiti dopo quattro finali-scudetto perse consecutivamente, il ko nella finale di Eurolega dell’anno precedente e l’amara eliminazione alle Top16 per differenza canestri poche settimane prima. Quel giorno, il 16 giugno 2005, la Fortitudo si toglie finalmente l’etichetta di “eterna seconda” conquistando lo scudetto numero 2 della storia, a cinque anni di distanza dalla prima affermazione in Serie A.
Reduce dalla finale-scudetto persa contro la Montepaschi Siena, Bologna si ripresenta ai blocchi di partenza senza Carlos Delfino (volato in NBA), Tomas Van Den Spiegel (accasatosi a Roma) e Hanno Mottola (a Pesaro): il mercato porta Ruben Douglas, fresco di titolo di capocannoniere del campionato greco con la maglia del Panionios, e Dalibor Bagaric, centrone di 216 cm che ha appena chiuso un’esperienza triennale con i Chicago Bulls, al tempo non esattamente la squadra dei vostri sogni. In panchina, Jasmin Repesa sceglie di puntare sulla linea verde, sia italiana che straniera: spazio, dunque, a Stefano Mancinelli, Marco Belinelli, Erazem Lorbek e Matjaz Smodis, orchestrati dalla regia di Milos Vujanic, a quei tempi ottimo prospetto per la NBA, e Gianmarco Pozzecco.
Fortitudo Bologna, finale scudetto 2005

L'inizio amaro: le delusioni in Coppa Italia ed Eurolega

Il campionato è equilibrato nelle zone di vertice: la Benetton Treviso di Ettore Messina, forte dei vari Bulleri, Marconato, Bargnani, Siskauskas, Goree, Soragna, Slokar) sembra avere qualcosa in più delle altre, ma, alle sue spalle, la concorrenza è forte: ci sono la Montepaschi campione in carica, l’Armani Jeans Milano di Lino Lardo che si sta riaffacciando nel basket che conta dopo qualche anno di oblio, squadre solide come Cantù e Roma, e formazioni, come Roseto, che hanno centrato la giusta alchimia tra gli stranieri sul mercato, pronte a svolgere il ruolo di pericolose outsider. Nel gruppo, c’è anche la Fortitudo Bologna, una squadra senza superstar pazzesche, ma forte di un insieme coeso e ben strutturato, con un Jasmin Repesa duro ed esigente in panchina.
La svolta arriva dopo la Coppa Italia, che vede la Effe uscire di scena subito, al primo turno, per mano della Lottomatica Roma di David Hawkins: Bologna chiude il girone di ritorno infilando 10 vittorie nelle ultime 12 partite, e batte Siena e Milano nella volata per il secondo posto alle spalle della Benetton Treviso, favorita per lo scudetto. Nel frattempo, alla delusione in Coppa Italia si affianca anche quella sofferta nelle Top16 di Eurolega: la Fortitudo chiude la prima fase in testa al proprio gruppo con un record di 12-2, ma nel successivo gironcino a quattro si vede eliminata per differenza canestri all’ultima giornata, arrivata a pari punti con il Panathinaikos e il Tau Vitoria.

L'addio: Gianmarco Pozzecco va a Saragozza

Poco prima dell’inizio dei playoff, Gianmarco Pozzecco è ai saluti: il rapporto costellato da alti e bassi con Jasmin Repesa è ormai troppo logoro e stiracchiato per poter proseguire in maniera positiva nel momento più importante del campionato. Il Poz lascia la Effe in un clima agrodolce e termina la stagione in Spagna, a Saragozza. Il buco che si crea alle spalle di Milos Vujanic, fino a quel momento playmaker titolare, vero cervello e leader offensivo della squadra, è riempito da Rodolfo Rombaldoni, arrivato da Jesi, metodico, ordinato, difensore, più adatto alla linea di Repesa. La soluzione sembra funzionare, fino a quando…
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Gianmarco Pozzecco, Fortitudo Bologna, 2005 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Vujanic fa crack! Squada in mano a Basile

