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Pozzecco: "Sarà un anno di m...a ma se remeremo nella stessa direzione il basket italiano ripartirà"

Stefano Dolci

Aggiornato 09/04/2020 alle 09:22 GMT+2

Intervistato al Corriere dello Sport, il coach della Dinamo Sassari plaude alla decisione del presidente della FIP Petrucci e di Umberto Gandini di dichiarare chiusa la stagione non assegnando lo scudetto e spiega la sua ricetta: "Servono i giovani e i grandi personaggi. Se dai vivai usciranno più giocatori con i valori e l'attaccamento per la maglia di Spissu possiamo farcela".

Pozzecco - Sassari - 2019

Credit Foto Getty Images

A giugno mi dovevo sposare, se dovremo posticipare questa volta però non sarà per colpa mia. Sono saltate date, certezze ma nel basket come nella vita ce la faremo.
Gianmarco Pozzecco non perde il buon umore e la voglia di prendere la vita con leggerezza nemmeno in questa quarantena. Immaginarselo recluso in quattro mura sembra impossibile ma come tutti anche la “Mosca Atomica” si è rassegnato a dare l’esempio stando in casa e a pianificare la prossima stagione dalla prossima abitazione come racconta in un’intervista al Corriere dello Sport.

"Sarà un anno di m...a ma se remeremo nella stessa direzione ce la faremo"

Dopo la partita a porte chiuse giocata a Roma contro la Virtus non ho avuto esitazioni a dire che si doveva fermare. Le porte chiuse sono un paradosso. Noi siamo circensi, serve l’urlo della gente. Non si fa il circo senza spettatori. Sospendere il campionato? La considero una scelta inevitabile e giusta. Ci aspetta un anno di m...a e per questo dovremo tutti impegnarci per far ripartire il nostro sport con uno slancio incredibile. Non dovranno esserci interessi di parte. Se valorizzeremo lo spettacolo che andremo a giocare, se ne gioveranno tutti. I giovani italiani la chiave per ripartire? Servono i giovani e i grandi personaggi. Parlo spesso di Spissu, ma lui è l’esempio. E’ l’orgoglio di una regione come Totti alla Roma, lo è stato per anni per una città. Serve valorizzare questi atleti che hanno una maglietta cucita sul cuore. Loro trascinano la gente al Palazzetto. Dovremo costruire nei settori giovanili tanti piccoli Spissu, a ogni latitudine, in ogni modo.

"Partita di calcetto e una pizza tutti insieme: ecco come sarà il primo allenamento"

Non so cosa farò il primo allenamento dopo che tutto questo sarà passato. Mi mancano i miei ragazzi, averli di fronte a me, scherzare insieme a loro. Ci faremo una partita di calcetto e andremo a mangiarci una pizza, ciò che vorrei fare anche stasera ma non posso. Per allenarci ci sarà tempo il giorno dopo. Cosa chiedo come regalo? Che il giorno che usciremo la gente lasci a casa gli smartphone e ricominci a parlarsi guardandosi negli occhi.
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Face2Face con Pozzecco: "Mi butterei nel fuoco per i miei giocatori. Dico sempre quello che penso"

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