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A rischio l'ammissione di Torino per la A a 16 squadre, Sardara: "Un peccato per la città"

Davide Fumagalli

Aggiornato 28/06/2020 alle 10:55 GMT+2

Lunedì è in programma un'assemblea straordinaria della Lega: data l'autoretrocessione di Pistoia e il "no" a salire di svariate società di A2, sembra si vada verso il dietrofront sul ripescaggio di Torino per avere una Serie A con numero pari di squadre. Il proprietario della Reale Mutua: "Spero che Cremona e Roma chiariscano le loro posizioni".

Stefano Sardara, presidente Dinamo Sassari

Credit Foto LaPresse

Sembra destinato a svanire il sogno di Torino di giocare in Serie A nella stagione 2020-21. Il club di proprietà di Stefano Sardara, ripescato dalla A2 direttamente dalla Lega di A lo scorso 15 maggio per avere un torneo a 18 squadre, pare destinato a restare nella seconda categoria: l'autoretrocessione di Pistoia ha scombinato tutti i piani e gli svariati "no" di molti club di A2, ultimi Verona e Udine, a salire di categoria, avrebbe costretto la Lega a rivedere i propri piani riguardo appunto a Torino per avere un numero pari di squadre nel prossimo campionato, 16, e con due retrocessioni in A2 nel 2021. Per questo motivo è stata indetta un'assemblea straordinaria per lunedì, domani.

La situazione di Torino

Va anche specificato che sulla Reale Mutua ci sono molti dubbi perchè il club doveva cambiare proprietà entro il 25 giugno (Sardara è già a capo di Sassari) ma questo non è accaduto, nonostante le garanzie di chiudere l'operazione entro il 10 luglio. Il commento di Sardara a La Repubblica: "Torino voleva fortemente la Serie A, un peccato per la città e per l'intero movimento cestistico. In questo momento la fideiussione da 250.000 euro per partecipare al campionato è già depositata in Lega. La Lega non fa fuori Torino, ma è Torino che non sarebbe ripescata. Se una società non ce la facesse, avremmo delle chance: ma averla il 1 luglio è diverso dal 29 luglio".
Poi una frecciata non troppo velata a Pistoia e a quei club di A2 che avevano contestato il ripescaggio di Torino: "Quando abbiamo deciso di non voler fare campionati dispari, l'abbiamo deciso tutti insieme. Nessuno ha detto "non mi iscrivo", altrimenti non avremmo avuto bisogno di integrare Torino. Chi accusava la Lega e Torino, ha rifiutato il ripescaggio. Forse era meglio stare zitti prima".

Le incognite Roma e Cremona

Non va dimenticato che ci sono altri due club a forte rischio, Cremona e Roma. Hanno sì fatto l'iscrizione per la prossima Serie A ma devono assolutamente risolvere i rispettivi problemi a livello societario per dimostrare di avere le risorse necessarie per giocare effettivamente nel campionato 2020-21, e non è scontato. Cremona sta provando ad allestire un consorzio che affianchi Aldo Vanoli mentre Claudio Toti sta attendendo un nuovo proprietario per la Virtus, finora invano. Se una delle due o entrambe dovessero dare forfait nel corso del mese di luglio, la Lega dovrebbe rivedere i propri piani: c'è il rischio di scendere anche sotto quota 16 squadre, senza alcuna garanzia di mantenere il numero pari.
E anche a proposito di questo Stefano Sardara ha commentato: "Spero che nell'Assemblea di domani Roma e Cremona dicano quali sono le loro intenzioni, perché se decidessero di giocare in A ci metteremmo il cuore in pace. In ogni caso rimarre­mo alla finestra, anche se più passa il tempo e meno speranze avremmo di poter es­sere al via della A".
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