Al primo turno dei playoff, la Fortitudo incrocia la mina-vagante Roseto, giunta settima in regular-season: l’allora Sedima schiera un parco-stranieri di tutto rispetto, con giocatori capaci di accendersi in un battibaleno in qualsiasi momento della partita, dagli ex-NBA Ansu Sesay e Mahmoud Abdul-Rauf, fino a Duane Woodward e a Eyinmisan Nikagbatse. Bologna chiude la pratica in tre partite, ma in gara-3 salta il crociato di Vujanic e si riaccendono i fantasmi: già l’anno precedente, infatti, la Fortitudo aveva giocato la finale scudetto con Siena senza tre uomini importanti (lo stesso Pozzecco, AJ Guyton e Van den Spiegel).
Ancora una volta, Repesa è costretto a scombinare gerarchie ed equilibri: Gianluca Basile viene spostato in cabina di regia con Rombaldoni come back-up, con più spazio per Stefano Mancinelli in ala piccola. E, ancora una volta, la soluzione funziona, con la squadra che fa quadrato di fronte alle proprie difficoltà: la semifinale contro la Lottomatica Roma di Tyus Edney, David Hawkins, Alex Righetti e dell’ex Van den Spiegel si chiude sul 3-1, una serie che regala la quinta finale-scudetto consecutiva. Mentre tutti si aspettano una battaglia con la Benetton, dall’altra parte del tabellone Milano compie l’impresa: in gara-5, al PalaVerde, la difesa dell’Olimpia di Lino Lardo stritola la squadra di Messina, e Mario Gigena spara un paio di triple dal parcheggio che riportano i biancorossi in finale per la prima volta dopo il titolo del 1996.
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Smodis, Singleton, Milano-Fortitudo, 2005 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

La finale con Milano

La Fortitudo, seconda in regular-season, ha il fattore-campo a disposizione. Gara-1 si chiude sul 77-70 con 21 punti di Douglas e 14 di Basile, ma Milano pareggia i conti al Forum, 73-66, spinta dai 16 di Joseph Blair e dagli 11 a testa di Sasha Djordjevic e Dante Calabria. Si torna a Bologna, e in gara-3 si scatena ancora Gianluca Basile: 17 punti sorretti dagli 11 dalla panca di un grande Rombaldoni, e la Effe vince 80-71 prendendosi il match-point. Riassaporando i fasti dei tempi della grande Olimpia, il Forum è una polveriera per gara-4: la partita è nervosa e difensiva, con ritmi e punteggio bassi. Sul 65-63 per Milano, Joseph Blair ha la possibilità di chiudere i conti dalla lunetta, il suo fondamentale più odiato: è uno 0/2, ma sul ribaltamento di fronte trema anche Ruben Douglas, 1/2 e Olimpia ancora avanti di una lunghezza. L’AJ costruisce un tiro perfetto per Dante Calabria in uscita dai blocchi: è il suo tiro, quello con cui ha deciso tante partite e fatto esplodere il palazzo che tanto lo ama, ma si infrange sul ferro. Il rimbalzo è preda di Gianluca Basile, che ha 6” di tempo per costruire l’ultimo tiro. La difesa allungata di McCullough e Singleton lo costringe a perdere istanti preziosi, ma, alla fine, il Baso trova uno scarico difficile per Ruben Douglas.
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Ruben Douglas, The Shot, Fortitudo Bologna 2005

Credit Foto Other Agency

"The Shot"

Una nostra caratteristica è stata quella di lottare sempre fino all’ultimo secondo, e stasera è accaduto lo stesso - Jasmin Repesa.
L’americano riceve a 8 metri dal canestro, con Calabria che gli salta sulla faccia. Ma non si scompone. Sa di avere un misero momento per scagliare la preghiera che potrebbe valere lo scudetto, e lo fa, senza pensare a nulla. Il pallone vola per un paio di secondi, nel gelo del Forum. BAM! E’ dentro. La terna arbitrale, composta da Lamonica, Paternicò e Ursi, si dirige verso il tavolo: grazie a un accordo tra la Lega e Sky, da quella stagione i grigi hanno a disposizione l’aiuto della tecnologia per risolvere le situazioni più complesse, quell’instant replay già in voga da tempo Oltreoceano.
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Milano-Fortitudo, Instant Replay, gara-4 2005 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Passano secondi interminabili, concitati, sballottati in un turbinio di emozioni: sul parquet, c’è chi prega, chi si inginocchia, chi cerca di nascondere le proprie sensazioni sotto un asciugamano. Lamonica, primo arbitro, rivede il tiro di Douglas sul monitor e solleva le braccia, facendo segno “3” con le dita. Il tiro è buono, scoccato 24 centesimi prima del suono della sirena. E’ il canestro che vale il 65-67 finale per la Fortitudo, che vale il secondo scudetto della Effe, e che passerà alla storia come “The Shot”.
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Dante Calabria, James Singleton, Olimpia Milano-Fortitudo Bologna, 2005 gara-4 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

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