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Meraviglia Trento: finale scudetto per la prima volta! Milano maltrattata anche in gara 5

Stefano Dolci

Aggiornato 02/06/2017 alle 23:32 GMT+2

Dopo aver sbancato il Forum di Assago nei primi due episodi della serie, la Dolomiti Trento infligge una pesante lezione ai campioni d’Italia in carica anche in gara 5: chiudendo la serie sul 4-1 e qualificandosi per la prima volta per la finale scudetto. Delusione cocente per l’Olimpia, campione d’Italia in carica, ridicolizzata ancora una volta sul piano dell’energia e della grinta.

2017, Esultanza Trento, Milano-Trento, LaPresse

Credit Foto LaPresse

EA7 Milano-Aquila Dolomiti Trento 82-102 (Serie chiusa sull'1-4 per Trento)

Serviva un miracolo o almeno una reazione di grinta, energia, attributi a Milano per ribaltare la serie e invece gara 5, esattamente come gara 4, è stata l'apoteosi della favola di Trento. Milano nella gara senza domani viene spazzata via 102-82 una volta da una Dolomiti Trento, commovente per approccio, voglia di sacrificarsi e capacità di giocare una pallacanestro di squadra. Il più grande upset della storia recente (assoluta?) della Serie A italiana di basket si materializza in una gara 5 senza storia, in cui la squadra di Boscaglia maltratta e umilia un’Olimpia già in vacanza e sconcertante per la pochezza difensiva e la passitività con la quale si fa travolgere da una squadra con un grande cuore ma un roster nettamente più corto e blasonato rispetto a quello a disposizione del contestato Jasmin Repesa.
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2017, Delusione Milano, Milano-Trento, LaPresse

Credit Foto LaPresse

In quattro anni dalla A2 alla finale

Alla prima semifinale scudetto della sua storia, Trento approda in finale scudetto al termine di una serie clamorosa: in cui con una difesa arcigna e una pallacanestro organizzata ha incrinato le (poche) certezze di una corazzata solo sulla carta come l’EA7 Milano. Tolta la vittoria in gara 3, Milano non è mai stata padrona di questa serie ed ha inseguito una squadra senza prima donne, conscia dei propri limiti ma capace di rimanere sul pezzo e che con le proprie armi ha saputo impensierire una squadra ricca di figurine ma zero chimica e voglia di difendere il tricolore cucito sul petto. Se a Milano inizia ufficialmente la stagione dei processi, a Trento si sogna ad occhi aperti lo scudetto e ci si gode una crescita esponenziale. Fondata appena 22 anni fa, l'Aquila Trento in sette anni di guida di coach Buscaglia è passata dalla Divisione Nazionale A alla finale Scudetto, giocando una semifinale di EuroCup nel 2015-2016 e migliorando costantemente il risultato dell'anno precedente. Un miracolo sportivo assoluto e che andrebbe probabilmente studiato...
"Abbiamo fatto una serie incredibile, fino al 4° quarto abbiamo fatto una difesa clamorosa ed ora proveremo ad andare avanti a vivere un sogno - racconta Diego Flaccadori - Giocavamo contro Milano e tutti pensavano vincessero loro, abbiamo difeso forte sapevamo di giocare contro i più forti. Noi siamo stati bravi a pensare una partita alla volta, pensare di batterli 4-0 significa non essere connessi e fuori dalla realtà. Ora ci riposiamo, attendiamo con ansia e proveremo ad andare avanti

Nel terzo quarto la svolta del match

Dopo due quarti sostanzialmente in equilibrio (46-43 per Trento alla sirena di metà tempo), Forray e compagni spaccano la gara nel terzo parziale chiuso con un eloquente 33-15. Milano esce contestata dal proprio pubblico. Trento festeggia uno storico traguardo e ora attende per l'atto conclusivo, dove in ogni caso partirà con il fattore campo a sfavore, la vincente della serie fra Venezia ed Avellino attualmente ferma sul 2-2. Grande prova di squadra per Trento con cinque giocatori in doppia cifra: Sutton (26), Shields (17), Hogue (17), Craft (14) e Flaccadori (14). Nelle fila di Milano l'unico a salvarsi è Sanders con 25 punti.

Repesa: "Complimenti a Trento non penso che mia avventura sia finita qui..."

Abbacchiato ma per nulla disposto a farsi da parte, Jasmin Repesa che in conferenza stampa fa i complimenti a Trento e chiede scusa a tifosi e proprietà per una debacle senza appello…
Trento ha giocato ad altissimo livello. Hanno vinto con pieno merito e ammetto che non c’è stato confronto. Voglio scusarmi con la gente che è delusa e così la proprietà. I ragazzi ci hanno provato ma non siamo arrivati qui in buone condizioni e si è visto fin dall’inizio dei playoffs. È stato un anno stressante in cui alcune cose non hanno funzionato e questo spiega perché il risultato finale non è stato quello auspicato. Gara 5 non ha avuto storia. La mia avventura all’Olimpia? Sono qui da 11 anni e tutti mi conoscono. Sono orgoglioso e responsabile. Come coach stasera vado a casa e posso guardarmi allo specchio serenamente. Ho commesso errori ma ho fatto quello che pensavo fosse giusto, anche stasera. Le mie squadre hanno etica, difesa e danno chance a tutti. Non vedo perché dovrebbe finire qui questa esperienza. Se la società decide diversamente non ci sono problemi. Errori? Si ma dobbiamo parlarne dentro la nostra casa senza farlo adesso che la testa è calda
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