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Sassari vince al photo-finish! Scudetto e triplete!

Daniele Fantini

Aggiornato 26/06/2015 alle 23:45 GMT+2

La Dinamo passa a Reggio Emilia 75-73 e chiude la serie sul 4-3 vincendo il primo scudetto della storia! E' triplete dopo la Supercoppa e la Coppa Italia!

2014-15 Serie A, Reggio Emilia-Sassari, Shane Lawal (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

GRISSIN BON REGGIO EMILIA-BANCO SARDEGNA SASSARI 73-75 - Sassari chiude la serie sul 4-3
Folle. Chiamatela come volete, ma è difficile trovare un altro termine per definire l'ultimo atto di una serie che ha vissuto di pura, purissima schizofrenia dal primo minuto di gara-1 all'ultimo di gara-7. Folle, con Sassari tramortita dal primo quarto sparato della Reggiana, balzata subito sul 21-4, ma capace di rientrare a folate, mangiando più della metà dello scarto nel secondo periodo e annullando poi il +10 su cui la squadra di Menetti si era riportata a ridosso dell'ultimo intervallo. Poi, le giocate dei singoli, con le bombe di un Logan fino a quel momento invisibile e le penetrazioni centrali di un Dyson dalle quattro ruote motrici, capace di far male sia in avvicinamento che con i pull-up dalla media distanza. La tabella aiuta l'ex-Charlotte, così come aveva fatto con Logan in gara-6, ma non il grande ex, Drake Diener, che prima si fa chiudere nel filo spinato sull'ultima azione e spara poi una tripla impiccata dall'angolo con il cronometro che gocciola inesorabilmente verso lo zero. Air-ball. E' festa per Sassari, per il primo scudetto della storia e per il terzo titolo stagionale dopo la Supercoppa conquistata a ottobre contro Milano e la Coppa Italia issata a Desio piegando sempre l'Olimpia.
A Reggio resta un rammarico enorme, che scava un buco nero nell'animo per il doppio vantaggio sciupato in Sardegna, e i due tiri sbagliati da Cinciarini per vincere gara-6: alla fine, il fattore campo è saltato, con l'unica vittoria corsara decisiva per assegnare il titolo. Certo, Menetti può ancora maledire gli Dei del basket, per quella serie di infortuni più chilometrica dell'equatore: con Lavrinovic presente per il solo onor di firma e Diener ancora in piena convalescenza (cosa che non gli impedisce, comunque, di giocare un quarto periodo dei suoi...), la Reggiana perde Ojar Silins nel momento topico della partita, una defezione che porta il coach biancorosso a rivedere le sue rotazioni e il suo quintetto-tipo, quello piccolo con Polonara da centro e i tiratori, che gli ha dato le maggiori sicurezze nella serie.
Sassari, dal canto suo, vince in maniera meritata, con le sue armi: l'atletismo dei lunghi che pattugliano l'area (fenomenale il lavoro oscuro di Brooks), i raddoppi delle guardie sui playmaker che tolgono equilibri e ariosità al gioco reggiano dal secondo quarto in poi, i cambi sistematici sui blocchi che la Grissin Bon non riesce a punire con la circolazione di palla. La Dinamo comincia dalla difesa, l'arma che quest'anno ha imparato a utilizzare e far sua, anche rischiando con vorticose rotazioni dal lato debole: prima disinnesca l'attacco della Reggiana, poi punisce a modo suo, con i bomboni di Logan, che attende, quasi sornione, il momento giusto per accendersi, con i pick'n'roll centrali di Dyson, croce e delizia ma stasera in vena buona, e con la costanza di Sanders, il più continuo sui 40', l'equilibratore vero per raccordare gioco perimetrale e interno in una serata offensivamente spenta di Lawal. Sotto il baffo, Sacchetti se la ride: questa Dinamo non è più soltanto run'n'gun...
Reggio Emilia: Cinciarini 12, Polonara 17, Kaukenas 13, Silins 1, Chikoko 6; Cervi 4, Della Valle 4, Lavrinovic 2, Diener 14. N.e.: Rovatti, Mussini, Pini. All.: Menetti.
Sassari: Logan 13, Sanders 18, Brooks 8, Lawal 8, Dyson 17; Sosa 5, Kadji 4, B. Sacchetti 2, Devecchi 0. N.e.: Chessa, Vanuzzo, Formenti. All.: R. Sacchetti.
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