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Ettore Messina come Gregg Popovich a Milano: "Ho imparato dal migliore"

Daniele Fantini

Pubblicato 21/08/2019 alle 17:10 GMT+2

Ettore Messina presenta la filosofia con cui intraprenderà il suo nuovo progetto alla guida dell'Olimpia Milano: "Sono stato cinque anni in NBA a scuola da Gregg Popovich, il migliore di tutti, e porto a Milano i suoi insegnamenti. Sono felicissimo della squadra che abbiamo costruito: Mack e Rodriguez saranno i nostri leader. Giocherà chi se lo merita, che sia straniero o italiano".

Ettore Messina, Olimpia Milano, 2019-20

Credit Foto Eurosport

È stato il grande, grandissimo colpo estivo dell'Olimpia Milano, che ha scelto da ripartire da un top-coach, prima che da un top-player, dopo le delusioni della scorsa stagione, conclusa con un solo trofeo in bacheca (la Supercoppa di settembre) e tanti, troppi rimpianti per le occasioni mancate, soprattutto in Europa. La scelta di Ettore Messina porta Milano a un netto cambiamento di mentalità rispetto al recente passato, non una squadra assemblata estate dopo estate in una lunga rincorsa di ricostruzioni poco efficaci, ma la volontà di costruire dalle fondamenta una cultura e un'organizzazione vincente come substrato per far crescere un gruppo, sullo stesso modello utilizzato dalle big d'Europa.
Nell'inedito ruolo di allenatore-presidente, Messina si è occupato della piena gestione della squadra, mercato compreso, per dare da subito una chiara impronta alla sua Milano. Ha rinunciato a Mike James, croce e delizia della scorsa stagione, scegliendo come coppia di leader Shelvin Mack e Sergio Rodriguez (già allenato ai tempi del Real Madrid), ed è pronto a gestire il gruppo seguendo gli insegnamenti di Gregg Popovich, head-coach dei San Antonio Spurs, basandosi sul mantra less is more.

Un nuovo ciclo con due leader, Mack e il Chacho

Non voglio parlare del passato. Penso soltanto a cominciare un nuovo ciclo per questa società in questa stagione. È ancora presto per poter parlare di obiettivi specifici per quest'anno, ma in senso lato saranno quelli tipici delle grandi squadre. Sono contento del roster che ho a disposizione e del mercato. Sergio Rodriguez e Shelvin Mack saranno i nostri leader, i giocatori che guideranno il timone. Avere un giocatore come il Chacho a Milano già ad agosto è una cosa fantastica per me ma anche per i tifosi, un segnale forte di questa società. Mack è un giocatore che volevo già ai tempi del CSKA Mosca, non riuscimmo a prenderlo perché firmò con Atlanta, mi piace molto come gioca.

La scuola di Gregg Popovich, il migliore di tutti

Mi mancava allenare una squadra come head-coach. Non tanto per provare i miei schemi di gioco, ma per il desiderio professionale di poter gestire un gruppo in prima persona. Ho trascorso gli ultimi anni della mia carriera alla scuola di Gregg Popovich, il coach migliore del mondo, e non vedo l'ora di poter mettere in atto ciò che ho imparato. Ci troviamo di fronte a una stagione lunga, difficile, con tante partite ravvicinate, ma è uno scenario che non mi spaventa perché ho interiorizzato la sua filosofia, il "less is more", l'importanza del massimizzare ogni dettaglio.

Il mercato: White, Roll, Biligha, Moraschini

Abbiamo costruito una squadra ponderando con cura le scelte, creando un roster con una buona esperienza generale in Eurolega. Aaron White è un giocatore atipico che ci fornisce velocità e atletismo, è l'ideale per affrontare squadre che giocano con mezzi lunghi, e anche l'innesto di Paul Biligha è da leggere in quest'ottica. Michael Roll è un tiratore affidabile, ci sarà molto utile all'inizio perché Nedovic non ha ancora recuperato pienamente dai problemi muscolari dello scorso anno. Quest'anno abbiamo un pacchetto di italiani molto competitivo, abbiamo subito sfruttato l'occasione di inserire Biligha e Moraschini: credo sia importante costruire un'ossatura di giocatori locali, proprio come ha fatto l'Olympiacos negli ultimi anni, con un nucleo di greci molto competitivo. Non ci siamo mossi nel ruolo di centro perché sono contento di quelli che abbiamo: Gudaitis sta rientrando e l'ho visto molto bene.

Gli obiettivi sfumati: Datome e Melli

Gigi Datome e Nicolò Melli sono stati due grandi obiettivi iniziali del nostro mercato, ma non li considero "rimpianti" perché un rimpianto deriva da un qualcosa che non si è riusciti a controllare, e non è il loro caso. Datome ha voluto prolungare il contratto e rimanere al Fenerbahçe, una grande squadra con un grande coach come Obradovic, mentre Melli ha intrapreso la strada della NBA. Confesso di aver pensato anche a Bruno Cerella dopo averlo visto giocare in finale-scudetto, ma, appena arrivato in Italia, non volevo far subito un torto alla squadra campione...

Gioca chi merita, che sia straniero o italiano

Iniziamo a lavorare con un buon numero di giocatori, ma so che poi dovremo essere bravi a inserire i reduci dal Mondiale. Non sarà facile, perché arriveranno stanchi e probabilmente ansiosi di aver perso il posto. La stagione sarà massacrante, ma ho a disposizione una squadra molto lunga per la prima volta in carriera. Devo capire come gestirla al meglio. Non credo sia efficace dare sempre a tutti qualche minuto, ma sia meglio ruotare 9 giocatori con minutaggio ampio per ogni gara, perché siano tutti più coinvolti e concentrati. Non faccio distinzioni tra italiani e stranieri: chi si merita di stare in campo, gioca. È stato così anche con il CSKA Mosca: i russi partivano più indietro, ma a fine stagione si erano ritagliati ruoli importanti anche in Eurolega.
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